I vissuti della donna dopo il parto

Il parto, spesso vissuto come il momento conclusivo di una lunga attesa, segna in realtà l'inizio della vita nuova del neonato e dei genitori.

La nascita di un figlio rivoluziona, oltre che il vivere reale della madre, anche il suo mondo interno e i significati simbolici che lo caratterizzano.

Essa implica soprattutto la perdita di uno status di libertà personale, mentre le nuove responsabilità, soltanto pensate durante la gravidanza, diventano esperienza tenendo il nuovo nato tra le braccia: il suo benessere, la sua vita stessa dipendono esclusivamente dalle cure della mamma. E su di lei grava un altro cambiamento: centro dell'attenzione per nove mesi durante i quali tutti si interessavano della sua salute, ora, dopo il parto, quando si sente stanca, dolorante e forse un po' isolata e bisognosa di cure, avverte che l'interesse degli altri è completamente rivolto al nuovo arrivato.

Dopo il parto il ritorno alla vita normale dovrà essere graduale e regolato anche dal progressivo recupero fisico. Man mano passeranno la stanchezza, la difficoltà nel dormire, l'irritabilità, la paura di non farcela, la tristezza e l'ansia, il timore di rimanere brutte e grasse e di non suscitare né provare più desiderio sessuale.

Il dopo parto, quindi, è una condizione caratterizzata da disturbi transitori, provocati dalla stanchezza materna in seguito alla gravidanza e alle difficoltà psicologiche e pratiche che la cura del neonato comporta. Frequentemente è presente la malinconia post-partum (nel XIX secolo chiamata "febbre da latte" poiché associata ai cambiamenti ormonali che accompagnano la montata lattea) che si manifesta con crisi di pianto e tristezza della durata di pochi giorni. In alcuni casi, invece, questa condizione degenera e assume caratteristiche patologiche che sfociano in episodi di maggiore gravità conosciuti come depressione post- partum o psicosi post-partum.

Ma se molte delle difficoltà sopra descritte sono destinate a passare, trovare una nuova identità in un nuovo ruolo diventa invece un compito importante e duraturo, perché per una donna avere un bambino significa perdere una parte di se stessa, oltre che accettare di non essere più solamente figlia e compagna. E nel processo di rinascita che accompagna tutti i cambiamenti significativi, sarà proprio il bambino ad aiutare la donna: nell'arco dei primi tre mesi di vita del nuovo arrivato la madre rinasce con il proprio figlio, anche se, perché questo accada, è necessario che al bambino immaginario venga sostituito il bambino reale, che si impara a conoscere e ad amare giorno per giorno.
Durante questo cammino, il compito principale del padre è quello di assicurare comunque il benessere emotivo della sua compagna, facendo opera di sostegno al ruolo materno. La nuova mamma ha bisogno di attenzioni da parte del proprio partner e da parte della famiglia d'origine, così da non sentirsi isolata di fronte alle nuove responsabilità e così da continuare a percepire l'amore degli altri per se stessa in quanto donna e non in quanto mamma del nuovo nato.