Wavegarden: onde artificiali per fare surf anche lontano dal mare

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Estate e sport acquatici: un binomio perfetto che unisce il piacere di stare all'aria aperta al movimento e allenamento fisico. E benché le possibilità offerte dalle grandi distese d'acqua siano molteplici e varie, gli ultimi anni hanno visto crescere soprattutto la passione per le onde. Diffusosi a partire dagli anni '60 e '70, il Surf è oggi uno degli sport più praticati sulle coste.

Sport fortemente legato al suo ambiente naturale, per il Surf gli appassionati sono disposti a viaggiare per migliaia di chilometri, mossi dal sogno di trovare l’onda perfetta.
Tuttavia, per tutti coloro che abitano lontano dalla costa, il surf diventa uno sport stagionale e purtroppo poco praticato. A risolvere il problema e a fare del surf uno sport anche da città ci pensa un progetto pionieristico e unico nel suo genere: il Wavegarden.
Nato nel 2005 nei paesi baschi grazie all'ingegno di due ragazzi, il Wavegarden coniuga l'amore per il surf alla mancanza di luoghi naturalmente forniti di onde.

Ma facciamo un po' di chiarezza: il Wavegarden altro non è che un'onda artificiale creata dall'uomo in un ambiente naturale e sicuro. E se l'ingrediente principale è senza dubbio l'acqua, la struttura per il Wavegaren può essere creata anche in zone non naturalmente fornite di quest'elemento. L’unico elemento indispensabile per il sopracitato progetto, in effetti, risulta essere un ambiente spazioso che, debitamente fornito di tecnologie ad hoc, può arrivare a generare onde di altezza regolabile, adatte quindi sia ai professionisti che ai neofiti del surf.

Cuore pulsante di questa tecnologia innovativa è infatti un profilo idrodinamico che, senza contaminare l'ambiente, si muove sul fondo del bacino idrico generando onde sulla superficie dell'acqua.

A dar vita al progetto sono stati l'ingegnere Josema Odrizola e Karin Frisch, laureato in economia sportiva. I due giovani, assecondando la propria passione sportiva, si sono adoperati affinché il sogno del surf potesse diventare una realtà anche per coloro che si ritrovano a risiedere in siti montani, urbani o, se marittimi, caratterizzati da un mare poco mosso.

Quello dei due ragazzi baschi non è il primo progetto nato per portare il surf fuori dal suo ambiente originario, ma è l'unico che si caratterizza per scarsissimo impatto ambientale e i costi relativamente bassi.

E se il surf nell'oceano è senza dubbio cosa diversa, resta il fatto che avere la possibilità di surfare anche lontano dal mare farà contenti molti amanti dello sport.