Lessico

sm. [sec. XIII; latino flos floris].

1) Organo della riproduzione dei vegetali superiori, che in genere si distingue per il profumo e per la bellezza e vivacità dei colori: fiori agresti, coltivati; fiori freschi, appassiti; formare corone di fiori; linguaggio dei fiori, forma di comunicazione che attribuisce a ogni fiore un significato simbolico; fiori artificiali, riproduzioni dei fiori naturali ottenute con vario materiale (carta, stoffa, plastica, ecc.); fiori di zucca, fiori delle zucchine e delle zucche che, fritti in padella o ripieni, costituiscono un alimento dal sapore delicato e squisito; a fiori, detto di raffigurazioni che richiamano i fiori naturali; essere in fiore, detto di piante al tempo della fioritura o di campi pieni di piante fiorite: peschi, prati in fiore; fig., attraversare un momento di vitalità, essere fiorente: in quel tempo erano in fiore i commerci. Per metonimia, la pianta stessa: innaffiare i fiori; giardino pieno di fiori. Fig.: non son tutte rose e fiori, non è tutto bello e facile.

2) Con vari sensi fig.: A) Persona, specialmente giovane, dalla bellezza fresca e florida: un bambino che è un fiore; che fiore di ragazza! Anche persona che spicca per particolari doti fisiche o morali: un fiore d'atleta; “quel fior di castitate” (Guarini); talvolta ironicamente: un fiore di delinquente. B) Parte migliore, parte scelta di un gruppo o di una cosa: il fiore dei poeti italiani; il fiore dell'età, degli anni, la giovinezza; fiore di farina, farina scelta senza crusca; fior di latte, panna; talora ripetuto con valore rafforzativo: il fiorfiore della cavalleria feudale;fior di conio, in numismatica, detto delle monete o medaglie perfettamente conservate, ossia nello stato in cui sono uscite dalla zecca (abbreviazione f.d.c.). Ant., raccolta dei passi più significativi di uno o più autori o degli episodi più notevoli di una storia, antologia; anche titolo di trattati relativi a un dato argomento, compilati attingendo a fonti diverse: fiore di rettorica. C) Ornamento; pregio, qualità naturale: “il fiore degli uomini sublimi: la pallidezza” (Baldini). D) Modo d'esprimersi elegante e ricercato: i fiori della lingua;fiori retorici, figure retoriche di raffinato artificio. E) Poetico, la verginità femminile: “iniquo inganno, / lasciarsi corre il virginal suo fiore” (Tasso). F) Grande quantità, abbondanza, in particolare loc.: ha speso fior di quattrini; una zona in cui prosperano fior di fabbriche.

3) Con vari sensi estens.: A) brevissimo componimento popolare in rima, nel quale l'amante è simboleggiato da un fiore. B) Superficie, parte superiore di una cosa: fiore di vino, vedi fioretta; a fiore di, in superficie, nella parte esterna: nuotare a fior d'acqua; un bruciore a fior di pelle; anche fig.: parole pronunciate a fior di labbra, mormorate a mezza voce. Con accezioni specifiche: a) nell'industria del cuoio, fiore o lato fiore, la parte superiore dello strato papillare del derma delle pelli, costituito da fibre collageniche assai fini e disposte pressoché parallelamente alla superficie in modo da formare una specie di membrana. Il fiore porta un disegno caratteristico per ogni specie animale, detto grana. Per estensione, sulla pelle grezza, si dice lato fiore la parte esposta all'aria, che porta i peli o altre produzioni epidermiche, in contrapposizione al lato carne che aderisce all'animale. b) Nella costruzione navale in legno, sommità esterna di ogni madiere; linea dei fiori, ciascuna delle due curve ideali che su ogni fianco della nave unisce i predetti punti; serrette dei fiori, i corsi del fasciame interno, molto rinforzati, posti in corrispondenza dei ginocchi. C) Nome di varie piante individuate dal tipo di fiori che producono. D) Al pl., uno dei quattro semi delle carte da gioco francesi: re di fiori. E) Nome di alcune sostanze chimiche ottenute per sublimazione: fiori di zolfo. Per analogia, al pl., nome di alcune varietà di minerali.

