L’omicidio di Carlo Giuliani: cosa è successo al G8 di Genova nel 2001

carlo-giuliani.jpg

Carlo Giuliani era in piazza Alimonda il 20 luglio 2001, durante gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine per il summit che si teneva in Italia. È stato ucciso da un proiettile che lo ha raggiunto al volto. Per anni il suo caso ha fatto discutere.

Il G8 di Genova, estate del 2001. Un evento ricordato per motivi nefasti: la devastazione della città, la mattanza della scuola Diaz, le torture nella caserma di Bolzaneto, la morte di Carlo Giuliani in Piazza Alimonda. Approfondiamo meglio quest’ultimo avvenimento.

G8 di Genova: il contesto

Dal 20 al 22 luglio Genova ospitava il 27º vertice del G8, forum politico che riuniva i governi nazionali di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti d’America, più i rappresentanti dell’Unione Europea. Fin dal giorno precedente, in una città letteralmente blindata  si verificarono manifestazioni di dissenso, seguite da tumulti e scontri tra movimenti no-global e forse dell’ordine. 

Chi era Carlo Giuliani

Nato a Roma il 14 marzo 1978, Carlo Giuliani era impegnato nel sociale e in passato aveva avuto problemi legati al consumo di droghe. Secondo amici e familiari, il 20 luglio rinunciò a una gita al mare che aveva programmato dopo essere venuto a conoscenza di scontri tra polizia e no-global nel quartiere Foce di Genova. Al momento della morte, sotto ai pantaloni della tuta indossava infatti il costume da bagno.

Cosa è successo tra il 19 e il 22 luglio 2001

Dal 19 al 22 luglio, nelle strade e nelle piazze di Genova si verificarono numerosi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, che si resero responsabili di vari episodi di abuso di potere.

Piazza Alimonda

Dopo una carica abortita in via Caffa, nel tentativo di seguire la ritirata dei militari presenti, una Land Rover Defender con tre carabinieri a bordo (al volante Filippo Cavataio, poi Mario Placanica e Dario Raffone) rimase bloccata contro un cassonetto dei rifiuti in piazza Gaetano Alimonda. Ferma per alcuni secondi, venne presa d’assalto da alcuni manifestanti. 

La morte di Carlo

Tra i manifestanti che stavano inseguendo le forze dell’ordine in ritirata c’era anche Carlo Giuliani, con il volto coperto da un passamontagna. Il giovane raccolse da terra un estintore, già scagliato contro il Defender da un altro manifestante, sollevandolo con l’intenzione di lanciarlo a sua volta ai carabinieri. Uno di essi, Placanica, esplose due colpi di pistola per difendersi dall’assalto: uno raggiunse alla zigomo sinistro Giuliani. Nel tentativo di fuggire dai manifestanti, il fuoristrada passò poi due volte sopra al corpo del ragazzo (prima in retromarcia, poi a marcia avanti), che forse era ancora in vita.

La notizia del decesso

Erano le 17:27 del 20 luglio 2001. Sebbene tutta la sequenza fosse stata registrata nei filmati degli operatori presenti sul posto, le prime notizie di stampa parlarono di un ragazzo spagnolo ucciso da un sasso lanciato dai manifestanti. Accertato il coinvolgimento dei carabinieri, verso le 22:30 cominciarono a circolare foto della Reuters, che smentirono le prime notizie diffuse circa la morte di un manifestante spagnolo, mostrando il momento dell’uccisione di Giuliani.

L'assalto alla scuola Diaz

La scuola Diaz e l'adiacente scuola Pascoli nel quartiere di Albaro erano state concesse dal comune di Genova al Genoa Social Forum come sede del loro media center e, in seguito, anche come dormitorio. Tra il 21 e il 22 luglio, la segnalazione di un attacco a una pattuglia portò alla decisione di effettuare una perquisizione presso i due edifici, in quanto si sospettava la presenza di simpatizzanti Black bloc

Al loro interno stavano dormendo in 93 tra giornalisti e manifestanti, che furono brutalmente picchiati e arrestati, sebbene non avessero opposto alcuna resistenza.

Feriti, arrestati, danni

Le persone fermate durante i giorni della manifestazione furono in gran parte condotte nella caserma di Genova Bolzaneto: da qui transitarono almeno 250 persone, secondo alcune testimonianze quasi 500. In numerosi casi i fermati accusarono le forze dell'ordine di violenze fisiche e psicologiche, riferendo di vere e proprie torture.

