Eugenio Scalfari, un pezzo di storia che se ne va

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La carriera del grande giornalista scomparso il 14 luglio 2022, primo direttore-manager d’Italia.

Considerato uno dei più grandi giornalisti italiani del XX secolo, Eugenio Scalfari ha contribuito alla fondazione del settimanale L’Espresso e, successivamente, è stato fondatore del quotidiano la Repubblica, che poi ha a lungo diretto. È scomparso a Roma il 14 luglio 2022, all’età di 98 anni.

Chi era Eugenio Scalfari: vita e carriera

La carriera, tra giornalismo e impegno politico, più le cose da sapere sulla sua vita privata.

Le origini

Eugenio Scalfari nasce a Civitavecchia il 6 aprile del 1924, da genitori calabresi. Iscrittosi inizialmente al Liceo Mamiani di Roma, Scalfari continua poi gli studi superiori al liceo classico G.D. Cassini di Sanremo, dove trasferisce a causa del lavoro del padre, direttore artistico del Casinò: nella scuola ligure ha come compagno di banco Italo Calvino.  

Gli inizi come giornalista

In seguito torna a Roma e si iscrive a Giurisprudenza. Nella Capitale inizia a scrivere su Roma Fascista, organo ufficiale del Gruppo Universitario Fascista, così come su altri periodici come Nuovo Occidente. Nel 1943 un articolo sulla presunta corruzione di alcuni gerarchi gli costa l’espulsione dal GUF.

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LaPresse

La collaborazione con Il Mondo e L’Europeo

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale entra in contatto con il neonato Partito Liberale Italiano e inizia a collaborare con Il Mondo, settimanale politico, culturale ed economico diretto da Mario Pannunzio. Nello stesso periodo avvia la collaborazione L'Europeo di Arrigo Benedetti.

La fondazione de L’Espresso

È proprio insieme a quest’ultimo che nel 1955 fonda L’Espresso, espressione dei liberal italiani: direttore amministrativo e collaboratore per l'economia, quando Benedetti gli lascia il timone nel 1962 rimane a gestire sia la parte editoriale che amministrativa, diventando un direttore-manager, figura all'epoca inedita per l'Italia. Il giornale diretto da Scalfari si afferma grazie alle sue inchieste, come quella pubblicata nel 1967 insieme a Lino Jannuzzi sul presunto colpo di stato organizzato dal Sifar, il cosiddetto Piano Solo. I due giornalisti, querelati dal generale De Lorenzo, vengono condannati a più di un anno di reclusione.

Gli anni in Parlamento

I due non scontano la condanna grazie all’immunità parlamentare: alle elezioni politiche del 1968 Scalfari viene eletto deputato (Jannuzzi senatore), come indipendente, nelle liste del PSI. Rimarrà in Parlamento quattro anni. Per quanto riguarda la sua visione politica, Scalfari, che nel 1955 ha anche partecipato alla fondazione del Partito Radicale, sosterrà a difenderà sempre il punto di vista laico nell’amministrazione dello Stato italiano.

La nascita de la Repubblica

Successivamente fonda la Repubblica, che esce in edicola per la prima volta il 14 gennaio 1976. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, in pochi anni diventa il principale giornale italiano per tiratura. Scalfari guida il quotidiano per due decenni, prima di dimettersi nel 1996: continuerà a lungo a collaborare con il quotidiano, nel ruolo di editorialista dell'edizione domenicale.

Scalfari, la vita privata

Nel 1950 Eugenio Scalfari sposa Simonetta de Benedetti, figlia di Giulio, direttore de La Stampa: dal primo matrimonio nascono le due figlie Enrica e Donata. Dopo il divorzio, sposa Serena Rossetti, conosciuta a Roma negli Anni 60.

Le onorificenze ricevute

Negli ultimi anni, Scalfari si dedica soprattutto alla scrittura, pubblicando saggi e romanzi. Numerosi i riconoscimenti nel corso della sua carriera e non solo a livello giornalistico: nel 1996 viene nominato Cavaliere di Gran Croce dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, mentre nel 1999 riceve una delle più prestigiose onorificenze della Repubblica francese, diventando Chevalier de la Légion d'honneur.

Matteo Innocenti

Foto: LaPresse