Lucio Dalla, il cantautore che ha reso speciale marzo

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Attraverso la storia di una delle sue canzoni più celebri - 4 marzo 1943 - ripercorriamo la storia di uno dei più grandi cantautori italiani.

Il mese di marzo è sempre stato un momento speciale per Lucio Dalla. Nato il 4 marzo, ha poi lasciato questa vita il 1° giorno dello stesso mese nel 2012. Un infarto lo ha stroncato a Montreux: aveva 68 anni. A questo momento dell'anno ha dedicato anche la celebre canzone 4/3/1943, che nel 2022 compie 51 anni, passando alla storia con brani indimenticabili come Futura, L'anno che verrà e Piazza Grande.

Chi era Lucio Dalla

La nascita di Lucio Dalla è forse l'evento più famoso della sua vita. La data – 4 marzo 1943 – ha dato il titolo a una delle sue canzoni più famose. Ma come raccontano Ernesto Assante e Gino Castaldo nel libro Lucio Dalla (Einaudi) attorno alla sua venuta al mondo sono germogliate tantissime leggende, che lui stesso non ha mai tentato di disambiguare.

Il padre riconosciuto è Giuseppe Dalla, che sposa la madre Iole Melotti, modista di origini pugliesi, quando lei è ormai all'ottavo mese di gravidanza. Tra le voci di un padre naturale nella provincia foggiana, si diffonde anche la leggenda che Lucio Dalla fosse addirittura figlio di Padre Pio, a cui la madre (e poi il cantate) è molto devota.

È la madre Iole a iscriverlo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso, dove Dalla trascorre le scuole elementari e inizia a esibirsi. Lo zio Ariodante Dalla gli passa l'amore per il canto e l'arte della fisarmonica. Il percorso scolastico di Dalla non è lineare. Dopo le scuole dell'obbligo, a 15 anni va a Roma e inizia prima ragioneria, poi passa al liceo classico e poi a quello linguistico. «A scuola andavo male – ricorderà l'artista – preferivo andare in giro a suonare. A diciassette anni ero già a Roma a fare musica».

Gli esordi e la passione per il jazz

Dalla torna a Bologna adolescente e si appassiona al jazz. Walter Fantuzzi, marito della socia nella sartoria della madre, per il suo decimo compleanno gli regala un clarinetto, che Dalla impara a suonare da autodidatta. Entra nella Rheno Dixieland Band e nel 1960 partecipa al Primo festival europeo del jazz ad Antibe, classificandosi al primo posto. Parallelamente al suo percorso di clarinettista, inizia a scrivere le sue prime canzoni: Il prode invertito e Avevo un cane... adesso non ce l'ho più.

Alla fine del 1962 entra a far parte dei Flippers, complesso composto da Franco Bracardi al piano, Massimo Catalano alla tromba, Romolo Forlai al vibrafono e alle percussioni e Fabrizio Zampa alla batteria, a cui Dalla si aggiunge quale voce solista, clarinetto e sax. Proprio con questo gruppo inizia a diventare famoso per i suoi gorgheggi scat, che diventeranno una sua firma artistica. La sua estemporaneità vocale lo fa notare da Gino Paoli, che in lui vede il primo cantante soul italiano. È lui che, durante il Cantagiro del 1963, lo persuade a tentare la carriera da solista.

L'esordio da solista

Nel 1964, a 21 anni, incide il suo primo 45 giri contenente Lei (non è per me), tradotta da Paoli e Sergio Bardotti, a cui segue Ma questa sera (cover di Hey Little Girl di Curtis Mayfield), entrambe pubblicate dalla ARC, casa discografica distribuita dalla RCA Italiana, per cui usciranno i successivi 45 giri di Dalla, nonché il suo primo LP. L'esibizione al Cantagiro è un fiasco, ma lui non si abbatte. Diventa un personaggio stravagante. Su di lui e le sue stranezze - come la gallina al guinzaglio e le ciliegie che pendevano dalle orecchie - si raccontano tante storie, di cui sono pieni i teatri.

Lucio Dalla e gli amori romani

Come scrive Salvatore Coccoluto in Lucio Dalla. La vita, le canzoni, le passioni, Dalla arriva a Roma e metà degli anni Sessanta. Si sistema in periferia, a Mentana, nella casa di Sergio Bardotti, uno degli autori dei suoi primi brani.

Alla fine degli anni Settanta che Dalla compra una casa nel cuore di Roma, in Vicolo del Buco 7, nel cuore di Trastevere. Ci rimane fino agli anni Ottanta. Oggi, a ricordare il suo passaggio, c'è una piccola targa, dove si legge un verso de La sera dei miracoli, canzone che meglio ha rappresentato il suo vissuto romano: «In questa casa ha vissuto Lucio Dalla (1943-2012) protagonista della musica italiana. È la notte dei miracoli, fai attenzione, qualcuno nei vicoli di Roma ha scritto una canzone».

