La storia dell'aspirapolvere e della scopa elettrica: i 10 momenti topici

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L’evoluzione dell'aspirapolvere e della scopa elettrica: 150 anni di innovazioni e conquiste per una casa pulita e igienizzata.

Ci sono voluti circa cento anni prima che questo essenziale strumento entrasse in tutte le abitazioni del mondo e migliorasse notevolmente il livello di igiene delle nostre case. La comodità degli aspirapolvere che utilizziamo quotidianamente è qualcosa che diamo per scontato, eppure i primi prototipi erano tutt'altro che pratici e accessibili. Chi ha inventato l'aspirapolvere, e quali sono i momenti topici della sua evoluzione? Proseguiamo nella lettura per scoprire tutto quello che c'è da sapere sulla storia dell'aspirapolvere e della scopa elettrica, dai primi prototipi fino ai modelli più intelligenti e tecnologici.

1869 – I primi prototipi di aspirapolvere della storia

La paternità dell'aspirapolvere così come lo conosciamo oggi non è esclusiva di un solo creatore: l'invenzione dell'aspirapolvere, infatti, è frutto di più intuizioni e di continui miglioramenti apportati nel tempo, con l'ausilio di tecnologie sempre più efficaci.

Tra i primi prototipi di aspirapolvere della storia troviamo una macchina per la pulizia delle superfici a terra, una sorta di battitappeto ideato dall'americano Daniel Hess nel 1860. Il prototipo di Hess era caratterizzato da spazzole rotanti che, strofinando contro il tappeto, sollevavano la polvere dalla trama e la catturavano all'interno di un sacco asportabile grazie a dei mantici. Nel 1869, poi, Ives W. McGaffey brevettò a Chicago il "Whirlwind" (letteralmente "vortice"), un aspirapolvere ante litteram realizzato in legno e tela che impiegava una ventola la quale, azionata tramite una manovella, girava a grande velocità intorno alla bocchetta provocando il risucchio della sporcizia.

Pochi anni dopo che McGaffey aveva depositato il brevetto della sua creazione e fondato la American Carpet Cleaning Co., nel 1876, Melville Bissell sviluppò un battitappeto che sfruttava la medesima intuizione: il Bissell Carpet Sweeper era in sostanza una scatola di legno dotata di rotelle a cui erano collegate delle spazzole che entravano in azione quando il battitappeto veniva spinto attraverso un lungo manico; la scatola, una volta riempita di sporcizia, si poteva svuotare. Ma vediamo quali altri prototipi hanno fatto la storia dell'aspirapolvere.

1899 - John Thurman e l’aspirapolvere a motore trainato da cavalli

Un altro modello interessante fu quello dell'americano di John S. Thurman. Per rimpiazzare la tradizionale scopa, l'uomo originario del Missouri aveva messo a punto un apparecchio del tutto particolare, che venne brevettato nel 1899. Si trattava di un ingombrante macchinario alimentato a benzina, che da molti è considerato il primo aspirapolvere a motore della storia. A differenza dei prototipi messi a punto in precedenza, però, il modello di Thurman non aspirava la polvere, bensì la soffiava via indirizzandola in un serbatoio mediante un soffio di aria compressa.

Thurman offriva un servizio di pulizie itinerante nella città di St. Louis: il macchinario veniva messo in azione "a domicilio", ma era così pesante che per spostarlo la sola forza dell'uomo non era sufficiente. Per questo l'invenzione di Thurman è conosciuta anche come l'aspirapolvere trainato da cavalli e rappresenta uno dei momenti più spettacolari legati alla storia dell'aspirapolvere. Più che un apparecchio efficace, questo prototipo era un fenomeno per i curiosi, che infatti si accalcavano attorno al serbatoio trasparente del macchinario per vedere le grandi quantità di polvere e sporcizia catturate.

L'aspirapolvere trainato a cavalli era rumoroso e ingombrante e di certo non potè sostituirsi all'olio di gomito nelle case degli americani. Malgrado ciò, il prototipo di Thurman, in mostra durante una presentazione a Londra, incuriosì l'ingegnere inglese Hubert Cecil Booth. Booth comprò il brevetto di Thurman e perfezionò la sua invenzione. Proseguiamo nella lettura per vedere come.

