terminazióne

sf. [sec. XVI; dal latino terminatío-ōnis]. Atto ed effetto del terminare; più spesso, la parte terminale di qualche cosa: la terminazione di un condotto. Con accezioni tecniche più particolari: A) in linguistica, termine piuttosto generico usato per indicare sia la semplice desinenza, sia più propr. tutta la parte finale di una parola, comprendente per lo più la finale del tema fusa con la desinenza: in reginam, -m è propr. la desinenza, -am la terminazione. B) Operazione catastale che consiste nel segnare i confini tra due fondi contigui (detta anche apposizione di termini). C) Reazione diretta a interrompere il processo di accrescimento di un polimero; si realizza aggiungendo al sistema una sostanza chimica, detta “terminatore di catena”, che reagisce con la parte attiva della catena polimerica in crescita, bloccandola allo stadio voluto. La reazione di terminazione permette di regolare a piacere il peso molecolare del polimero. D) In geologia, terminazione laterale, assottigliamento e chiusura di uno strato roccioso o di una lente; terminazione periclinale, zona di chiusura di una piega caratterizzata dall'immersione dell'asse della piega stessa.