Gigi Proietti, storia del grande mattatore della scena italiana

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Gigi Proietti è stato un grandissimo attore di cinema e teatro, un'icona dello spettacolo. Ripercorriamo la storia del suo successo, dall'estrema periferia di Roma ai palcoscenici più importanti d'Italia.

Gigi Proietti, biografia di un gigante della storia del teatro italiano

Luigi Proietti, conosciuto più semplicemente come Gigi, nasce il 2 novembre 1940 a Roma, una città della quale vivrà nel corso degli anni le trasformazioni, i drammi nonché la straordinaria capacità di rinnovamento. 

Nei primissimi anni della sua vita, nell’immediato dopoguerra, affronta vari traslochi insieme a mamma Giovanna e a papà Romano, respirando e conoscendo fino in fondo i diversi angoli della Città Eterna. C’è un luogo, però, che più degli altri sente suo e dove di tanto in tanto tornerà con nostalgia per ritrovare la pace e ravvivare ricordi intimi e speciali: il Tufello, allora estrema periferia. È proprio qui, infatti, che inizia a muovere i suoi primi passi, nell’oratorio di Santa Maria Assunta, frequentando la schola cantorum della parrocchia. 

Dopo essersi diplomato al liceo classico, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza (che abbandonerà a sei esami dalla laurea) e tra una lezione e l’altra strimpella la sua chitarra nei locali di Roma per mantenersi. Poi qualche barzelletta tra amici per goliardia e infine l’iscrizione al Centro Teatro Ateneo dove tutto avrà inizio. 

Gigi Proietti e il teatro: luci spente, si apre il sipario

Al Centro Teatro Ateneo impara, comprende, capisce e comincia a destreggiarsi sul palco anche con testi molto seri, come quelli di Moravia o Shakespeare. Non è nemmeno iniziato il decennio dei sessanta, ma un attore e mimo di pregio come Giancarlo Cobelli, uno che proveniva dalla scuola di Strehler, lo nota e soprattutto gli fa notare il suo talento. 

Inizia così a frequentare il corso di mimica al Centro Universitario Teatrale di Cobelli ed è qui che finalmente comprende metodo e disciplina del palco, liberandosi di ogni remora drammatica per diventare un teatrante comico tutto profuso verso una propria versione di teatro popolare. 

I primi ruoli che interpreta sono marginali, ma lo aiuteranno comunque a farsi notare. La svolta avviene nel 1970, quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno in “Alleluja brava gente” di Garinei e Giovannini. Una “botta di fortuna”, come dirà Gigi stesso, che rappresenterà il suo trampolino di lancio. 

Nel 1976 arriva sul palco del Teatro Tenda di Roma portando in scena uno spettacolo che segnerà una tappa miliare della sua carriera: “A me gli occhi, please”.

In scena è un tornado. Canta, srotola monologhi, ridacchia smagliante e rielabora il teatro italiano di quegli anni che stava cambiando verso una forma più brillante e comica.

Gigi Proietti e il cinema: i film che hanno segnato la sua carriera

Il debutto sul grande schermo per Gigi Proietti avviene nel 1967 con “La ragazza del bersagliere”, un simpatico film che vede, tra gli altri, la partecipazione di Franca Valeri, Renato Salvatori e Leopoldo Trieste. 

Nel 1970 Monicelli lo chiama per “Brancaleone alle crociate” ad interpretare Pattume, reietto colpevole di un peccato tanto ripugnante che non può essere rivelato ad orecchie umane. 

La vera consacrazione, però, arriva quando Steno gli affida il ruolo di Mandrake in “Febbre da cavallo”. All’inizio il film non sembrò sfondare, poi con il tempo, sostenuto da vari passaggi televisivi, è diventato un cult movie. 

In questi anni Proietti non si limiterà a ruoli esclusivamente comici, ma azzarderà incursioni in campi differenti: dalla commedia al dramma, passando anche per il dramma erotico. Passaggi disinvolti di un uomo d’arte dalla solida cultura e dalla tecnica perfetta. Dalla metà degli anni ’70 ad oggi interpreterà una serie di ruoli che ne accresceranno la fama, come ad esempio in “Il Casotto”, “Mi faccia causa” o “Un’estate al mare” dove l’episodio finale in cui veste i panni di un attore mezzo sordo impegnato a mettere in scena La signora delle camelie si rivelerà così spassoso da riscattare l’intera pellicola.

Gigi proietti tra televisione e doppiaggio

L’approdo in televisione avviene grazie all’incontro con il regista Ugo Gregoretti rimasto da lui “folgorato”. Sotto la sua direzione, nel 1967 recita in “Il circolo Pickwick” e nel 1974 in “Le tigri di Mompracem”, un estroso adattamento del romanzo di Salgari. 

Dall’inizio degli anni ’80 affianca al ruolo di attore anche quello di regista e autore. Dopo l’apparizione in Attore amore mio ed essere stato tra i conduttori di Fantastico 4, nel 1985 ha scritto i testi per lo show Io a modo mio, da lui stesso condotto al fianco di quattro giovani attori. 

Nel 1996 riscuote grandissimo successo con la serie “Il maresciallo Rocca” e ben presto diventa il carabiniere più amato d’Italia, interpretando con consumato mestiere una figura sospesa tra commedia e intrigo, tra crimine e sentimento.  Continuerà poi a muoversi sul piccolo schermo sia come attore di fiction sia come presentatore di show e la sua presenza sarà sempre sinonimo di successo.

Maresciallo Rocca, Gigi Proietti

Nella sua carriera spiccano anche importanti ruoli come doppiatore. Ha prestato la sua voce a Robert De Niro, Dustin Hoffman, Marlon Brando e Paul Newman, ma sono tre i personaggi che gli hanno dato maggiore fama: Gatto Silvestro, il Genio di Aladdin e il Sylvester Stallone del primo Rocky. 

Globe Theatre, il teatro elisabettiano portato a Roma da Gigi Proietti

È proprio a Gigi Proietti che si deve la presenza, a Roma, di uno dei luoghi d’arte più particolari e suggestivi di tutta Italia: il Silvano Toti Globe Theatre, un teatro che ricostruisce filologicamente il Globe Theatre di Londra, il più famoso del periodo elisabettiano.

In questo teatro, di cui Proietti aveva la direzione artistica, nel corso degli anni sono state proposte tantissime tragedie e commedie elisabettiane.

Una Roma un po’ più sola: la scomparsa di un altro dei suoi grandi simboli

Il 27 Febbraio del 2003 oltre 250mila romani riempirono piazza San Giovanni per l’ultimo saluto ad Alberto Sordi. Parteciparono anche le massime cariche di Stato e a strappare un sorriso e una lacrima ai presenti fu proprio Gigi Proietti. Non lo omaggiò con un discorso, ma con un commovente sonetto. 

Oggi Roma è ancora un po’ più sola: il 2 novembre, all’alba di un grigio autunno anche Gigi Proietti se ne è andato, proprio la mattina del suo compleanno. 

Ricordare Gigi Proietti con un sorriso: le battute e le frasi più belle

  • “Vivi, lascia vivere ma soprattutto… nun te fa pijà per culo”
  • “Mi diverto e mi pagano pure. È una pacchia”
  • “E’ molto importante seguire i ragazzi per sapere cosa pensano e soprattutto se veramente pensano a qualcosa.”
  • “Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce.”

 

Claudia Monticelli