Che cos'è l'Isis?

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Nata in Medioriente, l’Isis è un’organizzazione militare e terroristica che sostiene il fondamentalismo islamico. Isis è l’acronimo inglese di “Islamic State of Iraq and Sham”, dove per Sham si intende un insieme di territori che comprende Siria, Palestina, Libano e Giordania.

Il nocciolo primigenio dell’Isis, che oggi prende il nome di Stato Islamico, trova origine dalla situazione politica dell’Iraq tra il 2003 e il 2004. Sono gli anni della cosiddetta “Seconda Guerra del Golfo”, intrapresa dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. L’Isis, essenzialmente, trova il suo fondamento nell’applicazione estremizzata della shari’a (la Legge di Dio o Legge Islamica) in ogni ambito umano. Fonte della Legge Islamica non è solo il Corano, ma anche la Sunna, ovvero i racconti del Profeta: entrambi, infatti, sono diretta espressione della volontà divina e quindi guida pragmatica alla vita e all’ordine sociale quotidiano. Affinché la shari’a possa essere applicata senza limitazioni, l’Isis promuove la Jihad offensiva ovvero la Guerra Santa volta all’espansione dell’Islam nel mondo.

Un passo indietro però può aiutare a comprendere meglio la situazione. Dopo l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 agli USA, il governo di George W. Bush jr. intraprese prima una guerra contro l’Afghanistan dei talebani e poi, per estendere la cosiddetta “war of terror”, diede avvio al conflitto con l’Iraq, poi occupato nel 2010. L’Iraq, infatti, era sospettato di detenere armi di distruzione di massa e di aiutare Al Qaeda. L’occupazione prolungata e i conflitti interni tra sciiti e sunniti hanno creato un contesto fortemente instabile che, dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, ha aiutato la creazione e la proliferazione dell’Isis.

Il fondatore dell’Isis è il giordano Abu Mussab al Zarqawi, che nel 2003 ha fondato “Al Qaeda in Iraq” (Aqi), cioè un gruppo affiliato ad Al Qaeda e Osama Bin Laden fuori dall’Afghanistan. L’Aqi, fin dal primo dopoguerra, mise in atto attentati verso l’esercito americano e verso i civili sciiti e curdi. L’ “epurazione” intrapresa dall’Isis non è infatti solo rivolta al mondo e alla cultura occidentale ma anche a quella musulmana non pienamente confacente alla shari’a.

Dopo la morte di Zarqawi, in un raid aereo americano del 2006, il gruppo terroristico ha ingrossato le sue fila e ha riunito diverse fazioni sunnite, fino a fondare lo “Stato Islamico dell’Iraq” (Isi), ancora legato ad Al Qaeda. Dopo la successione di varie guide, la grande svolta si ebbe con l’arrivo del leader del califfato Abu Bakr al-Baghdadi, un uomo davvero carismatico che ha saputo sfruttare l’instabilità che nel 2011-2012 ha interessato i paesi della cosiddetta “Primavera Araba”. Fu così che l’Isi divenne Isis ed entrò in Siria. L'ex califfo è stato ucciso nel 2019 nel corso di un raid americano in Siria. L'attuale capo dell'Isis è Amir Mohammed Abdul Rahman Al Mawli Al Salbi, tra i fondatori del movimento islamista.

Ayman al-Zawahiri, ex capo di Al Qaeda nominato dopo l’uccisione di Bin Laden, nel Febbraio 2014 ha sconfessato l’Isis per la sua esagerata violenza. Ayman al-Zawahiri è morto - pare per cause naturali - in Afghanistan nell'ottobre 2020, al suo posto a capo di Al Qaeda c'è Yazid Mubarak, noto con il nome di Abu Obaida Yusuf al-Annabi, di origine algerina e già capo del “Consiglio dei dignitari” di AQIM. Il 29 giugno 2014 l’Isis ha proclamato ufficialmente il califfato islamico sui territori occupati scatenando una offensiva terroristica che ha colpito il mondo intero.

L’Isis è un’organizzazione economicamente solida e, per questo, diversa dagli altri gruppi terroristici: nei paesi occupati ha infatti istituito la raccolta dei tributi, vende l’elettricità alla Siria e ha il controllo di diversi giacimenti petroliferi. Non necessita quindi degli aiuti di altri paesi poiché nei territori occupati è di fatto uno “stato” economicamente autonomo.

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