Simone de Beauvoir: Sartre, femminismo e rivoluzione

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Il 9 gennaio nasceva la scrittrice e filosofa, compagna di vita e battaglie di Jean-Paul Sartre.

Il nome di Simone de Beauvoir ha trovato il suo posto nel mondo sin da quando la scrittrice era la compagna di Jean-Paul Sartre. Pur condividendo con lui vita privata e professionale, ha delineato i tratti di un pensiero filosofico autentico. In più, ha lasciato dopo di sé alcuni romanzi che hanno aggiunto elementi importanti per il movimento femminista mondiale.

Chi era Simone de Beauvoir

Simone de Beauvoir nasce a Parigi il 9 gennaio 1908. Il suo nome completo è Simone Lucie Ernestine Marie Bertrand de Beauvoir. Figlia di una famiglia altoborgese segnata dalla bancarotta del nonno materno, de Beauvoir sperimenta una vita più modesta in Rue de Rennes, dopo aver assaggiato per pochi anni l'atmosfera di Boulevard Montparnasse.

Studiosa appassionata, si forma all'Istituto Désir, diventando un'allieva esemplare e decidendo di dedicarsi allo studio e all'insegnamento. Nello stesso periodo prende le distanze dalla religione. Nel 1926 si iscrive alla Sorbona, laureandosi con una tesi su Leibniz e ottenendo nel 1929 "l'agrégation" (idoneità all'insegnamento riservata ai migliori allievi francesi) in filosofia.

La relazione col cugino Jacques Champigneulle la introduce in un nuovo mondo, in cui si appassiona ad autori come Gide, Radiguet e Proust, interessandosi quindi a una letteratura ribelle e anticonformista. Il cugino però spegne i sogni di matrimonio e vita felice, scegliendo un'altra donna. È il 1927 e de Beauvoir attraversa un periodo di depressione.
 

La filosofia di Simone

Nel 1929 incontra il filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre. La loro vicinanza porta de Beauvoir a sviluppare un pensiero filosofico parallelo ma autonomo, incentrato per lo più sulla dignità della donna nel contesto socio-politico successivo alla Seconda guerra mondiale. La visione che la società ha della donna è distorta, in quanto la donna viene considerata sempre in relazione all'uomo. Sente che c'è bisogno di una nuova rielaborazione dei diritti e delle relazioni sociali fra gli individui. L'opera in cui esplode in modo più completo il suo pensiero in merito è Il secondo sesso.

"Il secondo sesso" e la condizione della donna

In questo scritto del 1949 l'autrice spezza la continuità tra il il primo movimento femminista e la sua contemporaneità. Il suo sguardo sulla condizione attuale della donna è critico. Infatti, si credeva che, con la conquista del suffragio universale si fosse raggiunta una reale condizione di liberazione della donna e di conquista di tutti gli altri diritti civili, politici, sociali. Ma come osserva l'autrice, nonostante le donne avessero ottenuto il diritto di voto, la loro condizione non era di fatto migliorata all’interno della società. L’uguaglianza giuridica non bastava a garantire rapporti paritari tra uomini e donne, poiché le discriminazioni verso queste ultime erano profondamente radicate nel contesto culturale. 

Di fatto, nelle relazioni di genere, nonostante una libertà connaturata all'essere umano, maschio o femmina che sia, le donne sono state condannate per secoli all'immanenza e alla passività. Per questo sono sempre state considerate il secondo sesso, perché inferiori a quello maschile.

Il secondo sesso suscita grande scandalo in Francia, finendo all'indice dei libri proibiti.

Il femminismo

Di fatto, Simone de Beauvoir opera una rifondazione teorica del femminismo, per dare dignità alla figura della donna, partendo dalla sua condizione di subordinazione rispetto al sesso maschile, individuandone possibili cause, fino a raggiungere l’emancipazione e la sua piena consapevolezza di sé. 

