150 anni di Roma capitale

roma-capitale.jpg

Il 3 febbraio 1871 venne approvata la legge che trasferì la Capitale d'Italia a Roma, che divenne una delle città più importanti e visitate al mondo.

L’unificazione italiana

Il 21 ottobre 1860, coerentemente con la parola d’ordine con la quale aveva iniziato la sua impresa («L’Italia e Vittorio Emanuele!»), Garibaldi ordina che si tengano plebisciti di annessione, tanto in Sicilia quanto nel Mezzogiorno continentale. Gli elettori sono chiamati a pronunziarsi sulla seguente formula: «Il popolo vuole l’Italia una ed indivisibile, con Vittorio Emanuele, Re costituzionale, e suoi legittimi discendenti». I risultati sono nettissimi: in Sicilia i favorevoli all’annessione sono 432.053, nel Mezzogiorno continentale 1.302.064.

E mentre l’esercito inviato da Cavour entra nelle Marche e poi in Abruzzo, Vittorio Emanuele II incontra Garibaldi a Teano, che gli cede la sovranità sulle terre conquistate. A novembre si tengono anche i plebisciti di annessione delle Marche e dell’Umbria, che integrano il processo di unificazione. 

Nel giro di un anno e mezzo (dall’aprile 1859, data di inizio della cosiddetta seconda guerra di indipendenza) accade l’impensabile: la massima aspirazione del movimento risorgimentale, cioè la creazione di uno Stato-nazione italiano, diventa realtà. Il nuovo Regno d’Italia si è costituito, ma vi sono terre italiane che non ne fanno ancora parte: Roma e il Lazio, Venezia e il Veneto. 

La conquista di Roma e lo spostamento della capitale nella città eterna

Dopo aver conquistato faticosamente il Veneto attraverso una guerra che vedeva schierato il nuovo Stato unitario, insieme ai prussiani, contro l’Austria, rimaneva comunque aperto il problema dello Stato pontificio e di Roma. 

Papa Pio IX, sin dalla primavera 1848 si era allontanato dal movimento nazionale. Nel corso degli anni Cinquanta, i rapporti con i governi del Piemonte costituzionale erano stati costellati da numerosi attriti (dalla legge Siccardi all’abolizione degli enti ecclesiastici contemplativi). Ma la svolta definitiva nei suoi rapporti con l’intero Risorgimento, con le sue idealità, con le sue realizzazioni avviene tra il 1859 e il 1860, quando gran parte dei territori dello Stato Pontificio vengono sottratti per poi essere inclusi nel nuovo Stato italiano. La reazione del Papa è molto dura: una Scomunica Maggiore nei confronti di tutti coloro che hanno concorso all’usurpazione di quelle terre e poi l’interruzione dei tentativi di trattativa per una qualche forma di riconciliazione. 

Negli anni successivi le tensioni si inaspriscono a causa di una serie di atti di dichiarata conflittualità da parte del Papa e di uno Stato italiano che non fa nulla per attenuarle. 

Il 20 settembre 1870 l’esercito italiano, guidato dal generale Raffaele Cadorna, entra a Roma, dalla breccia di Porta Pia, non più difesa dalle truppe francesi di Napoleone coinvolte in una crisi internazionale. Al Papa, la cui rabbia è assoluta, lo Stato italiano riconosce come territorio proprio solo una piccola area di Roma. 

Il 2 ottobre 1870 l’annessione di Roma e del Lazio è sancita da un plebiscito. Il 21 gennaio viene approvato il trasferimento della capitale da Firenze a Roma, reso ufficiale dalla legge n.33 del 3 febbraio 1871, la quale definiva anche il regolamento e la nominata Commissione governativa con la funzione di attuare, coordinare e sovrintendere tutte le operazioni per l’insediamento degli organi di governo. La città eterna diventa la nuova capitale. 

Roma diventa capitale

Perché venne scelta Roma come capitale?

Molto probabilmente Roma fu voluta sin da subito come capitale perché è lì che ha sede la Chiesa Cattolica. Tale atto poteva essere visto come una mossa strategica per porre fine ai continui attriti tra lo stato Pontificio e il Regno d’Italia. Quando il Papa venne relegato in un territorio minuscolo, il Re del Regno prese il suo posto nel suo palazzo sul colle più alto della città. 

Come avvenuto in precedenza per Firenze, anche le ragioni geografiche giocarono un ruolo di rilievo: Roma si trovava in pieno centro del Regno appena formatosi. 

Inoltre, come affermato da Camillo Benso conte di Cavour, solo nella città di Roma concorrevano “tutte le circostanze storiche, intellettuali, morali che devono determinare le condizioni della capitale di un grande stato”.

150 anni di Roma Capitale d’Italia

Il 3 febbraio 2020 il Campidoglio ha dato il via alle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dall’istituzione di Roma come capitale d’Italia. Un programma di eventi dalla durata di un intero anno, fino al febbraio 2021, il compimento dell’anniversario. Il Presidente della Repubblica ha aperto le celebrazioni con un concerto organizzato da Roma Capitale e dal Teatro dell’Opera in collaborazione con il Ministero della Difesa.

 

Claudia Monticelli