Libro Cuore: tutto sul primo best seller d’Italia
Il 17 ottobre 1886 usciva in libreria per la prima volta il libro Cuore. Dopo 135 anni il libro che ha contribuito a fare gli italiani ha ancora qualcosa da insegnare.
Sono passati 135 anni dall'uscita in Italia del libro Cuore. Pubblicato dalla casa editrice Treves, l'opera di Edmondo De Amicis faceva il suo debutto nelle librerie italiane esattamente il 17 ottobre 1886, raccontando l'Italia dei piccoli eroismi, dei buoni sentimenti, della famiglia e dell'amore per la patria. Quel libro e i suoi racconti contribuirono a unire il Paese, grazie al fil rouge di buoni sentimenti. Ma, come dimostra la stroncatura di Umberto Eco del 1962, non è mai stato un libro che ha messo tutti d'accordo.
La struttura del libro Cuore
Edmondo De Amicis era un famoso giornalista, apprezzato soprattutto per i suoi reportage di viaggio. Quando scrisse Cuore, pensò di strutturarlo in tre filoni. Il primo è quello diaristico. Protagonista di queste pagine era Enrico Bottini, uno scolaro impegnato nell'annotare tutti i fatti più importanti della giornata. Poi c'era il filone epistolare, formato dalle lettere che il padre scriveva a Enrico. Infine, ci sono i famosi racconti mensili che il maestro propinava agli alunni.
Il tutto è tenuto insieme da una morale serpeggiante e pervasiva, insieme con il noto sentimentalismo che hanno reso famose queste pagine. Per anni è stato considerato da molti un testo pedagogico su cui fare affidamento. Infatti, Cuore ebbe un successo enorme: fu ristampato in 41 edizioni e tradotto in 25 lingue. In poco tempo arrivò a vendere 2 milioni di copie.
Il diario di Enrico Bottini
Dai compagni di scuola ai racconti del maestro, passando per le narrazioni morali dei genitori: per Enrico Bottini ogni evento era degno di nota. Dalla sua penna (e dall'immaginazione di De Amicis) sono nate espressioni come "la piccola vedetta lombarda", "il tamburino sardo" o "il piccolo scrivano fiorentino"
I protagonisti
Il libro Cuore ha diversi protagonisti. Oltre a Enrico Bottini, io narrante del volume, ci sono i genitori del ragazzo e la sorella maggiore Silvia. Al di fuori della famiglia ci sono Lorenzo Garrone, studente buono d'animo e difensore dei deboli; Antonio Rabucco; Ernesto Derossi, il più bravo della classe; Franti, il cattivo; Carlo Nobis, il figlio di papà, superbo e arrogante; Coraci, l'immigrato di Reggio Calabria; Nelli, il piccolo gobbo. A vegliare su questi e altri ragazzi c'è il Maestro Perboni, una figura triste, legato al mondo della scuola e dei suoi alunni. Non manca la figura femminile, la Maestrina dalla Penna Rossa, personaggio a cui si attribuisce un omaggio storico alla maestra Eugenia Barruero.
I personaggi dei racconti mensili
Nel filone dei racconti mensili sono racchiuse nove storie con altrettanti protagonisti. Ogni racconto è legato a un mese. Dato che Treves progettò l'uscita di Cuore con l'inizio della scuola, il primo mese era ottobre, coincidente con il racconto Il piccolo patriota padovano. Seguivano novembre e La piccola vedetta lombarda; dicembre e Il piccolo scrivano fiorentino; gennaio e Il tamburino sardo; febbraio e L'infermiere di Tata; marzo e Sangue romagnolo; aprile e Valor civile; maggio e Dagli Appennini alle Ande; giugno e Naufragio.
Il piccolo patriota padovano
Il piccolo patriota padovano è la storia di un ragazzo di umili origini che viene venduto a una compagnia di saltimbanchi dai genitori, desiderosi di riscattarsi dalla miseria. Il ragazzo fugge e si imbarca su un battello diretto a Genova: qui incontra tre stranieri a cui racconta la sua triste storia. Questi, impietositi, gli regalano delle monete. Ma il ragazzo le restituisce con sdegno quando li sente criticare con asprezza gli italiani.
La piccola vedetta lombarda
La tragica storia della piccola vedetta lombarda è un esempio dell'abnegazione e dell'amore per la patria che De Amicis cerca di comunicare nel suo libro. Un ufficiale dell'esercito piemontese, temendo d'incontrare austriaci lungo il cammino, chiede al ragazzo di salire su un albero a far da vedetta. Il ragazzo individua un drappello di austriaci. Visto dai militari, viene preso di mira finché non muore, colpito da un proiettile.
Giulio - Il piccolo scrivano fiorentino
L'abnegazione al lavoro e alla famiglia è il perno della storia del piccolo scrivano fiorentino che, per aiutare il padre in difficoltà con il suo lavoro e i suoi guadagni, aiuta il genitore a scrivere più in fretta per incassare di più. Tutto questo va a detrimento del suo profitto scolastico, cosa che attira le ire del genitore. Ma quando scopre il bimbo intento, di notte, a lavorare al posto suo, lo abbraccia e gli chiede scusa per i rimproveri.
Il tamburino sardo
Un altro esempio di amore estremo per la patria è quello del tamburino sardo che, durante la prima guerra d'indipendenza, nel 1848, viene mandato dal capitano piemontese a chiedere aiuto per il reparto. Colpito due volte, il ragazzo riesce a soccorrere il gruppo, ma perde una gamba a causa degli sforzi fatti per raggiungere i rinforzi.
