sterilità

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Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino sterilítas]. L'essere sterile nei suoi vari sensi. Quindi incapacità di individui, in età normalmente feconda, di concepire o fecondare. In agraria, condizione di un terreno lavorato che produce frutti scarsi o nulli. Fig., scarsa capacità di produrre gli effetti dovuti: sterilità di una legge. In medicina, assenza di germipatogeni dovuta a sterilizzazione.

Biologia

La sterilità non è molto frequente tra piante e animali conspecifici potendo interessare solo in alcune specie il 30% degli individui potenzialmente fecondi; in particolare si riscontra nell'uomo e in animali e piante domesticati. La sterilità è più frequente negli incroci interspecifici ed è massima nel reincrocio di numerosi ibridi artificiali sia di piante (per esempio tra le orchidee) sia di animali (per esempio mulo); meno rara è, invece, tra gli ibridi naturali di molte piante; tra gli animali di allevamento la sterilità è spesso dovuta a troppo stretta consanguineità dei soggetti o a errori nell'alimentazione. Si distingue tra sterilità primaria, che è dovuta a cause genetiche (come negli ibridi), e sterilità secondaria, provocata da alterazioni anatomo-fisiologiche e da cause ambientali o patologiche. Anche le trasformazioni dell'ambiente, con il relativo danno ecologico, finiscono con l'indurre sterilità tra quelle specie incapaci o impossibilitate ad adattarsi alle nuove condizioni ambientali; in particolare aumenti anche minimi della radioattività portano alla sterilità specie esposte per tempi sufficientemente lunghi. Tra le piante, la sterilità può essere dovuta a malformazioni o a ritardo di maturazione di uno degli organi riproduttori (per esempio nei fiori ermafroditi), oppure ad aborto degli organi sessuali, ad anormalità nello sviluppo del polline, dell'embrione o dell'endosperma, a brusche variazioni climatiche, alla presenza nel terreno di sostanze nocive (per esempio prodotti chimici inquinanti provenienti da scarichi industriali), a malattie, ad attacchi di parassiti. Tra gli animali, le cause della sterilità sono praticamente quelle che si riscontrano nell'uomo. § Una coppia umana è generalmente ritenuta sterile quando, dopo due anni di rapporti sessuali condotti senza usare metodi contraccettivi, non si sia verificata gravidanza. Nella donna l'occlusione tubarica è una causa abbastanza frequente di sterilità permanente o transitoria. Altre cause possono essere: le malformazioni della vulva, della vagina, dell'utero, i difetti di sviluppo e di posizione dell'utero, i fibromi e l'endometriosi. Una causa frequente di sterilità è la mancanza di ovulazione, che può dipendere da alterazioni ormonali (per esempio iperprolattinemia), policistosi ovarica, anomalie cromosomiche eccetera. La sterilità maschile può dipendere da alterazioni della produzione di spermatozoi (azoospermia, oligospermia), lesioni delle vie seminali o incapacità a deporre il seme in vagina. Queste condizioni possono essere dovute a malformazioni congenite, anomalie genetiche, processi infiammatori o tossici, traumatici, neoplastici. Si ritiene che nel 35% dei casi sia l'uomo responsabile della sterilità della coppia, mentre un altro 35% derivi da fattori femminili, negli altri casi è una combinazione degli uni e degli altri; tuttavia in circa il 10-15% delle coppie non si riescono a individuare cause evidenti. L'accertamento delle cause di sterilità maschile, oltre che sull'anamnesi e sull'esame clinico, è basato soprattutto sull'esame dello sperma, sulla biopsia testicolare e sui dosaggi ormonali.

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