Charles Bukowski, ritratto di uno scrittore sporco e maledetto

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Una “storia di ordinaria follia”, quella dell’autore cult, tra i principali esponenti del realismo sporco. Ripercorriamola.

Sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie: Charles Bukowski è stato uno degli autori più prolifici del Novecento. Apprezzato come autore nella parte finale della sua vita e ancor di più dopo la morte, grazie ai suoi scritti caratterizzati da un linguaggio diretto e volgare, ispirati alla sua esistenza turbolenta dove le varie dipendenze (alcol, sesso, gioco d’azzardo) hanno giocato un ruolo fondamentale, Bukowski è oggi senza dubbio una figura cult del mondo letterario. Un suo ritratto.

L'infanzia e l'adolescenza

Heinrich Karl Bukowski nasce nella cittadina tedesca di Andernach il 16 agosto 1920, da padre statunitense di origine polacca/tedesca, sergente della Third United States Army, e da madre tedesca. A soli tre anni si trasferisce con la famiglia a Baltimora, negli Stati Uniti, dove i genitori iniziano a chiamarlo Henry (come il padre). Nel 1930 il trasloco dall’altra parte degli Usa, a Los Angeles: il giovane Bukowski cresce negli anni della Grande Depressione, irriso e isolato dai coetanei per il suo accento teutonico. Dopo il diploma, inizia un periodo di vagabondaggio, segnato dall'alcol e da una sequenza infinita di lavori saltuari: nel 1944, viene persino arrestato a Filadelfia, con l'accusa di renitenza alla leva, e finisce per 17 giorni in prigione.

I primi scritti

Fin da piccolo, Bukowski ha trovato rifugio nella scrittura. Che a lungo rimarrà un hobby o poco più. Proprio nel 1944 il racconto Aftermath of a Lengthy Rejection Slip viene pubblicato sulla rivista Story.
Due anni dopo, un altro intitolato 20 Tanks From Kasseldown esce su una raccolta di Portfolio III. Non riuscendo però a sfondare nel mondo letterario, Bukowski abbandona la scrittura per circa un decennio.

Post Office: il lavoro alle poste

Nei primi Anni 50, Bukowski ottiene un lavoro a Los Angeles come postino: è un impiego che odia e che difatti abbandona dopo tre anni. Segue un periodo difficile, segnato dall’abuso di alcol e da un matrimonio lampo con la poetessa texana Barbara Frye. Dopo il divorzio riprende a bere e a scrivere poesie, tornando anche a lavorare come archivista nell’ufficio postale di Los Angeles.

La carriera di scrittore

Ispirato dalle sue turbolente esperienze di vita, Bukowski viene pubblicato da riviste underground. Risale al 1965 la stampa della prima raccolti di racconti: Confessioni di un uomo folle abbastanza per vivere con le bestie. Nel 1967 comincia a scrivere i racconti confluiti in Taccuino di un vecchio sporcaccione, pubblicati inizialmente a puntate sull'Open City di Los Angeles. Nel 1969 l’offerta che gli cambia l’esistenza, permettendogli di abbandonare per sempre l’odiato lavoro all’ufficio postale: è l’anno in cui la casa editrice Black Sparrow gli propone 100 dollari al mese per tutta la vita. Ovviamente Bukowski accetta e, appena un mese dopo, dà alle stampe il romanzo autobiografico Post Office, che lo rende celebre.

Il realismo sporco

Bukowski è uno dei principali esponenti della corrente letteraria del realismo sporco, caratterizzata da una narrazione minimalista (trova infatti la sua massima espressione nel racconto breve), in cui personaggi e situazioni sono tratteggiati in modo conciso, con il minor uso possibile di aggettivi e avverbi.

Le opere

Nel corso della carriera, Bukowski pubblica numerosissimi scritti in piccole riviste letterarie e con editori di secondo piano. Ecco le sue opere più note.

I sei romanzi

Sono sei i romanzi pubblicati da Charles Bukowski. Il primo è Post Office, arrivato poco dopo la firma con la casa editrice Black Sparrow. Seguono Factotum, Donne, Panino al prosciutto, Hollywood, Hollywood! e Pulp.