1901- Hubert Cecil Booth e il primo “pulitore ad aspirazione”

È appunto al britannico Booth che si deve il primo prototipo che utilizza gli stessi principi dell'aspirapolvere moderno così come lo conosciamo oggi. Si dice che Booth mise un fazzoletto sulla sedia di un ristorante, ci posò sopra la bocca e iniziò a risucchiare l'aria: osservando le particelle di sporco che si erano depositate sul fazzoletto, comprese che la sua intuizione era giusta e, partendo dalla struttura del prototipo di Thurman, diede il via alla sua ricerca.

Nel 1901 Booth brevettò il "Puffing Billy", un pulitore ad aspirazione azionato da un motore a combustione. Il motore metteva in funzione una pompa che consentiva ai lunghi tubi che partivano dal corpo del macchinario di sollevare la polvere con un risucchio d'aria e farla depositare su un filtro di tela all'interno di un serbatoio di scarico. Fu proprio per promuovere questa nuova invenzione che venne creato il nome "vacuum cleaner", che ancora oggi indica l'aspirapolvere in inglese. Il Puffing Billy doveva essere manovrato da almeno due persone, era rumoroso e decisamente troppo grande per essere accessibile a tutti, eppure ottenne presto un buon successo. Scopriamo perché.

1902 - L’incoronazione di Edoardo VII e il debutto del modello di Booth

Nel 1902 Booth ottenne l'autorizzazione di utilizzare il suo innovativo vacuum cleaner per eseguire i servizi di pulizia della Città di Londra prima dell'Incoronazione di Edoardo VII. In quell'occasione il Puffin Billy era riuscito a raccogliere oltre 26 tonnellate di polvere e sporcizia, liberando dallo sporco gran parte delle vie centrali della città. Booth aveva ottenuto i primi brevetti soltanto pochi mesi prima, nel 1901, ma grazie ai successi durante l'incoronazione la sua fama crebbe così tanto che il suo macchinario iniziò a essere impiegato regolarmente anche dalla Marina Militare Britannica e per la pulizia di fabbriche, teatri e negozi.

Alcuni anni dopo Booth mise peraltro a punto il primo modello di aspirapolvere elettrico e fondò la Goblin, un'impresa dedicata ai servizi di pulizia domestica e industriale, impiegando i seguenti decenni a perfezionare ulteriormente la sua invenzione.

1907 - James Murray Spangler inventa il primo aspirapolvere elettrico portatile

Individuate le tecnologie funzionanti, la vera sfida in quegli anni era quella di trasformare un macchinario ingombrante in un aspirapolvere compatto e maneggevole, portatile, uno strumento che potesse entrare in qualsiasi casa.

Il primo prototipo di aspirapolvere portatile è quello di Walter Griffiths, che nel 1905 aveva ideato un tubo flessibile con dei mantici per risucchiare l'aria e pulire meglio i tappeti. Il primo vero aspirapolvere elettrico portatile, però, venne realizzato da James Murray Spangler nel 1907. Spangler, un addetto alle pulizie dell'Ohio, mise a punto una macchina che era caratterizzata da una spazzola rotante e una ventola azionata elettricamente, grazie alla quale lo sporco veniva raccolto in una sacca ricavata dalla federa di un cuscino.

Quello di Spangler fu il primo aspirapolvere a impiegare una sacca di tela come serbatoio di raccolta. Quale fu il ruolo di William H. Hoover nel trasformare il modello di Spangler nell'invenzione che avrebbe rivoluzionato il mondo della pulizia domestica? Per migliorare l'aspirapolvere elettrico portatile ci vollero il suo intuito e le sue risorse. Ecco cosa accadde.

