L'impressionismo

Sviluppatosi in Francia nella seconda metà dell'Ottocento, l'impressionismo rappresentò un evento rivoluzionario nei confronti della cultura figurativa ufficiale. Eppure si trattò di una ripresa, per quanto sconvolgente e repentina, di alcuni motivi già caratteristici dell'opera di Corot e dei paesaggisti di Barbizon, del realismo di Courbet e del romanticismo di Delacroix.

 

Le premesse

Nella fase formativa del movimento ebbe grande importanza il programma antiaccademico di E. Manet . La critica ufficiale accolse negativamente le sue opere, mentre lo scrittore Emile Zola scrisse una serie di articoli in favore di Manet e degli altri pittori del gruppo.

 

La mostra del 1874

La prima manifestazione ufficiale dell'impressionismo, fu una mostra organizzata nell'aprile-maggio 1874, nello studio fotografico di Félix Nadar con intenti di polemica indipendenza dal Salon ufficiale. Vi esposero una trentina di  pittori, tra cui Bazille, Cézanne, Degas, Monet, Morisot, Pissarro, Renoir, Sisley. La mostra fu definita Exposition
impressionniste, con un neologismo derivato dal titolo  di un quadro di Monet (Impression, soleil levant, 1872).
Il nucleo primo dell'impressionismo (come da allora si chiamò il movimento) si era costituito, intorno al 1860, dall'incontro di Pissarro, Cézanne e Armand Guillaumin (1841-1927), a cui si erano aggiunti Monet, Renoir, Sisley e Bazille. Pur con personalità così diverse, questi pittori erano accomunati dallo stesso desiderio di rompere con gli schemi accademici e sollecitati da una particolare sensibilità verso i problemi inerenti la "visione" e dall'indifferenza per il contenuto classicamente inteso: "trattare un soggetto per i valori tonali e non per il soggetto in sé: ecco che cosa distingue gli impressionisti dagli altri pittori".

 

La tecnica degli impressionisti

Alla pittura in studio gli impressionisti preferirono la pittura all'aria aperta (en plein air): le vibrazioni luminose del paesaggio, dell'oggetto, della figura umana immersa nell'atmosfera furono fissate con istantaneità nei loro aspetti mutevoli, ricreate attraverso la giustapposizione di rapidi tocchi di colore. Eliminando gli effetti plastici del disegno e del chiaroscuro per un sensibile non-finito, gli impressionisti operarono una fusione tra oggetto, spazio e atmosfera, al fine di far coincidere la rappresentazione pittorica con l'impressione momentanea, fisiologica e soggettiva, dell'artista. La tecnica adottata, pur trovando un sostegno teorico nei contemporanei studi sulla complementarietà dei colori, si realizzò sul piano della sensibilità pittorica individuale, senza seguire un metodo rigorosamente definito, come avvenne invece successivamente per alcuni movimenti, quali il divisionismo, che proprio dall'impressionismo presero impulso.

Se l'interesse comune per la pittura en plein air aveva dato temporaneamente un'impronta unitaria all'opera di questi artisti, pur non eliminandone le differenze di stile e di sensibilità, tuttavia l'impressionismo non ebbe mai l'assetto di un movimento organizzato e coerente a un programma.

 

Alfred Sisley

Alfred Sisley (Parigi 1839 - Moret-sur-Loing 1899), pittore di origine inglese, entrò nel 1862 a Parigi nell'atelier del pittore svizzero Charles Gleyre, dove conobbe Monet (che elesse a suo maestro), Bazille e Renoir. Nel 1865 Sisley percorse con Renoir la Senna fino a Le Havre, dipingendo numerosi paesaggi in cui celebrò i cieli e i fiumi con la tecnica impressionista. Tra le sue opere più note si ricordano: La place à Argenteuil (1872); Inondazione a Port Marly (1876); La Senna a Suresnes (1877); Neve a Louveciennes (1878), tutti a Parigi, Musée d'Orsay.

 

Camille Pissarro

Anche Camille Pissarro (St-Thomas, Antille 1830 - Parigi 1903) fu uno dei rappresentanti più significativi e coerenti del movimento impressionista. Stabilitosi nel 1855 a Parigi, venne a contatto con Monet e Corot e subì l'ascendenza di Manet. La sua pittura, all'inizio ancora cupa, con stridenti contrasti di luce e ombra, dal 1868 si modificò sensibilmente, facendosi più chiara e sfumata (La strada di Louveciennes, I castagni a Louveciennes, 1870, Parigi, Musée d'Orsay). Ebbe una parte di primo piano nella maturazione del movimento impressionista e nel decennio fino al 1880 produsse le sue opere più felici, soprattutto paesaggi caratterizzati da impalpabili effetti d’atmosfera, ma sempre sorretti da una struttura compositiva equilibrata e sicura (Il piccolo ponte e I tetti rossi, 1877, Parigi, Musée d’Orsay). L’esigenza di una tecnica più rigorosa e sistematica lo indusse, sotto l’influsso dello stile di Seurat, ad adottare per breve tempo il principio divisionista (Donna in un podere, 1887, Parigi, Musée d’Orsay). Successivamente, intraprese vere e proprie serie di paesaggi urbani, studiando le variazioni di un luogo alle differenti ore del giorno come Piazza del Théâtre Français (1898, Musée de Reims); Il Pont Royal e il padiglione di Flora (1903, Parigi, Musée du Petit Palais). Dipinse anche alcuni ritratti e lasciò una vasta produzione grafica, comprendente più di duecento incisioni, acqueforti e litografie.

 

Degas

Hilaire-Germain-Edgar Degas (Parigi 1834-1917) nel 1872 entrò a far parte del gruppo degli impressionisti, nei quali si distinse per il dinamismo e il disegno incisivo con cui realizzò i suoi soggetti preferiti: ballerine, artisti di caffè-concerto, corse ippiche (Le foyer de la danse, 1872 Parigi, Musée d'Orsay; Ballerine alla sbarra,1874). Dopo un viaggio a New Orleans, dipinse opere che mostrano una maggiore libertà compositiva e l'uso di un colore vivo (L'assenzio, 1876, Parigi, Musée d'Orsay) e si dedicò ad altri soggetti (Le lavandaie, 1876-78, Stamford, collezione Mr e Mrs Howard J. Sachs; Le stiratrici, 1884, Parigi, Musée d'Orsay; Donne alla toilette, 1885-98). Eseguì anche eleganti nudi femminili a pastello e figure di ballerine modellate in cera e in creta (Danzatrice quattordicenne, 1880, Parigi, Muée d'Orsay).