North Sentinel Island: alla scoperta dei Sentinelesi, la tribù più isolata del pianeta

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Di loro sappiamo pochissimo. I pochi contatti che hanno acuto con l’uomo occidentale non sono stati sempre pacifici. Si tratta della comunità conosciuta più isolata del pianeta e, per questo, della più vulnerabile. Sono i Sentinelesi, un popolo che vive su North Sentinel, un’isola grande quanto Manhattan situata nel golfo del Bengala, ovvero la parte nordorientale dell’Oceano Indiano.

In un mondo in cui la costante urbanizzazione e industrializzazione toglie sempre di più alla natura, è decisamente inusuale sentir parlare di qualcuno che vive isolato da millenni evitando qualsiasi contatto volontario col mondo circostante.

Sappiamo molto poco sui loro usi e costumi. Il numero dei Sentinelesi varia da 40 a 400 persone che, sopravvissute allo tsunami del 2004, si difendono ancora oggi con lance e frecce, attaccando chiunque si avvicini troppo alla costa: nel 2006 due incauti pescatori raggiunsero North Sentinel e, avvicinandosi troppo alla spiaggia, furono uccisi da alcuni membri della tribù sentinelese.

Dalle osservazioni aeree pare che si tratti di una popolazione di cacciatori, pescatori e raccoglitori: sembra che non conoscano l’agricoltura e, nonostante le loro abitudini e conoscenze siano mutate col passare dei secoli, è come se fossero fermi all’età della pietra.

Ma cerchiamo di scoprire qualcosa in più su questo popolo così lontano da noi. Per farlo esploreremo i dintorni di North Sentinel e, in particolare, dell’arcipelago di cui fa parte, quello delle Isole Andamane. Arcipelago composto da circa 576 isole e isolotti, questo territorio è abitato da millenni da diverse popolazioni indigene. Tra queste, ad oggi, solo i Sentinelesi sono riusciti ad evitare ogni contatto col mondo definito “civilizzato”.

I Grandi Andamanesi, per esempio, sono stati letteralmente decimati dopo la scoperta delle isole da loro abitate: all'indomani della colonizzazione da parte dei britannici, cominciata nel 1858, bacilli come il morbillo, l’influenza o la sifilide furono fatali per un popolo da sempre vissuto isolato. Troviamo poi gli Onge, abitanti dell’isola più meridionale dell’arcipelago andamano. Anch’essi decimati dopo lo sbarco dei britannici e dei coloni indiani, oggi la popolazione degli Onge vive in una piccola riserva e conta poco più di 100 persone. I Jarawa, invece, hanno contatti con l’esterno solo dal 1998 e, benché ad oggi numerosi, potrebbero essere decimati dalle più comuni patologie, dalle quali fino ad oggi sono rimasti protetti.

Visto il destino delle popolazioni vicine, appare chiaro il motivo per il quale i Sentinelesi siano stati inseriti della lista dei popoli da proteggere: si tratta di un’iniziativa di Survival International, l’unica organizzazione che ad oggi si occupa della protezione e della sopravvivenza delle tribù indigene.

E’ proprio grazie al lavoro di Surival Intenational che le autorità indiane, a cui giuridicamente e geograficamente “appartiene” l’isola, hanno messo da parte i progetti di contatto con i Sentinelesi. Benché non numerosi, infatti, i tentativi di contatto con il popolo di North Sentinel sono stati vari in passato. Il primo avvenne verso la metà del 1800 quando un funzionario britannico, M.V. Portman, sbarcò sulla remota isola col fine di contattarne la popolazione. Perlustrando North Sentinel gli esploratori riuscirono a trovare solo una coppia di anziani e alcuni bambini che, “in nome della scienza”, furono allontanati dall’isola. Gli anziani si ammalarono e morirono poco dopo e i bambini furono riportati sull’usola con numerosi regali. Ad oggi non conosciamo la portata di questo primo contatto: non sappiamo se i bambini diventarono veicolo di malattie o se la comunità sentinelese subì, in seguito, una qualche decimazione.

Negli anni successivi le visite si diradarono e i pochi contatti non furono pacifici: gli esploratori, pur portando con sé doni, venivano accolti in modo violento. L'unico contatto pacifico, di cui si ha anche testimonianza video, fu nel 1991. I sentinelesi fecero intendere di essere in attesa di doni e, di fronte agli esploratori, entrarono in acqua in direzione dei visitatori appostati sulle barche. A partire dal 1996 i contatti sono cessati e la speranza è che i sentinelesi possano vivere in salute e prosperità per i secoli a venire.

Qui di seguito una testimonianza video di uno dei tentativi di contatto da parte del mondo esterno.

Serena Fogli

 

Foto © Christian Caron – Creative Commons A-NC-SA