1908 - William H. Hoover e la nascita dell’aspirapolvere moderno

A ridosso della scoperta, Spangler aveva fondato la Electric Suction Sweeper Company per perfezionare la sua invenzione e iniziare a distribuirla. Tuttavia, come spesso succede, tra il dire e il fare mancava il denaro. Fu così che entrò in gioco l'imprenditore William H. Hoover, marito di una cugina di Spangler, che venne impressionato dall'aspirapolvere e decise di investire nell'impresa, diventandone anche presidente.

Hoover comprò il brevetto dell'apparecchio nel 1908 e apportò alcuni miglioramenti, per esempio scegliendo l'acciaio come materiale per il serbatoio, rendendo più gradevole il design dello strumento. Spangler continuò a lavorare con Hoover, che nel 1922 trasformò l'impresa dando vita alla nota Hoover Company. Nel giro degli anni successivi la Hoover introdusse le sacche usa e getta per gli scarti e realizzò anche il primo modello in posizione verticale. Da quel momento, la Hoover si impose come una delle aziende leader nella produzione di apparecchi per la cura e pulizia domestica e industriale e, di fatto, la realtà più celebre nella nascita dell'aspirapolvere moderno.

Le declinazioni dell’aspirapolvere moderno

Come è facile immaginare, per la prima metà del XX secolo l'aspirapolvere era un lusso che in pochi si potevano permettere, ma dopo la Seconda guerra mondiale iniziò a entrare in tutte le case europee e americane. Oggi l'aspirapolvere è il principale strumento di pulizia domestica in tutto il mondo, ma come si è arrivati alle scope elettriche e ai modelli più efficienti?

Con il progredire delle tecnologie, furono a poco a poco messi a punto aspirapolvere sempre più piccoli e sofisticati, con consumi inferiori e minore inquinamento acustico. Questi aspirapolvere rispondevano essenzialmente a tre esigenze: maggiore praticità, efficienza e versatilità.

Negli anni gli aspirapolvere elettrici diventarono sempre più potenti e facili da usare e vennero arricchiti da una serie di accessori aggiuntivi che si adattavano alla pulizia delle superfici più diverse: pensiamo ai tubi telescopici di lunghezza regolabile, alle spazzole lavapavimento o ai vari tipi di bocchetta che consentono di pulire in modo più efficace anche punti difficilmente raggiungibili. Conosciamo ora le varie declinazioni dell'aspirapolvere moderno e i momenti topici della sua storia.

Anni ’90: i primi aspirapolvere a ciclone senza sacchetto

Uno dei modelli più in voga negli ultimi decenni del XX secolo era il classico bidone aspiratutto, l'apparecchio dalla caratteristica forma cilindrica con rotelle dotato di tubo di aspirazione flessibile e sacchetto di carta interno per la raccolta della polvere. Il bidone aspiratutto a traino, con sistema avvolgicavo, consentiva un maggiore raggio di azione e per questo si adattava anche alla pulizia degli esterni. Oggi se ne trovano modelli più silenziosi, maneggevoli e compatti; alcuni utilizzano la tecnologia basata sull'utilizzo di filtri, altri invece impiegano il sistema di separazione ciclonica.

Una delle maggiori rivoluzioni nell'ambito della storia degli aspirapolvere è stata appunto l'invenzione della tecnologia ciclonica, che si deve al britannico James Dyson. Il suo G-Force, concepito nel 1983 e distribuito per la prima volta in Giappone, venne messo a punto dopo ben 5.127 prototipi e fu il primo aspirapolvere a sfruttare la forza centrifuga per purificare l'aria e catturare lo sporco all'interno del serbatoio di raccolta. Dieci anni dopo Dyson realizzò il DCO1, il primo modello ad aspirazione costante, e il Dyson Dual Cyclone, l'aspirapolvere a ciclone senza sacchetto con ben due camere cicloniche.

Una grande novità apportata dagli aspirapolvere ciclonici riguarda appunto l'eliminazione del sacchetto di raccolta, cosa che abbatte sia i costi sia i problemi di reperibilità, ma riduce anche l'impatto ambientale – un tratto, questo, che riguarda anche l'impiego di motori sempre più prestanti. L'aspirapolvere a ciclone senza sacchetto utilizza un'elica posizionata all'ingresso della cassetta ciclonica per creare un vortice che separa lo sporco raccolto dall'aria e lo immagazzina all'interno del cono, che poi può essere semplicemente svuotato.

