I controlli in gravidanza

Nonostante la gravidanza rappresenti, nella maggior parte dei casi, un evento fisiologico e non sia da considerare una malattia, è opportuno sottoporsi a una visita ginecologica non appena si abbia il sospetto o la conferma di essere rimaste incinte, soprattutto se si tratta di una gravidanza non programmata e quindi non preceduta da accertamenti preliminari. Esiste infatti la possibilità, nel 20% dei casi circa, di intraprendere una gravidanza a rischio di maggiori complicazioni materne o fetali rispetto alla media e questa eventualità va identificata precocemente per disporre i controlli dei mesi successivi in modo mirato e personalizzato. Si considerano fattori di rischio: condizioni socio-economiche disagiate, ambiente di lavoro ecologicamente dannoso, immigrazione, solitudine, età inferiore ai 18 anni o superiore ai 35, alimentazione scadente, peso eccessivamente alto o basso, malattie generali (ipertensione, cardiopatie, diabete, malattie del fegato, dei reni o endocrinologiche, anemia grave), malattie ginecologiche (compresi aborti, parti prematuri, pregressa sterilità o interventi chirurgici).
Dopo la prima visita, mediamente i controlli successivi si eseguono mensilmente fino all'ottavo mese, poi ogni due settimane e prevedono la sorveglianza dello stato di salute generale della donna e del feto, con particolare attenzione allo sviluppo dell'utero, al battito cardiaco fetale, all'evoluzione del peso corporeo, all'andamento della pressione arteriosa. Le visite saranno integrate dalla valutazione degli esami del sangue e delle urine (circa ogni due mesi), dei tamponi vaginali (24° e 34° settimana) e delle ecografie (11°-13°settimana, 20°-22°settimana, 32°-34° settimana). È opportuno inoltre sottoporsi a una visita oculistica (possibile peggioramento dei disturbi visivi per un aumento del contenuto di acqua nel cristallino) e a una visita odontoiatrica (disturbi gengivali e suscettibilità alla carie).
Un aspetto particolare è rappresentato dalla diagnosi prenatale: se infatti generalmente i difetti genetici più grossolani conducono ad aborto spontaneo nelle fasi iniziali dello sviluppo embrionario, alcune aberrazioni cromosomiche e difetti genetici minori non compromettono la nascita di bambini, che risulteranno poi portatori di handicap più o meno gravi; inoltre infezioni contratte in gravidanza dalla madre (quali rosolia, toxoplasmosi, malattia erpetica, morbillo, parotite, sifilide, malattia da citomegalovirus ecc.) possono determinare nel feto gravi malformazioni a livello di cervello, cuore, apparato visivo e uditivo.
Nei casi in cui sia indicata una diagnosi prenatale si sceglierà la metodica più opportuna (villocentesi, amniocentesi, funicolocentesi) per l'identificazione delle anomalie fetali, in modo tale da fornire alla coppia più dati possibili riguardanti la salute del bambino, al fine di prendere una decisione consapevole riguardo all'opportunità di portare avanti la gravidanza o di interromperla (aborto terapeutico).