Nuove parole per un nuovo mondo: intersezionalità

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Ultimamente si sente sempre più parlare di intersezionalità: in realtà il termine nasce alla fine degli anni '80 ma oggi è al centro delle politiche e dell'attivismo volto a scardinare radicate dinamiche di potere e di oppressione. Approfondiamo questo importante argomento.

Una donna nera porta con sé due potenziali caratteri discriminatori: l’essere donna e l’appartenere a una diversa etnia. Queste due identità, intrecciandosi in un essere umano unico, producono fenomeni di intersezionalità. In pratica, i caratteri possono dare luogo a più forme di discriminazione che causano ingiustizie sociali e forme di oppressione. Il concetto di intersezionalità è diventata una coordinata importante nell’impostazione di policy sociali volte a una maggiore inclusione e a un’analisi più complessa di problemi attualmente situati nel cosiddetto “angolo cieco” delle comunità.

Cosa significa intersezionalità

La parola intersezionalità indica un approccio teorico, che può sfociare in interventi di policy, che considera l'interconnessione tra diverse identità relative a caratteri come etnia, disabilità, orientamento o genere sessuale, nazionalità, specie e le relative forme di discriminazione (quindi razzismo, abilismo, omofobia e transfobia, xenofobia, specismo). Il significato di intersezionalità è stato mutuato dalle scienze sociali, nonché dalla teoria femminista. 
Il concetto di intersezionalità serve a dare una nuova lettura dei fenomeni discriminatori e sociali, mettendo in evidenza le dinamiche di potere e di oppressione che vengono perpetrate in determinati ambienti. Obiettivo: cogliere le ingiustizie a cui, ancora oggi, non si riesce a dare un nome. 

Storia dell'intersezionalità

A introdurre questo termine è stata la giurista esperta in leggi antidiscriminazione e attivista americana Kimberlé Crenshaw nel 1989. In un Ted Talk Crenshaw ha raccontato che ha iniziato a usare il termine intersezionalità per affrontare il fatto che molti dei nostri problemi di giustizia sociale, come razzismo e sessismo, spesso si sovrappongono, creando livelli multipli di ingiustizia sociale.

Tutto è iniziato con Emma DeGraffenreid, una donna afroamericana che aveva denunciato una fabbrica di automobili locale per discriminazione sessuale e di razza. La richiesta era stata respinta perché il giudice aveva controbattuto che la fabbrica aveva assunto donne e persone di colore, non riconoscendo che il problema sussisteva proprio della combinazione della doppia discriminazione.

«Non c'era un nome per questo problema. E senza nome, non lo si riesce a vedere o a risolvere», ha spiegato. Così Crenshaw ha usato il concetto di intersezione tra strade - quella del razzismo e del sessismo - per spiegare il fenomeno al centro del quale si trovava Emma. «Come chiamate subire l'impatto di forze multiple ed essere poi abbandonati a provvedere a sé stessi? Intersezionalità mi è sembrato adatto».
Quindi il ragionamento di Crenshaw dimostra che persone o gruppi di persone di sesso femminile possono essere al centro di più forme discriminatorie nello stesso momento. Ma questo potrebbe valere anche per soggetti di sesso maschile, purché colpiti da più cause di discriminazione contemporaneamente.

Intersezionalità e femminismo

Il concetto di intersezionalità è utilizzato dalla teoria femminista per spiegare che, seppur accomunate dall'appartenere allo stesso genere sessuale (almeno alla nascita), le forme discriminatorie subite dalle donne poi prendono strade diverse. Nazionalità di appartenenza, classe sociale, orientamento sessuale, etnia possono originare fenomeni multipli di oppressione e discriminazione. 

Tenendo fermo questo punto di partenza e considerando le condizioni e i contesti sociali in cui si perpetuano i fenomeni discriminatori, l'intersezionalità è il concetto alla base della presa di coscienza della necessità di promuovere politiche che possano realizzare un contesto sociale realmente inclusivo. Qualora non si tenga presente questo concetto di riferimento, il rischio è quello di creare una società che tenga in considerazione solo il modello maggiormente diffuso di donna. Ad esempio, nel mondo Occidentale questo coinciderebbe con la formula "bianca, eterosessuale, di religione cristiana", tralasciando tutte le altre caratteristiche.

L'intersezionalità in sociologia

Un'espressione sinonimo di intersezionalità potrebbe essere "differenze e discriminazioni multiple", concetto al centro di molte politiche di genere e all'origine di numerose osservazioni sociologiche legate alle condizioni di vulnerabilità e rischio di emarginazione di minoranze. La teoria si rivela utile per costruire interventi mirati a raggiungere tutti i soggetti - donne, soprattutto - rispetto ai propri specifici bisogno cautelativi, rispondendo alle esigenze dei differenti gruppi di appartenenza.
Tra gli esempi di intersezionalità c'è il caso del burkini. A essere colpite attraverso il discorso sociale sviluppatosi su questo capo di abbigliamento c'è un gruppo di donne, musulmane, immigrate di prima o seconda generazione, perseguitate per la propria identità di genere e per la propria scelta religiosa.

Analizzando l'interconnessione tra più categorie sociali e le relazioni di potere che le incorniciano o vessano, l'intersezionalità cerca in ultima analisi di correggere gli squilibri di potere e di dare voce ai gruppi posti ai margini della società.

Stefania Leo

Foto di apertura: Immagine di Freepik