zonizzazióne

sf. [da zona]. In urbanistica, suddivisione del territorio urbano in zone a specifica destinazione per controllarne e indirizzarne lo sviluppo. La zonizzazione definisce la forma, il dimensionamento e il collegamento delle singole parti della città; stabilisce l'uso del suolo e degli edifici, i terreni con divieto di edificabilità e quelli rurali; guida inoltre lo sviluppo della comunità anche con l'indicazione dei servizi. Nella cultura tedesca dell'Ottocento tra i primi a usare questo concetto fu R. Baumeister a proposito di Berlino; il concetto di zonizzazione fu poi molto usato nella cultura urbanistica inglese e americana. Per Baumeister le zone della città erano tre: industriali (da ubicare in periferia e presso corsi d'acqua e linee ferroviarie), commerciali (da ubicare in aree più prossime al centro) e residenziali, a più diretto contatto con la campagna. Nell'attuale cultura urbanistica una classificazione essenziale può essere così semplificata: zone amministrative e commerciali (centri direzionali); zone industriali, artigiane e miste comprendenti anche zone ferroviarie e portuali, di magazzinaggio, di deposito, di trasporto ecc.; zone speciali destinate a edifici e impianti di utilità collettiva, comprendenti scuole, chiese, impianti sanitari, edifici per l'amministrazione della giustizia ecc.; zone residenziali, zone verdi (parchi, giardini, campi sportivi di uso pubblico), zone rurali (dove è consentita l'edificazione solo di fabbricati colonici).

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