Botanica: generalità

Il fiore è costituito essenzialmente dall'estremità di un asse (ramo o fusto) che sostiene un certo numero di foglie fertili (sporofilli) . In base a tale definizione il fiore può essere ritrovato in tutte le Fanerogame e anche in altre specie di piante: in genere, tuttavia, il termine si usa in senso più ristretto per indicare l'apparato fiorale proprio delle Angiosperme, perché solo in queste ultime esso raggiunge il suo aspetto più tipico e la struttura più evoluta, e solo in alcune di esse è completo di tutte le sue parti, tanto che alcuni sistematici ritengono che soltanto in relazione alle Angiosperme si possa parlare di fiori in senso proprio.

Botanica: Angiosperme

Un fiore completo di angiosperma è formato da un asse di accrescimento definito e a internodi estremamente raccorciati, più o meno slargato, detto ricettacolo o talamo, che sostiene un certo numero di foglie più o meno trasformate (antofilli), in parte sterili e in parte fertili. Sul ricettacolo gli antofilli possono essere distribuiti in cerchi successivi e paralleli (cicli o verticilli), e allora il fiore si dice ciclico o verticillato, oppure a spirale (fiore aciclico), ovvero anche parte in un modo e parte nell'altro (fiore emiciclico). Alla base del ricettacolo si riuniscono i fillomi sterili: all'esterno i sepali, che nel loro insieme costituiscono il calice, più all'interno i petali, di solito colorati, che formano la corolla. Vi sono fiori che presentano uno solo di questi verticilli, e vengono detti monoclamidi, e fiori in cui mancano sia il calice sia la corolla, per cui si dicono aclamidi. Se i pezzi dell'involucro fiorale, pur essendo disposti in due verticilli, sono uguali fra loro, per cui non è possibile distinguere il calice dalla corolla, il fiore si dice omoclamide e i singoli pezzi tepali: l'involucro fiorale in questo caso si chiama perigonio mentre nei fiori in cui calice e corolla sono differenziati (fiori eteroclamidi o diclamidi) esso è detto perianzio. All'interno di questi pezzi fiorali, che sono sterili e hanno solo funzioni protettive o vessillari, si inseriscono sul ricettacolo le foglie fertili: i microsporofilli o stami, che formano l'androceo, e i macrosporofilli o carpelli che formano il gineceo. Secondo la forma del ricettacolo, convessa o concava, il punto di inserzione del calice e della corolla può risultare situato più in basso o più in alto della base dei carpelli che formano l'ovario, per cui si può avere un ovario supero o un ovario infero , mentre calice e corolla risultano rispettivamente ipogini o epigini. Normalmente i fiori presentano stami e pistilli fertili (fiori perfetti, ermafroditi o bisessuali), ma gli uni o gli altri di questi pezzi possono regredire, diventare sterili e trasformarsi in staminodi e pistillodi: il fiore allora si dice imperfetto (o unisessuale) e secondo gli organi fertili che gli rimangono viene detto pistillifero o staminifero o anche, impropriamente, femminile o maschile. In qualche raro caso il fiore può risultare del tutto sterile. Per quanto riguarda la simmetria i fiori possono presentare tutti i pezzi di ciascun verticillo uguali fra loro (fiori attinomorfi o a simmetria raggiata), oppure i pezzi di ogni verticillo possono risultare simmetrici nel loro insieme a un solo piano di simmetria (fiori zigomorfi). Molto di rado manca nel fiore ogni simmetria (fiori irregolari). Quando un asse caulinare termina con un fiore questo si dice terminale, mentre se il fiore è portato lateralmente all'asse si dice laterale: nell'uno e nell'altro caso il fiore può essere solitario oppure può avvenire che la parte della pianta che porta i fiori si differenzi nettamente dalla parte vegetativa, dando luogo a un sistema di ramificazioni destinato unicamente a sorreggere i fiori, i quali allora si dicono riuniti in infiorescenze.

Botanica: Gimnosperme

Nelle Gimnosperme i fiori sono relativamente più semplici che nelle Angiosperme: essi sono sempre unisessuali e per lo più constano di un asse più o meno allungato, generalmente ad accrescimento definito, che reca o solo microsporofilli (foglie staminali) o macrosporofilli (foglie o squame carpellari), spesso con un certo numero di squame basali che fungono da perianzio; le squame carpellari non si ripiegano mai, come nelle Angiosperme, a formare un ovario, ma si limitano a sorreggere gli ovuli. La struttura dei fiori di gimnosperma, peraltro, e in particolare di quelli femminili, costituisce oggetto di contrastanti interpretazioni circa il suo valore morfologico e le implicazioni di ordine filogenetico che questo comporta: per alcuni l'intero strobilo delle Conifere va considerato come un unico fiore femminile, mentre per altri esso non è che una infiorescenza formata da tanti fiori femminili disposti a spirale su un unico asse.