Per questo viene considerata una delle fondatrici del movimento femminista così come inteso oggi. L'atto fondativo è individuato nella contestazione studentesca del maggio 1968, che segue con partecipazione e simpatia. Negli anni settanta è in prima linea per varie cause, tra cui l'aborto. Nel 1971 redige il Manifesto delle 343 puttane (Manifeste des 343 salopes) firmato, da 343 fra intellettuali, attrici, e donne comuni che si autodenunciavano per avere fatto ricorso all'aborto ("Je me suis faite avorter"). All'epoca questa pratica veniva punita con la detenzione da 3 mesi a 6 anni per chiunque ne avesse fatto ricorso o li avesse praticati. 

Lo fa attraverso una prospettiva filosofica esistenzialista sostenendo che ogni individuo, uomo e donna in quanto coscienza, è sostanzialmente libero.

I libri più famosi

Simone de Beauvoir diventa famosa non solo per il suo pensiero filosofico e il suo attivismo, ma anche per i suoi libri. Nel 1943 scrive L'invitata. Qui affronta con coraggio il tema della coppia aperta, che accoglie un terzo individuo che ne muta l'equilibrio, costringendo a svelarsi sotto lo sguardo degli altri. 

Il tema della responsabilità torna nel suo secondo libro, Il sangue degli altri, che pubblica nel 1945. Il romanzo è ambientato in Francia, durante la Seconda guerra mondiale, e vede come protagonisti coloro che si erano accostati alla resistenza, rischiando la vita e lottando contro l'oppressione nazista. La morale che de Beauvoir afferma è che ognuno è sempre responsabile in prima persona delle proprie scelte e della propria libertà.

Nel 1954 esce I mandarini, con cui vince il premio Goncourt. È considerato il suo romanzo più bello. Ma anche questo volume suscita scandalo in patria e viene inserito nell'Indice dei libri proibiti.

Nel 1958 si dedica alla sua autobiografia. Esce in quattro volumi: Memorie di una ragazza perbene (1958), L'età forte (1960), La forza delle cose (1963), A conti fatti (1972). In queste pagine è possibile delineare in modo completo la storia personale della filosofa e scrittrice, che restituisce un quadro del grande dibattito culturale dell'epoca. 

Nel 1964 scrive Una morte dolcissima, dedicato alla morte della madre. Inizia l'analisi dei temi della malattia, della vecchiaia e della morte, che culmineranno nel libro del 1970, La terza età.

La sua ultima fatica letteraria è La cerimonia degli addii. Siamo nel 1981. Nella prima parte del libro ripercorre gli ultimi anni di vita con Sartre, mentre nella seconda parte c'è un racconto delle conversazioni con il filosofo, risalenti al 1974.

La storia d’amore e di pensiero con Sartre

La natura del rapporto che ha legato Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir è stata a lungo analizzata e studiata. Al primo posto, ad unirli, c'era una grande e reciproca stima intellettuale. Il loro sodalizio è stato costellato da moltissimi rapporti extraconiugali, in cui non era raro che i due condividessero la stessa amante.

Tuttavia non hanno mai vissuto sotto lo stesso tetto né si sono mai sposati. Hanno preferito vivere in maniera indipendente, in spazi vicini, anche se diversi. Questo amore libero è durato per più di cinquant'anni, frutto di una libertà assoluta e di grande sincerità e rispetto.

La morte li ha colti a distanze diverse. Ma oggi sono sepolti insieme, a Sud di Parigi, nel Cimitero di Montparnasse. C’è una semplice tomba che accoglie i corpi di entrambi, ancora oggi molto visitata. Jean-Paul Sartre è morto il 15 aprile 1980. Simone de Beauvoir lo ha seguito il 14 aprile 1986.

Le frasi celebri

Ci sono molte frasi celebri attribuite a Simone de Beauvoir o estrapolate dai suoi libri. Ecco le più intense e interessanti.

«Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna». (da Il secondo sesso)

«[...] finché la famiglia e il mito della famiglia e il mito della maternità e l'istinto materno non saranno soppressi, le donne saranno oppresse».

«Una donna libera è il contrario di una donna leggera».

«La vecchiaia non può essere compresa se non nella sua totalità; non è soltanto un fatto biologico, ma un fatto culturale». (da La terza età)

«La sua morte ci separa. La mia morte non ci riunirà. È così; è già bello che le nostre vite abbiano potuto essere in sintonia così a lungo».