10 giornalisti uccisi mentre cercavano la verità
Hanno raccontato ingiustizie, guerre, malaffare e giochi di potere, pagando un prezzo salatissimo. Da Maria Grazia Cutuli a David Beriáin, 10 storie di giornalisti che hanno perso la vita per amore della verità.
Il 19 novembre 2001 la giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli veniva uccisa in un agguato presso Sarobi, in Afghanistan, lungo la strada che da Jalalabad porta a Kabul. Insieme a lei furono assassinati tre colleghi: l'inviato di El Mundo Julio Fuentes e due corrispondenti della Reuters, l'australiano Harry Burton e l'afghano Azizullah Haidari. Maria Grazia Cutuli è però solo una dei tanti giornalisti che sono stati uccisi mentre cercavano la verità.
1. Maria Grazia Cutuli
Nata a Catania nel 1962, Cutuli aveva iniziato come collaboratrice del quotidiano La Sicilia, per poi trasferirsi a Milano, dove cominciò a lavorare per Epoca. Appassionata di politica estera, a metà Anni ‘90 era passata al Corriere della Sera: all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle venne inviata in Afghanistan, dove avrebbe trovato la morte due mesi dopo.
2. Ilaria Alpi
L’inviata del Tg3 Ilaria Alpi fu assassinata a colpi di kalashnikov il 20 marzo 1994 a Mogadisco, in Somalia, insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin. Laureata in Lingua e letteratura araba alla Sapienza, aveva lavorato come corrispondente per Paese Sera e L’Unità dall’Egitto, prima di vincere il concorso per giornalisti Rai. Assegnata inizialmente a Rai Sat, poco dopo fu trasferita agli esteri del Tg3, testata per la quale lavorò come inviata da Marocco, Libano, Kuwait e Somalia, a più riprese. Ilaria Alpi fu uccisa a causa della scomoda inchiesta che stava portando avanti, riguardante un traffico internazionale d’armi e rifiuti tossici illegali.
3. Veronica Guerin
Il 26 giugno 1996 la giornalista irlandese Veronica Guerin si fermò con la sua auto a un semaforo rosso alla periferia di Dublino. Le si affiancò una motocicletta, con a bordo due uomini: uno di essi tirò fuori una pistola, esplodendo sei colpi contro di lei, uccidendola. Reporter del Sunday Independent, era diventata nota per la sua lotta al narcotraffico, in un periodo in cui l’Irlanda si trovava all’apice del consumo di droga: un anno prima dell’assassinio, un sicario a volto coperto l’aveva gambizzata all’interno della sua abitazione. Dalla sua storia sono stati tratti due film: When the sky falls (2000) e Veronica Guerin - Il prezzo del coraggio (2003), in cui è stata interpretata da Cate Blanchett.
4. Antonio Russo
Inviato di Radio Radicale, il 40enne Antonio Russo fu ucciso in circostanze misteriose a Tbilisi, Georgia, il 16 ottobre 2000. Corrispondente in precedenza da Algeria, Burundi, Ruanda, Ucraina, Colombia, Bosnia e Kosovo, dove aveva denunciato la pulizia etnica contro gli albanesi cossovari sfuggendo in modo rocambolesco ai rastrellamenti serbi, era in Georgia per documentare la guerra in Cecenia. Il suo corpo fu ritrovato, con segni di tortura, ai bordi di una stradina di campagna a 25 km da Tbilisi.
5. Daniel Pearl
Giornalista del Wall Street Journal, lo statunitense Daniel Pearl lavorava come capo ufficio per l'Asia meridionale e viveva stabilmente a Mumbai, in India. Inviato in Pakistan nell'ambito di un'indagine sui presunti legami tra il britannico Richard Reid e al-Qaeda, fu rapito a Karachi il 23 gennaio 2002 dai fondamentalisti. Inutili gli appelli da parte della moglie Marianne, incinta di sei mesi, mentre i rapitori inviavano una serie di richieste inesaudite agli Stati Uniti: Pearl, accusato dai terroristi di essere un agente della Cia, fu decapitato l’1 febbraio. I rapitori filmarono l’esecuzione, rendendo pubblico il video.
6. Anna Politkovskaja
Nota per le sue pubblicazioni sulla Cecenia e sulla corruzione in Russia, la giornalista Anna Politkovskaja fu uccisa il 7 ottobre 2006 con quattro colpi di pistola nell’ascensore del condominio dove abitava, nel centro di Mosca. L’omicidio della giornalista ebbe un grande risalto sulla stampa internazionale, ma non fu un fulmine a ciel sereno: firma di spicco del periodico indipendente Novaja Gazeta, Politkovskaja era stata già oggetto di minacce di morte e persino di un tentativo di avvelenamento con un tè servito a bordo dell’aereo che la stava portando in Ossezia del Nord, per seguire l’assedio alla scuola di Beslan.
7. Sokratis Giolias
Non “serve” essere affermati reporter internazionali per essere uccisi. Le inchieste possono rendere scomodo anche un giornalista locale. Come Sokratis Giolias, cronista investigativo e conduttore tv, il primo assassinato in Grecia in oltre 25 anni: era il 19 luglio 2010 quando fu colpito 13 volte con armi automatiche calibro 9 a Ilioupoli, area metropolitana di Atene. Il suo assassinio fu rivendicato dall’organizzazione terroristica Setta dei Rivoluzionari.
8. Vittorio Arrigoni
Attivista dei diritti umani, scrittore e blogger. Vittorio Arrigoni aveva partecipato a diverse missioni di cooperazione umanitaria che lo portano, trascorrendo lunghi periodi all’estero, prima nei Paesi dell’Est Europa, poi in Perù e in Africa. Nel 2002 era entrato a far parte della Ong International Solidarity Movement e si era trasferito nella striscia di Gaza: fu l’unico cronista italiano sul campo, durante l’offensiva israeliana "Piombo Fuso", che tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 fece migliaia di vittime palestinesi. Il 14 aprile 2011, all’uscita da una palestra di Gaza, fu sequestrato da un commando e giustiziato il giorno successivo.
9. Daphne Caruana Galizia
La cronista e blogger maltese Daphne Caruana Galizia è rimasta uccisa il 16 ottobre 2017 dall’esplosione di una bomba piazzata nella sua auto: titolare dell'inchiesta sui Malta Files, aveva anche indagato sul coinvolgimento nei Panama Papers di importanti figure locali, come la moglie del premier Muscat. Due settimane prima dell’attentato dinamitardo, aveva denunciato alla polizia di aver ricevuto minacce di morte.
10. David Beriáin
Lo spagnolo David Beriáin, giornalista e conduttore noto per le inchieste sulle organizzazioni criminali, è ucciso il 26 aprile 2021 in un agguato in Burkina Faso, dove si trovava per un documentario sul bracconaggio. Insieme a lui il cameraman Roberto Fraile e l’irlandese Rory Young, co-fondatore del gruppo anti-bracconaggio Chengeta Wildlid Foundation. Beriáin, 44 anni, aveva coperto le guerre in Afghanistan e Iraq per il quotidiano La Voz de Galicia.
Matteo Innocenti