Botanica: origine del fiore

L'origine del fiore costituisce un problema di difficile soluzione, non ancora completamente chiarito, in quanto i relativi reperti paleontologici sono assai rari e non permettono di dare una risposta soddisfacente: le ipotesi formulate in merito, quindi, sono basate sullo studio comparativo delle strutture fertili, funzionalmente equivalenti, di gruppi di piante viventi meno evolute, come Felci e Gimnosperme. Secondo l'ipotesi più comune, il fiore delle Angiosperme deriva da un asse caulinare recante gli antofilli disposti regolarmente a spirale: su tale asse, procedendo verso l'apice, si trovavano prima i fillomi sterili, poi gli stami e infine le foglie carpellari, che occupavano la parte distale. Il successivo raccorciamento degli internodi, provocando la contrazione della spirale generatrice, avrebbe fatto sì che tutti gli antofilli si concentrassero su pochi piani vicinissimi fra loro: il fiore ciclico delle Angiosperme rappresenterebbe il prodotto finale di tale trasformazione e tali piante, di conseguenza, devono essere considerate più evolute di quelle con fiori aciclici; in pratica, secondo tale ipotesi (teoria euantica), le Angiosperme deriverebbero da Gimnosperme con struttura fiorale spiralata, ossia dalle Bennettitine. Secondo un'altra ipotesi (teoria pseudantica), invece, il fiore delle Angiosperme sarebbe stato originato da un'infiorescenza ermafrodita di Gimnosperme, formata da fiori unisessuali; le brattee dei fiori maschili si sarebbero trasformate nel perianzio, quelle dei fiori femminili nelle pareti dell'ovario; da ciascun fiore maschile avrebbe avuto origine uno stame e dai fiori femminili gli ovuli.

Botanica: diagrammi e formule fiorali

Le caratteristiche essenziali dei vari tipi di fiori si possono esprimere per sommi capi mediante particolari schemi (diagrammi fiorali) o per mezzo di apposite notazioni, dette formule fiorali, basate sull'uso di sigle formate da uno o più simboli che indicano di volta in volta le singole parti fiorali, il numero dei loro pezzi, i rapporti di posizione e altre caratteristiche specifiche. Fra tali simboli i più comuni sono K (calice), C (corolla), P (perigonio), A (androceo), G (gineceo): essi si fanno seguire da una cifra che indica il numero dei relativi pezzi; se posti tra parentesi, tali indici indicano pezzi concresciuti, mentre nel caso di parti composte da più verticilli i relativi indici si sommano; se poi il numero dei pezzi è indefinito (in pratica, quando è superiore a 10), si usa il segno ∞. Per indicare i rapporti di posizione dei singoli verticilli (cioè lo stato infero e quello supero), si usa sottolineare o rispettivamente sopralineare il relativo indice numerico; per descrivere la forma del fiore (regolare o irregolare), infine, si fa precedere la formula rispettivamente da un asterisco * o da una freccia ↓. Per fare un esempio, la formula relativa a un fiore di tulipano è:*, P3+3, A3+3, C(3), e quella di un fiore di fagiolo ↓, K5, C5, A(9)+1, G1.

Botanica: sistematica

Nella sistematica il fiore assume importanza diagnostica di primo piano, in quanto possiede caratteri relativamente fissi e costanti, e comunque più stabili di quelli delle foglie; i suoi particolari anatomici e morfologici, pertanto, costituiscono una traccia essenziale nella ricerca delle affinità e dei vincoli di parentela che legano i vari gruppi vegetali e costituiscono una valida base per il lavoro di classificazione.

Bibliografia

M. Chadefaud, L. Emberger, Traité de botanique systématique, Parigi, 1960; C. Cappelletti, Trattato di Botanica, Torino, 1964; I. Pizzetti, H. Cocker, Il libro dei fiori, 3 voll., Milano, 1968; S. Tonzig, E. Marré, Elementi di Botanica, vol. I, Milano, 1968; A. Dietmar, Che fiore è, Milano, 1987.

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