Spartaco: lo schiavo che osò sfidare la Repubblica Romana

spartaco

Schiavo prima e gladiatore poi, Spartaco è ricordato da tutti come colui che osò sfidare la grandezza della Roma Repubblicana capeggiando quella fu la più impegnativa delle guerre servili che, tra il II e il I secolo a.C., sconvolsero la Repubblica.

Comprato come schiavo da un lanista di Capua, Spartaco fu obbligato a divenire gladiatore, sorte che, all’epoca, spettava spesso agli schiavi. Il suo compito, come quello dei suoi compagni, fu quello di intrattenere l’antica aristocrazia e il popolo intero combattendo contro le più feroci belve all’interno dell’anfiteatro campano.

La vita di Spartaco, così come quella degli altri gladiatori, non era certo facile, basti pensare all’addestramento estremo ed estenuante cui erano sottoposti ogni giorno e alle condizioni disumane in cui erano detenuti.

Accadde così che, nel 73 a.C., Spartaco decise di ribellarsi capeggiando una violenta e numerosa rivolta che nelle prime fasi vide un susseguirsi di vittorie. Da ex militare qual era, Spartaco riuscì a fronteggiare i legionari mandati dal Senato romano il quale, inizialmente, sottovalutò la rivolta.

La ribellione intentata da schiavi e gladiatori ebbe, così, il tempo di consolidarsi e di accogliere, tra le sue fila, sempre più adepti tra contadini, schiavi fuggitivi e pastori. Nel giro di un anno la rivolta si estese a gran parte della Campania, alla Lucania e alla Calabria.

Le cose cambiarono a partire dal dicembre del 72 a.C. quando, il Senato, ormai accortosi delle preoccupanti dimensioni e dell’importanza che aveva assunto la rivolta degli schiavi, diede a Marco Licinio Crasso il compito di fermare i ribelli. L’esercito romano, numeroso e molto forte, dapprima costrinse Spartaco a una ritirata e poi a un confronto diretto in una cruenta battaglia nei pressi di quella che è oggi l’attuale Lucania. I resti del sanguinolento scontro sono stati rinvenuti nei decenni passati attraverso scavi archeologici che hanno riportato alla luce corazze e armi dell’epoca.

La truce battaglia contò la morte di 60.000 schiavi, molti dei quali furono fatti crocifiggere da Crasso lungo la via Appia. Lo stesso Spartaco fu trucidato. Da allora e per tutti i secoli successivi, il gladiatore è ricordato come un eroe esemplare, un paladino della libertà, un uomo giusto e onesto che stoicamente osò sfidare la Repubblica proprio negli anni che precedettero l’instaurarsi dell’impero.

Assurto a eroe proletario anche da Karl Marx che lo definì “il primo rappresentante del proletariato, nonché, un grande generale”, Spartaco è diventato un mito, una leggenda che ha ispirato non solo eminenti personalità politiche della storia moderna ma anche scrittori e registi del nostro tempo.

photo credit: Sebastià Giralt via photo pin cc