Nel 2010 i giudici d’appello di Genova, ribaltando la decisione di primo grado, emisero 44 condanne per i fatti di Bolzaneto, che come sottolineò la Cassazione nel 2013 si verificarono in un “clima di completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto”. Nel 2017, la Corte di Strasburgo ha condannato l'Italia a risarcire 48 vittime dei pestaggi, evidenziando nella sentenza che nessuno dei responsabili delle atrocità ha fatto un solo giorno di carcere.

Per quanto riguarda gli arresti, la maggior parte dei manifestanti fermati durante il G8, ritenuti estranei agli scontri, sono stati rilasciati i giorni successivi. In alcuni casi tuttavia i fermi hanno dato il via a dei processi: per gli scontri di piazza Alimonda ci sono state dieci condanne (devastazione e saccheggio), per un totale di 98 anni e 9 mesi di carcere. Difficile quantificare i danni alla città di Genova, che secondo le stime si aggirarono attorno ai 50 miliardi di vecchie lire.

Indagini e processi

La morte di Carlo Giuliani divise l’opinione pubblica. Da una parte chi chiedeva giustizia per l’uccisione del giovane manifestante, dall’altra chi difendeva il carabiniere Placanica, che all’epoca dei fatti aveva appena 20 anni. 

Chi ha ucciso Carlo Giuliani?

La Procura di Genova aprì un procedimento nei confronti di Placanica e Cavataio, che era alla guida del fuoristrada, con l’ipotesi di omicidio colposo. Nel 2003 l’investimento con il mezzo di servizio fu giustificato come un tentativo di fuga dall’assalto dei manifestanti, mentre Placanica fu prosciolto nel 2003 per uso legittimo delle armi, sentenza ribadita dai giudici di Strasburgo, secondo cui il carabiniere agì per legittima difesa.

Placanica sostenne di aver esploso due colpi in aria, versione ritenuta poco credibile dalla famiglia Giuliani, secondo la quale il carabiniere sparò in direzione della vittima. Nel corso dei vari procedimenti è stata avanzata anche l’ipotesi che la traiettoria del proiettile potesse essere stata deviata dall’estintore tenuto da Giuliani o da un sasso lanciato in aria in quel momento. Nel 2011, la Corte di Strasburgo ha assolto lo Stato italiano per non aver violato la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, criticando però la gestione degli scontri e l'assenza di indagini sulle mancanze del dispositivo di sicurezza del G8. 

L'omicidio Giuliani nella cultura di massa

All’interno dell’aiuola di piazza Alimonda esiste un cippo in pietra in onore di Carlo Giuliani, definito semplicemente “Ragazzo”. La sua morte è stata nel corso degli anni citata e raccontata in film, libri e canzoni. 

Film

Sulla vicenda sono stati realizzati diversi documentari. Ricordiamo “Carlo Giuliani, ragazzo”, girato da  Francesca Comencini nel 2002, che ricostruisce l’ultimo giorno del manifestante. Ma anche “Bella ciao” di Marco Giusti e Roberto Torelli (2001) e “Quale verità per Piazza Alimonda?”, prodotto nel 2006 dalla onlus Comitato Piazza Carlo Giuliani.

Narrativa

Tanti i libri in cui si parla dei fatti di piazza Alimonda. Da “Carlo Giuliani - Il ribelle di Genova” di Francesco Barilli e Manuel De Carli a “Un anno senza Carlo” di Antonella Marrone, fino a “Non si archivia un omicidio”, scritto e stampato in proprio dal padre di Carlo, Giuliano, che insieme alla madre Haidi si batte da sempre per la ricerca della verità.

Musica

Sono tanti gli artisti che nei loro brani hanno citato la storia di Carlo Giuliani. Francesco Guccini gli ha dedicato la canzone “Piazza Alimonda”, i 99 Poss “Odio/rappresaglia”, Inoki “Il mio paese se ne frega”.

Fabri Fibra in “Venerdì 17” rappa: “Ma sai cosa è la sfiga?/Chi manifesta al G8 e poi finisce a terra con un colpo in testa/E sai cosa è uno sbirro?/Chi viene assolto in piazza con la divisa anche se poi gli parte un colpo”.

Ai fatti di Genova sono inoltre ispirate “La legge giusta” dei Modena City Ramblers e “Fantasma” dei Linea 77. Ma sono solo alcuni esempi. 

 

Matteo Innocenti