Surrealismo

Il movimento surrealista, sorto intorno al 1924, costituì, nel campo delle arti figurative, una continuazione del dadaismo, per gli aspetti di reazione al formalismo cubista, di rivolta nichilista, di esaltazione del non-senso e dell'irrazionale, di utilizzazione di elementi di automatismo psichico e di casualità. Le stesse opere dei dadaisti presentano più punti di contatto con quelle dei surrealisti, alcuni dei quali infatti provenivano dal movimento dada (M. Ernst, J. Arp, Man Ray ecc.). Importante componente dell'arte surrealista fu anche la pittura metafisica, che con l'opera di De Chirico in particolare ne delineava già con chiarezza alcuni tratti caratteristici: accostamenti inediti di oggetti tendenti a una nuova e occulta significazione, il senso del vuoto determinato da singolari invenzioni e strutturazioni prospettiche, l'atmosfera che da questo vuoto scaturiva, densa di ambiguità e di mistero. Accanto a questi antefatti culturali da cui trasse forza il surrealismo deve considerarsi anche il ruolo primario della psicoanalisi, che aveva aperto un orizzonte del tutto nuovo all'arte: il mondo del sogno e dei suoi significati.

La diffusione

Accanto ai poeti raccolti attorno ad A. Breton confluirono a Parigi pittori di diversa provenienza: il tedesco Ernst, i francesi Yves Tanguy (1900-1955) e André Masson (1896-1987), i belgi Magritte e Paul Delvaux (1897-1994), gli spagnoli Miró e Dalí e il romeno Victor Brauner (1903-1966) che contribuirono alla battaglia surrealista svoltasi per un quindicennio, fino alla vigilia della seconda guerra mondiale. La rapida e generale diffusione dell'arte surrealista, dall'Europa all'America fino al Giappone, fu favorita dalle condizioni stesse e dal clima del periodo tra le due guerre, che fornirono agli artisti una ricca e attuale tematica di ispirazione, il tragico dramma che stava per compiersi sull'Europa e che gli artisti surrealisti seppero esprimere con immagini mostruose e terrifiche, dense di significati.

Surrealismo verista e surrealismo astratto

Per quanto riguarda la pittura, il surrealismo diede luogo a due tendenze: una verista e una astratta. I surrealisti "veristi" tuttavia si espressero mediante forme e figure che solo apparentemente facevano ricorso alla realtà, perché in effetti essa veniva volutamente deformata e del tutto inventata, sottraendo così l'oggetto dalla sua identità e collocazione consuete per trasformarlo in materia di inedite associazioni (così Magritte, Delvaux, Dalí, Ernst).

La tendenza "astratta", invece, si affermò con artisti che, come A. Masson e in seguito Miró, puntavano a una vera e propria improvvisazione psichica. Tuttavia sia dalla prima sia dalla seconda l'arte fu intesa come veicolo di conoscenza irrazionale, sostituendo l'occulto e l'ermetico al palese e al dichiarato.

Concluso il suo periodo storico, fermenti e stimoli del surrealismo sono emersi anche nell'arte del secondo dopoguerra e agiscono ancora nella pittura contemporanea: l'automatismo psichico, per esempio, fu il primo passo verso quella "scrittura" automatica che sta alla base di tante tendenze dell'arte americana ed europea, così come la tecnica del collage e la riscoperta dell'oggetto "rifiutato" costituiscono il fondamento dei nouveaux réalistes.

Juan Miró

Juan Mirò (Montroig, Barcellona 1893 - Palma di Maiorca 1983), pittore, scultore e incisore, esordì tra il 1914 e il 1918 con opere come Il contadino e La bottiglia blu (Parigi, Galerie Maeght), rivelando caratteri di ricerca autonoma. Il periodo di formazione si concluse con la prima mostra personale alla Galerie J. Dalmau (1918) e con il trasferimento dell'artista a Parigi (1919). Lo stimolante clima culturale francese portò l'artista al dadaismo e quindi al surrealismo, nel cui ambito la sua fantasia poetica svolse un ruolo importante per lo sviluppo della tendenza astratta (Il carnevale di Arlecchino, 1924-25, Buffalo, Albright-Knox Art Gallery); Interno olandese, 1928, New York, Museum of Modern Art). Esperienze scenografiche e la realizzazione di una serie di collage (1929-32) costituirono fasi importanti per l'evoluzione dell'arte di Mirò (Pittura, 1933, New York, Museum of Modern Art), attiva nel versante del sogno, dell'immaginario e del fantastico. Stabilitosi nel 1940 a Palma di Maiorca, vi compì la serie delle Constellations, che si pongono tra le sue opere più poetiche. La sua arte trovò nuove trascrizioni espressive nella grafica, nella ceramica e nella scultura. Delle grandi realizzazioni in ceramica si ricordano soprattutto le composizioni murali per la sede dell'Unesco a Parigi (1957) e per l'esposizione di Osaka (1970).

