Chi sono i Maranza?
Il termine maranza indica un fenomeno giovanile legato a stile, social e periferie urbane. Tornato al centro del dibattito dopo gli scontri a Milano nella manifestazione pro-Palestina alla stazione centrale di Milano, è oggi simbolo di tensioni tra costume, devianza e stereotipi.
Negli ultimi anni la parola maranza è diventata sempre più presente nel linguaggio quotidiano, nei media e soprattutto sui social network. Il termine, che un tempo apparteneva al gergo giovanile delle periferie, oggi è al centro di discussioni legate a fenomeni di costume, alla sicurezza urbana e persino a episodi di cronaca. In particolare, dopo i recenti scontri a Milano durante la manifestazione pro-Palestina del 22 settembre 2025, il dibattito si è riacceso: alla Stazione Centrale di Milano, alcuni gruppi di giovani coinvolti nei disordini sono stati descritti genericamente come “maranza”. Ma chi sono davvero?
Cosa vuole dire maranza: significato e definizione
Cominciamo dal significato e dall'origine della parola Maranza. Il termine ha un’origine incerta. Secondo alcune ipotesi potrebbe derivare da deformazioni dialettali, altre volte è stato avvicinato a parole legate a contesti relativi ai migranti. Quel che è certo è che oggi viene usato per indicare giovani — spesso adolescenti o poco più — che adottano uno stile di vita riconoscibile:
- abbigliamento appariscente, come tute sportive, piumini smanicati, loghi in vista, catene, occhiali da sole e accessori vistosi (spesso anche contraffatti);
- atteggiamenti di sfida, modi di fare esagerati e provocatori, tipici di chi vuole affermarsi tramite il gruppo o attirare attenzione;
- dinamiche di branco, con uscite in gruppo e comportamenti che diventano più rumorosi o aggressivi in compagnia;
- giovane età, talvolta con radici in famiglie di origine straniera o di seconda generazione, anche se non esclusivamente.
In senso più ampio, il termine viene spesso usato con connotazione negativa, simile a “tamarro” o “coatto”, per sottolineare uno stile percepito come volgare o aggressivo.
Maranza e social
L’esplosione del fenomeno negli ultimi anni è legata in gran parte ai social network, in particolare a TikTok e Instagram. Qui i maranza sono diventati protagonisti di video virali, balletti, imitazioni e meme.
La popolarità online ha avuto un doppio effetto: da un lato, ha reso il termine maranza quasi un’etichetta pop, un’estetica riconoscibile e in certi casi persino ricercata, anche da chi non appartiene realmente a quel mondo. Dall’altro, ha amplificato la percezione negativa: i video che mostrano comportamenti provocatori, sfide in pubblico o atteggiamenti antisociali hanno rafforzato lo stereotipo di giovani legati a devianza e microcriminalità.
In sostanza, i social hanno trasformato il maranza in un fenomeno culturale, dove il confine tra realtà e rappresentazione diventa sempre più sfumato.
Criticità e percezioni sociali sui Maranza
Il termine maranza divide decisamente l’opinione pubblica. Per alcuni rappresenta infatti una vera emergenza sociale perché identifica gruppi di giovani che disturbano la quiete, mettono a rischio la sicurezza o sono protagonisti di episodi di violenza urbana. Per altri si tratta di una definizione stigmatizzante, che rischia di colpire in modo indiscriminato soprattutto i ragazzi delle periferie o di origine straniera, alimentando stereotipi e discriminazioni in una società già ampiamente divisa.
L’uso massiccio del termine, infatti, può diventare un’etichetta che semplifica troppo fenomeni complessi: non tutti i giovani che adottano quello stile sono violenti o problematici, e non tutti gli episodi di cronaca che coinvolgono adolescenti possono essere ridotti al fenomeno “maranza”.
Maranza negli scontri a Milano Centrale
Il dibattito sui maranza si è intensificato dopo quanto accaduto il 22 settembre 2025. Durante la manifestazione pro-Palestina e a supporto della Global Sumud Flotilla, che ha visto migliaia di partecipanti, la situazione è degenerata proprio nei pressi della stazione centrale di Milano. Una parte del corteo ha tentato di entrare nella Galleria delle Carrozze: ne sono seguiti duri scontri con la polizia, con lanci di transenne, cariche e idranti.
Le tensioni si sono estese anche a via Vittor Pisani, con vetrate danneggiate, transenne abbattute e il traffico bloccato. Il bilancio è stato pesante: circa 60 agenti feriti, diversi manifestanti contusi, tre arresti e provvedimenti anche a carico di due minorenni.
Proprio la presenza di giovani tra i fermati ha portato qualcuno a parlare genericamente di “maranza”. Tuttavia, le autorità non hanno confermato alcun legame diretto con questo fenomeno: al momento le indagini puntano a identificare i responsabili tramite immagini e video, senza attribuire la violenza a un gruppo specifico.
Quello che è certo è che l’associazione immediata tra episodi di violenza e maranza rivela quanto questo termine sia ormai entrato nell’immaginario collettivo come simbolo di disagio giovanile e devianza urbana.
Foto di apertura: teksomolika su Freepik