Ciccillo - L'infermiere di Tata
Tata è la parola napoletana che Ciccillo, un ragazzo di Napoli, usa per indicare il padre ricoverato. I medici lo mandano ad assistere il malato sbagliato ma, quando ha ormai perso le speranze, il ragazzo ode una voce famigliare che saluta la suora. I due si abbracciano, ma il ragazzo decide di assistere ancora per una notte l'altro "tata", quello vegliato per errore, fino alla morte dell'uomo. Solo allora torna a casa.
Ferruccio - Sangue romagnolo
Ferruccio è un ragazzo romagnolo che fa disperare la famiglia a causa delle sue cattive frequentazioni. Ma il ragazzo, che è di buon cuore, si commuove dinanzi alle parole della nonna, che lo invitano a cambiare strada. Due banditi entrano in casa e li rapinano, ma nella fuga uno dei due perde il cappuccio e la nonna di Ferruccio lo riconosce. Questi fa per pugnalare la donna, ma fra i due si frappone il ragazzo, che riceve il colpo ferale al posto dell'anziana.
Marco - Dagli Appennini alle Ande
L'amore per la madre di un figlio può fare miracoli: è quello che accade a Marco che, da Genova, s'imbarca alla volta di Buenos Aires. Per raggiungere la genitrice, compie un lungo percorso, fitto di peripezie, attraverso le Ande. Solo al suo arrivo la genitrice, gravemente malata, decide finalmente di operarsi.
Mario e Giulietta - Naufragio
L'altruismo è un altro valore a cui De Amicis dedica ampio spazio nel libro. In Naufragio, i due protagonisti si trovano a fronteggiare una forte tempesta a bordo di una nave che da Liverpool è diretta a Malta. Mario, che è solo al mondo, cede il suo posto sull'ultima scialuppa a Giulietta: lei ha ancora una famiglia che l'aspetta. Lui rimane sul bastimento, che affonda pochi istanti dopo.
Le frasi più belle del Libro Cuore
Il sentimentalismo che De Amici ha messo nelle pagine di Cuore è visibile in moltissime pagine. Alcune frasi sono diventate anche molto famose, usate come monito e carburante per il patriottismo, i buoni sentimenti familiari e sociali.
«E pronuncia sempre con riverenza questo nome – maestro – che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo».
«I tuoi libri sono le tue armi, la tua classe è la tua squadra, il campo di battaglia è la terra intera, e la vittoria è la civiltà umana».
«I poveri amano l'elemosina dei ragazzi perché non li umilia, e perché i ragazzi che han bisogno di tutti, somigliano a loro... L'elemosina d'un uomo è un atto di carità: ma quella d'un fanciullo è insieme una carità e una carezza».
«Rispetta la strada. L'educazione d'un popolo si giudica innanzi tutto dal contegno ch'egli tien per la strada. Dove troverai la villania per le strade, troverai la villania nelle case».
«L'uomo che pratica una sola classe sociale, è come lo studioso che non legge altro che un libro».
5 cose che non sai sul Libro Cuore
- Il libro Cuore è stato un importante successo editoriale. A pochi giorni dall'uscita raggiunse in poco tempo il mirabile risultato di vendere bene diciottomila copie. Tra il 1887 e il 1893 fu tradotto in 13 lingue e nel 1923 le copie vendute superarono il milione. Insieme a "Pinocchio" di Collodi è considerato uno dei best seller italiani post Risorgimento.
- Tra i fatti poco noti su Cuore, c'è la sua storia cinematografica. L'opera di De Amicis ha ispirato due film: il primo con Vittorio De Sica, girato nel 1948; il secondo, in forma di sceneggiato televisivo, fu prodotto dalla Rai nel 1984. In più, Cuore è stato la base da cui sono stati elaborati due cartoni animati della Nippon Animation.
- Dato il notevole successo editoriale, Cuore è stato anche diffusamente imitato. La più famosa di queste opere è Piccoli eroi di Cordelia. In più, Paolo Mantegazza, amico di De Amicis, creò una sorta di sequel, intitolato Testa. Ma non ebbe lo stesso successo.
- Il romanzo è stato anche il punto di partenza per il libro satirico Pancreas - Trapianto del libro Cuore del comico e scrittore Giobbe Covatta. Un'altra parodia fu creata dall'autore satirico Federico Maria Sardelli, con il titolo Il Libro Cuore (forse). Una reinterpretazione di Gino & Michele (Luigi Vigliani e Michele Mozzati) con pagine di parodia alternate da citazioni letterali (ma con finale a sorpresa) è stata pubblicata dall'editore Savelli, nel 1978. L'opera si intitolava Rosso un Cuore in petto c'è fiorito. Davide Barzi e Francesco De Stena hanno realizzato la storia a fumetti Il cuore di Lombroso: in queste pagine hanno esplorato le evoluzioni dei personaggi principali nell'età adulta, intrecciando le vicende con la vita di Cesare Lombroso.
La stroncatura di Umberto Eco
Nel 1962, Umberto Eco ha stroncato Cuore nel suo libro "Diario Minimo". Il teorico anlizzò il libro attraverso il saggio "Elogio di Franti", arrivando a definire l'opera di De Amicis come un esempio di pedagogia piccolo borghese, classista, infarcita di toni paternalistici e filomonarchici
Nel testo si legge: «Ecco dunque profilarsi l’idea di un Franti come motivo metafisico nella sociologia fasulla del Cuore. Il riso di Franti è qualcosa che distrugge, ed è considerato malvagità solo perché Enrico identifica il Bene all’ordine esistente e in cui si ingrassa. Ma se il Bene è solo ciò che una società riconosce come favorevole, il Male sarà soltanto ciò che si oppone a quanto una società identifica con il Bene, ed il Riso, lo strumento con cui il novatore occulto mette in dubbio ciò che una società considera come Bene, apparirà con il volto del Male, mentre in realtà il ridente – o il sogghignante – altro non è che il maieuta di una diversa società possibile».