stilìstica

sf. [sec. XIX; da stilistico]. Scienza che studia lo stile non tanto per dare norme e criteri di giudizio, quanto piuttosto per elaborare strumenti di analisi, lasciando la possibilità di scegliere, tra le numerose forme espressive di una lingua, i modi elocutivi più idonei a manifestare il pensiero di chi scrive o parla. § Gli antichi Greci distinguevano tre generi di stile: umile o tenue (che è poi quello del linguaggio familiare, della prosa e della poesia più modesta), medio (che è quello del romanzo e della poesia narrativa), alto o sublime (che è quello dell'oratoria, della lirica, dell'epica e della tragedia). Questa tripartizione, che si perpetuò in tutta l'antichità e nel Medioevo (un suo riflesso si trova anche nella triplice partizione che Dante fa dello stile in comico, elegiaco, tragico), fu esemplificata facendo ricorso alle opere virgiliane (Bucoliche stile umile, Georgiche stile medio, Eneide stile sublime) e venne illustrata con la cosiddetta “ruota di Virgilio”. In rapporto con questa distinzione è anche la definizione dei generi letterari elaborata dai Greci che, attraverso la tradizione latina e quella medievale, è giunta, sia pure con varianti nella dizione e nuove articolazioni, fino all'epoca moderna. La stilistica moderna è sorta soprattutto per opera del linguista svizzero Ch. Bally, che nelle sue ricerche mise in particolare rilievo il valore affettivo delle scelte stilistiche. L'estetica d'ispirazione crociana, poi, ha reagito contro le rigide schematizzazioni della tradizione classica, superando il pregiudizio che ogni genere letterario debba imporre agli scrittori norme fisse e vincolanti, e rivendicando all'artista una piena libertà di espressione che trascende i confini del “genere” (si parla di “poesia” anche nel romanzo di A. Manzoni). Ogni periodo storico è poi caratterizzato da eventi letterari e stilistici che conferiscono a esso specifiche connotazioni tali da contraddistinguerlo rispetto ad altri. Nella letteratura italiana si distinguono così periodi che vanno sotto il nome di letteratura delle origini, Umanesimo, Rinascimento, barocco, Arcadia, Illuminismo, neoclassicismo, Romanticismo, verismo, decadentismo, Futurismo, ermetismo, neosperimentalismo, i cui tratti stilistici sono evidenziati da determinati aspetti espressivi e modi contenutistici che riflettono particolari situazioni culturali, ideologiche, sociali, psicologiche. Accanto a questa stilistica dei procedimenti, i linguisti moderni distinguono anche una stilistica dell'espressione, che indica la prospettiva dell'autore, il particolare lessico da lui usato, gli accorgimenti stilistici che lo caratterizzano in modo inconfondibile. Fanno parte di questa stilistica dell'espressione le innovazioni introdotte nel ritmo da ogni poeta, e la sua metrica personale con variazioni di accenti, cesure, versi, rime, strofe, che fanno sì che si passi dall'immobilismo della lirica petrarchesca alla poesia stilisticamente ben differenziata di U. Foscolo, G. Carducci, S. Quasimodo; l'uso sempre personale delle figure che dal concetto antico di “ornato” sono passate a quello di figura di significazione. Così metafora, metonimia, sineddoche, allegoria, anafora, asindeto, paronomasia, ellissi, endiadi, invettiva, litote, perifrasi, similitudine (per non citare che le figure più importanti, senza tenere conto della diversa posizione che assumono nel contesto di un periodo) rendono, secondo l'uso personale che lo scrittore ne fa, la sua opera ben differenziata rispetto a quella di un altro. L'avvento dello strutturalismo ha introdotto anche il concetto di una stilistica strutturale in cui si evidenziano soprattutto gli strumenti linguistici: “in questo assorbimento della stilistica nella linguistica, il metodo strutturale mantiene il proprio senso” (U. Eco Nella concezione della lingua come sistema funzionale le correlazioni fonetiche danno il modello delle correlazioni semantiche nelle quali, a loro volta, la critica letteraria e la stilistica trovano i modelli di intelligibilità. L'intersecarsi delle diverse funzioni linguistiche è già una scelta stilistica che va analizzata per capire il significato dato dall'autore a determinati codici. L'analisi stilistica deve quindi anche tener conto del valore espressivo della grammatica (R. Jakobson la chiama “poesia della grammatica”), che darà la chiave per individuare, nella struttura comune del codice linguistico, l'atto individuale di un autore.

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