In quel periodo Lucio Dalla e Francesco De Gregori danno vita all'esperienza di Banana Republic, un disco e un tour che idealmente segnano un passaggio epocale. In un periodo in cui il cantautorato è un mezzo di protesta, anche Lucio Dalla – dichiaratamente di sinistra e apprezzato anche dai più estremisti – è vittima delle proteste legate alla lotta di classe.

Grazie a Banana Republic sia lui che De Gregori mettono fine a un'epoca in cui la musica deve per forza essere sinonimo di impegno e lotta politica. Insieme trovano l'ispirazione per un cambio di passo musicale. Come ricorda anche il cantautore romano, questo tour è il coronamento di una bella amicizia, incarnata anche da brani come Ma come fanno i marinai. Ricorda De Gregori: «Forse già mentre la pensavo ipotizzavo che, assieme a Lucio, sarebbe potuta diventare una cosa forte, importante e divertente. E lui la sentì, se ne innamorò, ci mise subito un bel riff di clarinetto all’inizio, aggiunse, cambiò, migliorò, la rese decisamente più “commestibile”, più adatta alle nostre due vocalità».

4/3/1943

La canzone che racconta la storia della sua nascita è il suo lasciapassare per Sanremo 1971. Con 4/3/1943 Dalla guadagna il terzo posto assoluto, dopo due precedenti non proprio riuscitissimi con i brani Paff...Bum! e Bisogna saper perdere.

4/3/1943 rimane quindici settimane in hit parade, anche se per esser trasmessa viene censurata in più punti, a partire dal titolo, che in origine doveva essere Gesù Bambino. L'anno dopo torna a Sanremo con Piazza Grande. La canzone è dedicata a un senzatetto, con testo scritto da Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti, mentre la musica è firmata da Dalla e l'amico di una vita: Ron.

Dalla ha lavorato con molti parolieri. Tra questi uno dei più noti è Roberto Roversi, autore di tre dischi fondamentali per la carriera del cantante bolognese: Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Il futuro delle automobile e altre storie. Ma il sodalizio non dura molto.

Lucio Dalla e la Puglia

Bologna, Roma, ma anche Puglia: Lucio Dalla amava anche la costa foggiana. A Manfredonia ci passava le estati della sua infanzia con mamma Iole ed è stata l'immagine della città sipontina a finire sulla copertina di 4/3/1943. Dalla aveva anche casa alle Isole Tremiti, dove lo conoscevano tutti e dove lui invitava amici e musicisti, componeva e organizzava concerti. Nel 1977 Dalla si ritira nella sua casa alle isole Tremiti, dove dà vita a Come è profondo il mare. Per lui è l'inizio di una seconda vita artistica, confermata anche dall'album Lucio Dalla del 1979. Sempre qui verrà girato parte del biopic a lui dedicato, che vedrà la luce nel 2022.

Gli Stadio

Nei primi anni Ottanta Dalla inizia una vita artistica parallela. Con Gaetano Curreri creano gli Stadio. Per dieci anni, grazie anche a una serie di concerti negli Stati Uniti, il successo del progetto è tanto. Ne nasce un doppio album live DallAmeriCaruso, il cui inerdito è proprio il brano Caruso, dedicato al tenore napoletano.

Gli anni Ottanta influenzano anche lo stile musicale di Dalla, che riversa lo spirito del tempo in un pop d'autore, come Attenti al lupo. Dopo sperimentazioni a cavallo tra lirica e musica classica, Dalla affronta il nuovo millennio con brani come Ciao e torna a Sanremo nel 2012 accompagnando Pierdavide Carone con il brano Nanì.

Lucio Dalla: la morte

Il 1° marzo 2012 Lucio Dalla viene colpito da un infarto, a soli tre giorni dal suo 69esimo compleanno. Muore a Montreux, in Svizzera, dove si è trasferito da solo un giorno. La camera ardente viene allestita nella sua Bologna e i funerali celebrati il 4 marzo nella basilica di San Petronio.

Lucio Dalla omosessuale

Dalla ha lasciato dietro di sé tanti misteri: sulla sua famiglia, ma anche sulla sua vita privata. Si sostiene sia stato omosessuale, ma non ha mai fatto coming out: solo dopo la sua morte è emerso questo aspetto della sua vita. In un'intervista Dalla si limitò a dire: «Non appartengo ad alcuna sfera sessuale». Ma la figura di Marco Alemanno, che Dalla aveva conosciuto fidanzato nel 1977, è stata per lungo tempo celata. Amico, collaboratore, persona vicina, ma soprattutto compagno, fino all'ultimo non riconosciuto.