Non solo Torri Gemelle: 10 edifici e monumenti simbolo distrutti dal terrorismo islamista

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A 20 anni dall'attentato terroristico al World Trade Center, ecco tutti gli obiettivi colpiti dagli islamisti e il loro significato.

L'11 settembre 2001 il mondo incontrava su scala planetaria la brutalità del terrorismo islamico. Colpendo le Torri Gemelle Al Qaeda attirò su di sé l'attenzione di tutte le nazioni, abbattendo un vero e proprio simbolo del mondo occidentale. Ma il terrorismo di matrice islamica negli anni ha preso di mira altri monumenti ed edifici che incarnavano in sé molto più di costruzioni. A 20 anni dal disastro che ha cancellato il World Trade Center, ecco tutti gli obiettivi colpiti e il loro significato.

Le Torri Gemelle

Il World Trade Center (letteralmente, Centro di Commercio Mondiale) di New York era un complesso di sette edifici per la maggior parte progettati dall'architetto Minoru Yamasaki e dall'ingegnere Leslie Robertson e sviluppato dall'Autorità Portuale di New York e New Jersey. Situato nella parte Sud di Manhattan, era famoso soprattutto per le evidente Torri Gemelle. Inaugurate il 4 aprile 1973, l'11 settembre 2001 vengono distrutte da quattro attentati compiuti da un gruppo terrorista islamico appartenenti all'organizzazione terroristica nota come Al Qaeda. Gli attentatori colpiscono così il simbolo del commercio mondiale, dirottando quattro aerei di linea della United Airlines e American Airlines e andando a schiantarsi con gli stessi contro le Torri e il Pentagono. Il quarto velivolo viene fatto dirigere verso Washington, ma precipita prima di arrivare alla meta. Gli obiettivi erano tutti simboli del potere americano nel mondo, ma colpendo le Torri Gemelle i terroristi sferrano un duro colpo al simbolo del capitalismo americano e al suo predominio.

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I Buddha di Bamiyan

Il 12 marzo 2001, quindi diversi mesi prima dell'attentato più famoso della storia del terrorismo islamico, vengono abbattuti i Buddha di Bamiyan. Si trattava di due enormi statue del Buddha scolpite da un gruppo religioso nelle pareti di roccia della valle di Bamiyan, in Afghanistan, a circa 230 chilometri dalla capitale Kabul. Siamo alla vigilia della fine del regno del Mullah Mohammed Omar: i suoi talebani e la loro interpretazione dell'Islam consideravano idolatre quelle sculture.

Le statue di Ninive, le mura, le statue leonine alle porte di Raqqa

A gennaio 2015 l'autoproclamato Stato Islamico inizia una vera e propria guerra all'arte, alla cultura e alla memoria storica di un territorio che rappresenta la culla della civiltà umana. La ragione sta nel fatto che questi manufatti, costruzioni, iscrizioni e documenti di quel periodo storico siano da considerarsi espressioni "infedeli" perché lontane dalle interpretazioni più estremiste dell'Islam. Il primo obiettivo sono stati i reperti storici e le statue di Ninive, che per loro rappresentava il passato pagano dell'Iraq. Successivamente, aiutandosi con un bulldozer e degli esplosivi abbatterono anche le mura della città assira di Ninive, in Iraq, e le due statue leonine alle porte di Raqqa, in Siria.

Charlie Hebdo

Contemporaneamente, in Europea, il 7 gennaio una cellula di Al Qaeda rivendica l'attentato alla sede della rivista satirica Charlie Hebdo. In quell'occasione muoiono dodici persone e undici rimangono ferite. Rispetto all'attentato al Bataclan, alla Strage di Nizza e ad altri bersagli nel Paese, quello sferrato al periodico era un attacco con un preciso obiettivo: colpire chi aveva pubblicato delle caricature di Maometto.

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L’attentato all’hotel Corinthia

Il 27 gennaio 2015, a Tripoli, in Libia, un commando di cinque uomini armati fa irruzione nell'hotel Corinthia, il più lussuoso della città, facendosi esplodere e provocando dodici vittime. L'Isis rivendica l'attacco come vendetta per la morte in carcere, avvenuta negli Stati Uniti il 2 gennaio scorso, di Abu Anas al-Libi, l'organizzatore degli attentati contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998, la prima azione terroristica attribuita ad Al Qaeda, in cui furono uccise 200 persone. Nel mirino dei terroristi c'era il premier del governo parallelo libico, Omar al Hassi, fuggito e scampato all'attacco.

Il museo culturale di Mosul

Il 26 febbraio 2015 l'Isis distrugge il museo culturale di Mosul, il suo edificio e la collezione, documentando il tutto a mezzo video. Questa operazione è la conclusione di anni di saccheggi e guerre. Il colpo di grazia è la riduzione in frantumi del Toro alato degli Assiri e la statua del Dio Rozhan, opere considerate contrarie ai principi dell'islam da parte dei terroristi. Tuttavia, ad essere ridotti in polvere sono anche le migliaia di iscrizioni assire, sumere, accadiche e babilonesi di trenta secoli fa: una operazione che cancella le cronache di vita quotidiana di trenta secoli fa. Negli anni il museo viene riportato gradualmente in vita attraverso una partnership internazionale.

Il monastero cattolico di Mar Elian

Ad agosto 2015 i terroristi dell'Isis abbattono con le ruspe il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs, in Siria. Risalente al quinto secolo d.C. il monastero rappresentava un presidio della religione cristiana sul territorio. A mostrare la distruzione delle rovine è un video diffuso dal califfato, in cui i bulldozer abbattono i resti archeologici, profanano la chiesa e riesumano i resti di Sant’Elian – ucciso dai romani nel 285 – a cui il monastero era dedicato.

Il tempio di Baal Shamin

Nell'estate del 2015 i terroristi dell'Isis si concentrano sulla Siria, dirigendosi verso Palmira. Il 23 agosto fanno saltare in aria il tempio di Baal Shamin (Il signore del Cielo), considerata espressione del passato pagano del territorio. Il sito era ritenuto uno dei principali templi dell'antichità. La distruzione è avvenuta a poche decine di metri dal teatro romano di Palmira, luogo che l'Isis voleva per eseguire esecuzioni pubbliche.

L’attacco al concerto di Ariana Grande, Manchester Evening News Arena

Il 22 maggio 2017, a Manchester, Regno Unito, un kamikaze si fa esplodere alla fine del concerto di Ariana Grande al Manchester Evening News Arena. Muoiono 23 persone compreso l'attentatore. Restano feriti in 250. Il giorno seguente l'Isis rivendica l'attentato: «Uno dei nostri soldati del Califfato è riuscito a piazzare un dispositivo esplosivo all'interno di un raduno dei Crociati nella città di Manchester» si legge in un comunicato.

Il parlamento e il mausoleo di Ruhollah Khomeini

Il 7 giugno 2017, a Teheran, Iran, cinque attentatori suicidi sferrano due attacchi ai danni del parlamento e del mausoleo di Ruhollah Khomeini. Nell'attacco rivendicato dall'Isis muoiono 18 morti e si contano 52 feriti. Il mausoleo si trovava nella zona sud della città ed era un monumento funebre dedicato all'ayatollah Ruhollah Khomeini, fondatore della Repubblica Islamica e prima Guida suprema del'Iran. L'obiettivo era oltraggiare il simbolo più alto dei nemici sciiti.

Stefania Leo