I racconti

Oltre a Taccuino di un vecchio sporcaccione, la raccolta di racconti più celebre di Bukowski è senza dubbio Storie di ordinaria follia. Erezioni Eiaculazioni Esibizioni, pubblicata per la prima volta interamente nel 1972. Di discreto successo anche Musica per organi caldi, pubblicata nel 1983.

Le poesie

Da It Catches My Heart in Its Hand (1963) a Last Night of the Earth Poems (1992), sono numerose le raccolte di poesie date alle stampe da Bukowski. Alcune sono arrivate postume, data la vastità del materiale prodotto nel corso della attività letteraria e in alcuni recuperato dopo la sua morte.

I vizi

Sesso, alcol, gioco d’azzardo. Nelle sue opere, Bukowski ha raccontato (romanzando talvolta) i suoi vizi, con un linguaggio crudo e diretto. E ci ha messo dentro anche la sua proverbiale misantropia, le critiche al mal tollerato “American Dream”, lo squallore delle vite marginali, l’amore per la scrittura.

L'amore a vita con l'alcol

L’intera esistenza di Bukowski è segnata da una passione distruttiva per l’alcol, che si trasforma presto in dipendenza. Sembra che abbia consumato per la prima volta alcol a 13 anni, del vino per la precisione: non si fermerà più. Nel 1955 dopo aver bevuto molto con la compagna dell’epoca, viene ricoverato in ospedale per un'ulcera perforante, che gli è quasi fatale. Si salva grazie alle trasfusioni di sangue, donato dal padre: ma poco dopo riprende a bere.

Le donne e il sesso

L’altra grande dipendenza di Bukowski è la donna. Anzi le donne, come da titolo del suo romanzo più erotico, dove racconta le sue avventure sessuali, senza limiti neppure di fronte alle situazioni più riprovevoli.

L’alter ego

Henry "Hank" Chinaski è l’alter ego di Charles Bukowski, presente nella maggior parte dei romanzi, racconti e poemi: misantropo e alcolizzato, vive nell’instabilità, viaggia attraverso l'America passando da un lavoro a un altro. E da una donna all'altra, proprio come lui.

5 frasi memorabili di Bukowski

  1. Quando creò te distesa a letto/sapeva cosa stava facendo/era ubriaco e su di giri/e creò le montagne e il mare e il fuoco/allo stesso tempo/Ha fatto qualche errore/ma quando creò te distesa a letto/fece tutto il Suo Sacro Universo. (Quando Dio creò l’amore)
  2. Come cazzo è possibile che ad un uomo piaccia essere svegliato alle 6.30 da una sveglia, scivolare fuori dal letto, vestirsi, mangiare a forza, cagare, pisciare, lavarsi i denti e pettinarsi, poi combattere contro il traffico, per finire in un posto dove essenzialmente fai un sacco di soldi per qualcun altro e ti viene chiesto di essere grato per l'opportunità di farlo? (Factotum)
  3. La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non dobbiamo sprecare il nostro tempo andando a votare.
  4. Ospedali e galere e puttane: ecco le università della vita. Ho preso diverse lauree. Chiamatemi dottore. (A sud di nessun nord)
  5. Io dico alle donne che la faccia è la mia esperienza e le mani sono la mia anima. Qualunque cosa, pur di tirare giù quelle mutandine. (Taccuino di un vecchio sporcaccione)

"DON'T TRY"

Dopo aver superato qualche anno prima la tubercolosi, Charles Bukowski muore il 9 marzo 1994 a San Pedro, a causa di una leucemia fulminante. Riposa nel Green Hills Memorial Park di Rancho Palos Verdes. La lapide, dove campeggia la figura di un pugile, recita: "Henry Charles Bukowski - Hank - Don't Try – 1920-1994". Perché "Don't Try" (Non provare)? Bukowski non credeva che si dovesse “provare” a essere scrittori o poeti, ma che l’unica cosa che davvero era importante nella vita era aspettare. Magari, proprio la giusta ispirazione.

Matteo Innocenti

Foto: thierry ehrmann - Flickr