Procida Capitale della cultura 2022: l’isola di Arturo sorride

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Curiosità e leggende su l'isola di Arturo e di Graziella, capitale italiana della cultura 2022.

«Viva Procida che ci accompagnerà nell'anno della rinascita». Così il ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, ha annunciato il nome della Capitale italiana della cultura 2022. Procida batte le altre città finaliste: Ancona, Bari, Cerveteri, L'Aquila, Pieve di Soligo, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra. L'Isola di Arturo, descritta nell'omonimo romanzo di Elsa Morante si prepara così a un anno importante. «Un'opportunità storica - l'ha definita il sindaco Dino Ambrosino - che senz'altro coglieremo lavorando sodo per rendere orgogliosa l'Italia di questa bella scelta».

Procida Capitale cultura 2020: motivazioni

Il ministro Dario Franceschini ha motivato così la decisione di eleggere Procida Capitale della cultura 2022: «Il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto di sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato, la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria, la dimensione laboratoriale, che comprende aspetti sociali e di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee».

Ha concluso dicendo: «Il progetto potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori, un'autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura, che dalla piccola realtà dell'isola si estende come un augurio per tutti noi, al paese, nei mesi che ci attendono. La capitale italiana della cultura 2022 è Procida».

Per il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, «ha vinto un progetto bellissimo, di valorizzazione dell'isola e della Campania, a cui Regione e Comune hanno creduto».

L'isola di Arturo

Procida è stata protagonista di molti libri. Il più famoso resta quello dato alle stampe da Elsa Morante nel 1957: L'Isola di Arturo. Il romanzo vinse il premio Strega e ispirò l'omonimo film diretto da Damiano Damiani. Ambientato intorno al 1938, Arturo è nato sull'isola di Procida e vive lì tutta l'infanzia e l'adolescenza. Quella terra circondata dal mare è il suo mondo. Tutti gli altri posti sono una leggenda. Passa il suo tempo nella casa dei guaglioni a leggere storie sugli “eccellenti condottieri”, a studiare l'atlante per progettare i viaggi futuri e a fantasticare sulla figura del padre, Wilhelm, che crede il più grande eroe della storia. Arturo non ha una mamma, morta nel darlo alla luce. Non conosce alcuna donna. La sua unica compagnia è la cagna Immacolatella, a cui lo lega una profonda amicizia.

Il padre porta a casa Nunziata, la sua nuova sposa. Arturo ne è inconsapevolmente attratto, ma nella sua immaturità spiega quei motivi come repulsione. Non riesce a conviverci: le oppone un muro impenetrabile. L'arrivo di Carmine, figlio naturale di Nunziata e di Wilhelm, cambia le cose. Durante il parto Arturo teme per la vita della donna. Poi diventa terribilmente geloso del rapporto con il piccolo.

Col tempo la vita di Arturo si dipana tra dolorose scoperte e sentimenti contrastati. Alla fine fugge dall'isola, lasciandosela alle spalle, senza nemmeno rivolgerle un ultimo sguardo.

L'isola di Graziella

"Lunghi capelli neri, una camicia allacciata intorno al collo, non lasciava scorgere che una forma alta e svelta dove si modellavano appena sotto la tela le prime forme della giovinezza. I suoi occhi ovali e grandi erano di quel colore indeciso tra il nero carico e l'azzurro del mare che mescola in proporzioni euguali negli occhi di donna la tenerezza dell'anima con l'energia della passione". Con queste parole immortali lo scrittore e poeta francese Alphonse de Lamartine descrive la giovine Graziella, ventenne procidana protagonista del suo omonimo romanzo. Parole che consacreranno la giovane eroina alla leggenda e al mito. Lamartine, quasi in una forma di espiazione letteraria, preso dal senso di colpa per averla abbandonata, idealizza la donna che ha amato, e chiede perdono ai lettori per non aver capito, in quegli anni, il vero amore. Il mito nasce dalla forza poetica della narrazione, in bilico tra vita e morte, amore e speranza, tradimento e richiesta di perdono.

Procida: film e libri

Di Procida si sono innamorati in tanti. Complice il suo fascino selvaggio, meno patinato di Capri o Ischia, l'isola campana è stata anche il set di film indimenticabili come Il Postino. Siamo in una piccola isola del Sud negli anni ’50, dove arriva, in esilio il poeta cileno Pablo Neruda (Philippe Noiret). Riceve tantissima corrispondenza, fatto che costringe il direttore dell’ufficio postale dell’isola ad assumere un nuovo postino. Il posto viene assegnato a Mario Ruoppolo (Massimo Troisi), giovane isolano, tra i pochi alfabetizzati, che non vuole fare il pescatore. Il giovane postino ogni giorno si reca a casa del poeta con il quale si ferma sempre più tempo a parlare.

