surriscaldaménto

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sm. [da surriscaldare].

1) Negli impianti, operazione avente lo scopo di elevare l'entalpia del vapore circolante oltre il limite corrispondente a quella di vapore saturo. Il surriscaldamento si effettua di norma mediante appositi scambiatori di calore, detti surriscaldatori. Poiché nei surriscaldatori e nell'apparato evaporatore la pressione è praticamente uguale, l'aumento di entalpia avviene a pressione costante (v. anche caldaia). La pratica del surriscaldamento è generalizzata a quasi tutti gli impianti a vapore per uso industriale, anche allo scopo di ottenere vapore sicuramente asciutto. Nel caso di impianti di produzione di energia (centrali termoelettriche) il surriscaldamento è adottato di regola con diversi vantaggi fra i quali un miglioramento del rendimento e un minore logorio delle palette delle turbine. Il rendimento aumenta se vengono praticati dei risurriscaldamenti, ossia se si provvede a successivi surriscaldamenti del vapore, dopo averlo fatto espandere in altrettanti corpi di turbina ad alta pressione.

2) In metallurgia, riscaldamento di un metallo o di una lega effettuato a temperature troppo alte o per tempi troppo lunghi, per effetto del quale si produce un indesiderato ingrossamento del grano, a cui si accompagna generalmente un decadimento delle caratteristiche meccaniche. Gli effetti del surriscaldamento possono essere compensati mediante appropriato trattamento termico o con lavorazione di deformazione plastica a freddo.

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