È in questi anni che viene sviluppata la naturale evoluzione dell'aspirapolvere: parliamo della scopa elettrica con tecnologia ciclonica, uno strumento facile da maneggiare, che arriva ovunque ed è perfetto anche per le pulizie quotidiane più veloci. Leggera e comoda da usare, la scopa elettrica nasce per dare una risposta concreta all'esigenza di praticità. Grazie ai suoi accessori e all'estrema versatilità, la scopa elettrica è l'apparecchio che ha rivoluzionato la pulizia domestica. E dopo gli aspirapolvere ciclonici senza sacchetto quali sono stati i modelli di aspirapolvere più innovativi?

2002 - La nascita del robot aspirapolvere

Una delle invenzioni accolte con più clamore all'avvento del nuovo secolo è quella del robot aspirapolvere, che sfrutta diversi tipi di tecnologia per effettuare le pulizie in maniera automatizzata, senza che siamo noi a doverla utilizzare. Quando viene messo in funzione, il piccolo robot solitamente di forma circolare si muove autonomamente per la casa partendo dalla propria base di ricarica e sfrutta piccole videocamere, sensori o laser per mappare le stanze e riconoscerne i dettagli, evitando pareti e ostacoli.

Il principale vantaggio del robot domestico è quello di delegare le pulizie domestiche all'aspirapolvere e quindi far risparmiare fatica e tempo, ma uno dei suoi limiti è quello non riuscire ad arrivare ovunque, per esempio negli angoli e sulle superfici di diversa altezza. Si pensa che in futuro i robot aspirapolvere potranno essere implementati con eventuali bracci che ne possano migliorare le funzionalità, ma quali sono le principali novità di questo decennio in tema di pulizie domestiche?

2013: Nascita ed evoluzione dell'aspirapolvere cordless

Uno dei momenti chiave della storia dell'aspirapolvere è il passaggio dall'alimentazione elettrica a quella della batteria ricaricabile al litio e, quindi, l'eliminazione del filo di ricarica. Poiché non si devono collegare alla presa elettrica e non sono dotati di alcun filo di alimentazione, gli apparecchi cordless consentono una libertà di movimento ancora maggiore: oltretutto, sono anche più sicuri perché non c'è più il rischio di inciampare nel cavo di alimentazione.

Normalmente una scopa elettrica pesa tra i 2 e i 4kg ed è particolarmente facile da maneggiare (alcune sono dotate anche di un manico pieghevole, utile soprattutto per riporle senza ingombro). Essendo leggera e compatta, uno dei suoi principali vantaggi è che si può spostare ovunque, sia da un piano di casa all'altro, sia all'esterno, ad esempio per la pulizia di terrazzo, patio e automobile.

I modelli più avanzati sono quelli multiciclonici, che hanno all'interno del serbatoio di raccolta più coni di raccolta, cosa che aumenta notevolmente la capacità di catturare polvere e microparticelle. La maggior parte delle scope elettriche multicicloniche cordless ha un'autonomia di funzionamento tra i 30 e i 60 minuti; poiché il serbatoio di raccolta è meno capiente di quello degli aspirapolvere (va da 0,5 a 0,8 litri), però, per mantenere l'efficienza dell'apparecchio questo deve essere svuotato e pulito con più frequenza.

2020 - L’aspirapolvere intelligente e l’evoluzione del sistema di filtraggio

Potenza, praticità, efficienza: questi sono i fattori chiave nella scelta dell'aspirapolvere giusto, ma mai come ora è necessario avere riguardo anche del rispetto ambientale e del controllo dei consumi. Meglio ancora se l'aspirapolvere è "green", ha una batteria di lunga durata e una potenza che non faccia lievitare la bolletta (per legge la potenza massima è di 900 Watt e il livello sonoro deve essere sotto gli 80 decibel). Ma non soltanto: uno strumento efficace e versatile è anche un prezioso alleato per prevenire l'insorgere delle allergie domestiche. Scopriamo come fanno gli aspirapolvere intelligenti a raggiungere il massimo livello di igiene.