René Magritte

Il pittore belga René Magritte (Lessines 1898 - Bruxelles 1967) si avviò inizialmente agli studi classici, ma si volse
subito alla pittura frequentando dal 1916 l'Accademia di Bruxelles. Nel 1919 si interessò al futurismo, al cui influsso si sottrasse, dopo aver conosciuto l'opera di De Chirico, per volgersi verso la pittura astratta. Nel 1927 si trasferì in Francia dove partecipò alle manifestazioni del gruppo surrealista, con il quale espose a Parigi nel 1929. Tra le sue opere si ricordano: Le faux miroir (1929, New York, Museum of Modern Art); La jeunesse illustrée (1937, Sussex, Edward James Foundation); Il regno delle luci (1953-54, Venezia, Peggy Guggenheim Foundation); Le dernier cri (1967, Bruxelles, collezione privata). La sua produzione di surrealismo verista, intesa a una conoscenza del mondo "inseparabile dal suo mistero" ha influenzato le comunicazioni di massa e la pubblicità.

Salvador Dalí

Salvador Dalí (Figueras, Catalogna, 1904-1989) oltre all'attività di pittore svolse anche quella di scrittore, illustratore di libri, scenografo, disegnatore di gioielli e di mobili. Nel 1927, dipinse il suo primo quadro surrealista (Il sangue è più dolce del miele) e si recò a Parigi. Entrò in contatto, tramite l'amico Miró, con i surrealisti e i dadaisti (Uccello, 1928, Londra, Collezione sir A. Roland Penrose; Enigma del desiderio, 1929, Svizzera, Collezione O. Schlag; Nascita dei desideri liquidi, 1932, Venezia, Peggy Guggenheim Foundation). Nelle sue fantastiche composizioni, eredi da un lato della tradizione barocca spagnola, dall'altro della precisione metafisica, Dalí immette con estrema abilità suggestive implicazioni della psicoanalisi. Tra le opere più significative: Costruzione molle con fagioli bolliti o Presagio della guerra civile (1936); Leda atomica (1948); Il concilio ecumenico (1960); Battaglia di Tetuan (1962).

Celebri sono le sue illustrazioni per il Don Chisciotte, la Divina Commedia e la Bibbia e altrettanto famosi i suoi gioielli Corazón real (1952) e la Bocca con labbra di rubini e denti di perle (New York, The Owen Cheatham Foundation). Ha collaborato anche alla scenografia dei film Le chien andalou (1929) e L'âge d'or (1930).

Henry Moore

Henry Moore (Castelford, Yorkshire 1898 - Much Hadham, Hertfordshire 1986), scultore, disegnatore e incisore, dopo gli studi artistici a Londra, nei primi anni del 1920 soggiornò in Italia e a Parigi. La sua formazione maturò nell'ambito delle esperienze del cubismo sintetico e di quello surrealista. La sua scultura si sviluppò su costanti nuclei tematici (maternità, figure in riposo, figure in piedi, gruppi di famiglia) disponibili sia all'interpretazione in forme astratte (anni '30) sia in immagini figurative (anni '40). Al processo di semplificazione formale (Figura in riposo, 1935, Buffalo, Albright-Knox Art Gallery) unì la ricerca di nuovi rapporti tra forma e spazio (Paniere d'uccelli, 1939, e La sposa, 1940, New York, Museum of Modern Art). Durante il periodo bellico eseguì, per incarico del War Artist Committee, una serie di disegni (raccolti poi nel Shelter Sketchbook) ispirati alle distruzioni causate dai bombardamenti di Londra. Dopo la guerra Moore recuperò la forma umana, dando di essa una raffigurazione di intensa forza espressiva; esempio la famosa coppia Il re e la regina (1952-53, Anversa, Middleheim Park). Della sua attività grafica si ricorda la raccolta di incisioni Elephant Skull.