Il porticciolo più nascosto nel borgo della Corricella è ancora meta di molti turisti che possono gustare pietanze anche nella Locanda del Postino. È qui che nel film nasce l'amore tra Mario Ruopolo e la bella Beatrice, interpretata da Maria Grazia Cucinotta. Da visitare anche "la spiaggia del Postino", quella di Pozzo Vecchio.

Un altro film che ha dato lustro a Procida è Il talento di Mr Ripley. Il giovane Tom Ripley (Matt Damon) cerca di sbarcare il lunario facendo il cameriere o suonando a qualche party dell'upper class di Manhattan. Durante una di queste feste viene scambiato per errore dal magnate Herbert Greenleaf per un compagno di college del figlio Dickie (Jude Law). Quest'ultimo si è trasferito in Italia da un paio di anni e si rifiuta di tornare in patria. Per il padre è una grande pena. Per questo propone al giovane Tom di andare in Italia, spesato, per convincere il figlio a tornare in patria. Ripley accetta e si trasferisce a Mongibello (luogo immaginario in cui si riconosce Ischia e, a tratti, Procida) sulla costiera Amalfitana dove riesce a conoscere Dickie, fidanzato con la miliardaria Marge Sherwood (Gwyneth Paltrow).

Da non dimenticare anche il film tratto dal romanzo Francesca e Nunziata della scrittrice napoletana Maria Orsini Natale. Girato a Procida, è stato girato a Terra Murata, nella sagrestia dell'Abbazia di San Michele, a Punta Pizzaco, nella baia della Corricella.

5 cose che non sai su Procida

  1. A Procida è possibile visitare una ricostruzione storica della casa di Graziella, protagonista del romanzo di De Lamartine, sulla sommità del bellissimo borgo antico di Terra Murata .
  2. Qui sorge anche l'ex carcere di Procida, un'imponente struttura cinquecentesca voluta da Inigo d'Avalos che va quasi ad imprigionare le pareti vertiginose della costa orientale de l'isola di Arturo. Nelle celle le tracce vive di coloro che qui hanno vissuto la loro pena: matasse di lino gettate sui letti, scarpe, oggetti abbandonati allo scorrere del tempo.
  3. Tra tutte le spiagge dell'isola Troisi scelse quella del Pozzo Vecchio, che da quel giorno divenne la "spiaggia del postino".  La Spiaggia del Pozzo Vecchio è in un luogo particolare: è sotto un cimitero. Qui si ammirano i tramonti più belli dell'isola.
  4.  Ogni anno a Procida si elegge "Miss Graziella", in occasione della Sagra del mare. Le giovani procidane indossano un costume ispirato a quello della celebre fanciulla. Vince colei che meglio la incarna, nelle fattezze fisiche e morali. 
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Frasi celebri su Procida

  • E se per caso uno straniero scende a Procida, si meraviglia di non trovarvi quella vita promiscua e allegra, feste e conversazioni per le strade, e canti, e suoni di chitarre e mandolino, per cui la regione di Napoli è conosciuta su tutta la terra. I Procidani sono scontrosi, taciturni. Le porte sono tutte chiuse, pochi si affacciano alle finestre, ogni famiglia vive fra le due quattro mura, senza mescolarsi alle altre famiglie. (Elsa Morante)
  • Dietro la spiaggia, oltre un istmo di sabbia, si apre uno dei tanti porticcioli di Procida: un'insenatura rotonda, guardata da due promontori verdi, e in fondo, addossata alla costa, una fila di case. Sono le case per cui Procida è o dovrebbe essere famosa: specie di alveari dai colori teneri, scoperchiati e con le celle in piena luce. Le celle sono le terrazze ad arconi fittamente sovrapposte, con porte verdi in fondo alle terrazze, trecce di paprica rosse penzolanti dagli archi, panni di tutti i colori appesi a mezz'aria. (Alberto Moravia)
  • La luce di Procida è assai diversa da quella di Capri; già il tono caldo ed opaco del tufo è opposto a quello brillante ed argenteo della roccia caprese, e questo basta da solo ad attribuire al paesaggio una diversa intonazione. Al bianco, prevalente a Capri, Procida oppone i suoi rosa, i suoi gialli e persino l'azzurro, spesso con toni accesi, che ricordano le case di Pellestrina e di Burano nella laguna veneta. (Roberto Pane)

 

Stefania Leo