Pompei, la storia della città distrutta dal Vesuvio

La città, fondata nel VII secolo a.C. dagli Osci, divenne un importante centro commerciale e culturale, prima sotto l'influenza greca ed etrusca, poi sotto il dominio romano. La devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C. cancellò in poche ore secoli di storia e cultura.
Pompei è una delle città più affascinanti del mondo antico, passata alla storia per essere stata distrutta, ma al tempo stesso conservata, dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Grazie agli scavi archeologici, possiamo oggi immergerci nella vita quotidiana degli antichi romani e comprendere meglio la società dell'epoca.
Breve storia della Pompei antica
Le prime testimonianze nel territorio di Pompei risalgono alla fine del IX secolo a.C. quando gli Opici occuparono questo territorio dalla posizione strategica, nei pressi della foce del fiume Sarno, su un pianoro di origine lavica, a picco sul mare. Tuttavia i primi insediamenti stabili risalgono a circa un secolo più tardi, ad opera degli Osci, che nel tempo costruirono anche un piccolo porto presso la foce del fiume, grazie al quale Pompei divenne un centro commerciale molto importante, in concorrenza con le città greche della costa.
Con l’arrivo in Campania prima dei Greci, poi degli Etruschi, ed infine dei Sanniti, la Pompei antica, pur non venendo mai conquistata militarmente, subì le influenze culturali e architettoniche di queste civiltà: furono costruiti templi, fori e fortificazioni, mentre la città iniziò ad assumere un ruolo sempre più importante nel panorama regionale.
L'influenza romana
Nel IV secolo a.C., Pompei entrò nell'orbita dell'espansione romana: dopo la vittoria di Roma sulle popolazioni sannitiche, la città divenne alleata dei Romani, continuando a mantenere comunque una certa autonomia, fino alla Guerra Sociale (91-88 a.C.), quando Pompei si schierò contro Roma e, dopo la sconfitta, fu definitivamente assoggettata, divenendo una colonia romana.
La città visse il suo massimo splendore tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., periodo in cui si arricchì di splendide ville, templi, teatri e terme, edifici pubblici e privati dall’elevata qualità architettonica e la sua posizione strategica, vicino al Golfo di Napoli, favorì lo sviluppo del commercio e la crescita della popolazione.
Tuttavia, nel 62 d.C., un violento terremoto colpì Pompei, danneggiando gravemente molti edifici: nonostante i lavori di ricostruzione, la città fu colpita nuovamente, questa volta in modo definitivo dal Vesuvio nel 79 d.C. che seppellì la città sotto una spessa coltre di cenere e lapilli, cristallizzando per sempre la vita quotidiana di Pompei prima dell’eruzione. Gli abitanti, ignari del pericolo imminente, continuarono a vivere normalmente fino a pochi minuti prima della catastrofe.

Pompei: storia dell’eruzione
Esistono pareri discordanti circa la data esatta dell’eruzione: una delle tesi accreditate la fa risalire al 24 agosto del 79 d.C., data che corrisponderebbe a “nonum kal septembres”, nove giorni prima delle Calende di settembre, come riportato in una lettera di Plinio il Giovane. Dati archeologici emersi negli anni, però, mal si accordano con una data estiva, come per esempio il ritrovamento di frutta secca carbonizzata, di bracieri e mantelli pesanti usati per riscaldarsi, di mosto in fase di invecchiamento, nonché di una moneta che testimonia la quindicesima acclamazione di Tito a imperatore, avvenuta dopo l'8 settembre del 79. Tutti questi dati lasciano supporre che l'eruzione sia avvenuta in autunno, probabilmente il 24 ottobre di quell'anno, una domenica.
Al di là del giorno preciso, comunque, sappiamo che il Vesuvio eruttò con un boato terribile e fu devastante: una colonna di cenere e lapilli si innalzò per oltre 30 chilometri, ricoprendo Pompei in poche ore. I gas tossici e il flusso piroclastico uccisero migliaia di persone, molte delle quali furono sorprese nelle loro abitazioni, ed in due giorni la città scomparve alla vista, sepolta da metri e metri di materiali eruttivi: basti pensare che, in quelle poche ore, il Vesuvio espulse più di 4 chilometri cubi di materiale, sprigionando l’equivalente in energia termica di seimila bombe atomiche. La città rimase sepolta sotto metri di cenere per quasi 1700 anni, fino alla sua riscoperta nel XVIII secolo.
La Pompei antica ai giorni nostri
Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce una città sorprendentemente ben conservata, con affreschi, oggetti di uso quotidiano e persino corpi pietrificati delle vittime dell'eruzione.
Pompei offre una finestra unica sul passato, permettendoci di comprendere usi e costumi dell'epoca romana. Tra i luoghi più famosi troviamo la Casa del Fauno, la Villa dei Misteri e il Foro, centro della vita politica e sociale della città. Passeggiando tra le strade dell’antica Pompei, possiamo ancora vedere le scritte sui muri, i resti dei negozi e persino le impronte lasciate dai carri sulle pietre delle strade. Le domus, decorate con mosaici e affreschi, raccontano la vita di un’epoca passata ma incredibilmente vicina a noi.
Grazie agli scavi, sappiamo che prima dell’eruzione Pompei era una città vivace, ricca di botteghe, forni, mercati e lussuose domus. Le strade erano affollate di mercanti, artigiani e patrizi che si godevano la vita nei lupanari (antiche case di appuntamento), nelle terme e nei banchetti. La città vantava anche un anfiteatro capace di ospitare migliaia di spettatori che accorrevano per assistere agli spettacoli dei gladiatori. Il commercio era fiorente grazie anche alla fertilità del terreno vulcanico da cui si ricavavano tanti prodotti, molto apprezzati nelle altre regioni dell’Impero Romano.
Nel 1997 una delegazione UNESCO, composta da 200 esperti provenienti da 45 Paesi del mondo, ha dichiarato il sito archeologico di Pompei, Patrimonio dell’Umanità.
Oggi Pompei è uno dei siti archeologici più visitati al mondo, un luogo che racconta una tragedia, ma anche un pezzo di storia immortale. La scoperta della città ha rivoluzionato gli studi sulla civiltà romana, offrendo dettagli unici sulla loro vita quotidiana, dall’architettura all’alimentazione, dalla religione ai divertimenti e continuando a raccontare la sua storia ai milioni di visitatori che ogni anno ne percorrono le antiche vie.
Paola Greco
Foto di apertura: Andy Holmes su Unsplash