Un aspirapolvere intelligente ha una elevata capacità di aspirazione e assicura una minore perdita di efficienza filtrante nel tempo grazie alle tecnologie messe in campo nel settore. A questo proposito, le scope elettriche cicloniche senza sacco sfruttano un sofisticato sistema di filtraggio che è ideale sia dal punto di vista igienico, perché trattengono anche le particelle di sporco più piccole, sia dal punto di vista ambientale, in quanto consentono consumi inferiori, anche del 45% in meno rispetto ai modelli tradizionali. In particolare, rispetto al modello monociclonico (basato su un solo vortice, generato attorno a un solo cono rovesciato contenuto nel serbatoio di scarto) i modelli multiciclonici più all’avanguardia permettono di catturare il 99,999% di polvere e microparticelle.

Si pensa che, oltre alla continua evoluzione dei sistemi di filtraggio, il prossimo passo nel futuro dell'aspirapolvere riguardi una connettività ancora più estesa, e quindi anche la possibilità di mettere in azione lo strumento e monitorarne l'utilizzo tramite app, che è già possibile con alcuni modelli. Ma che cos'è il filtro HEPA di cui si sente tanto parlare oggi, e come si relaziona all'efficacia degli aspirapolvere più efficienti? Scopriamolo insieme.

Il filtro HEPA: storia, come funziona e perché aiuta gli allergici

Con il termine filtro HEPA, acronimo di High Efficiency Particulate Air filter, si indica un sistema di filtrazione ad alta efficienza che è riconosciuto come standard dall'Unione Europea. Un filtro di questa tipologia è composto da più strati di foglietti filtranti in microfibra, che hanno il compito di bloccare anche le particelle inquinanti più piccole. I filtri HEPA vengono impiegati in diversi settori e sono classificati in base alle loro caratteristiche di prestazione, ma la loro caratteristica principale è quella di avere una elevatissima efficienza di filtrazione, fino al 99,999995% delle particelle con diametro di 0,3 µm.

Ma perché i filtri HEPA sono così importanti negli aspirapolvere? Oltre a consentire il massimo livello di igiene, gli aspirapolvere con filtro HEPA sono ideali per chi soffre di allergie domestiche: il punto di forza di questi apparecchi è che, intrappolando ben il 99,999% delle particelle più piccole, catturano le micropolveri, i pollini e quindi gli allergeni che sono responsabili delle fastidiose reazioni allergiche alla polvere o agli animali di casa. Il filtro HEPA, quindi, aiuta gli allergici perché è uno strumento efficace per ridurre gli allergeni nelle nostre case.

Gli aspirapolvere con filtro HEPA però non sono tutti uguali. Un esempio concreto? La SAMSUNG Jet™ 75 ha un sistema di filtraggio HEPA a 5 strati e, con una potenza di aspirazione di 200W, è una delle scope elettriche più performanti sul mercato. Lo speciale filtro per particelle ultrafini di cui è dotata intrappola il 99,999% di micropolveri e allergeni, e dunque aspira e neutralizza anche i pollini che entrano accidentalmente in casa.

Un ulteriore passo nell’evoluzione dell’aspirazione domestica è rappresentato da Samsung Clean Station, ovvero l'accessorio di svuotamento automatico del serbatoio per la polvere, che riduce di 400 volte la dispersione delle impurità nell’ambiente durante lo svuotamento. La soluzione ideale anche per chi soffre di allergie, perché non si viene mai a contatto con la polvere e l’igiene è garantita.

Di strada in 150 anni di storia l'aspirapolvere ne ha fatta. Nell'attesa di scoprire quali saranno le prossime novità tecnologiche che impatteranno sul futuro della pulizia domestica, sappiamo quali sono le caratteristiche dei migliori aspirapolvere di oggi: pratici, versatili ed efficienti, gli aspirapolvere intelligenti sono un aiuto concreto per assicurare il massimo livello di igiene e comfort ogni giorno.