Il Movimento moderno

Nella Germania postbellica, sulla base delle conquiste apportate dall'azione delle avanguardie artistiche del primo Novecento (la liquidazione delle remore accademiche, la rottura polemica con la tradizione storica, lo sperimentalismo innovatore), il movimento moderno in architettura trovò il suo primo momento qualificante nella fondazione (1919), da parte di W. Gropius, della scuola statale di architettura e arte applicata istituita del Bauhaus. L'attività pratica e l'elaborazione teorica di architetti come Gropius, Ludwig Mies Van der Rohe (1886-1972), Le Corbusier costituirono il momento più alto e più ricco di potenzialità innovative del movimento moderno, che con l'entusiastica e utopica proposta di "progettare la vita" si espanse rapidamente in tutta Europa, in Unione Sovietica, negli Stati Uniti. Gli sviluppi postbellici portarono allo stravolgimento di uno dei principi guida del razionalismo, cioè la volontà di superare e anche negare ogni accademico concetto di stile, degradando le conquiste del movimento moderno nell'ambito del cosiddetto "stile internazionale", che risulta sintomatica espressione dell'espansione capitalistica mondiale.

Bauhaus

La nuova Scuola Statale del Bauhaus (Das staatliche Bauhaus), nata a Weimar come fusione di due istituti statali di architettura e disegno industriale, visse fino al 1933, cioè fino all'avvento del nazismo, che ne decretò la chiusura perché la troppo aperta alle tendenze internazionali.

Il movimento Bauhaus ebbe vastissimo influsso su tutta l'architettura razionale e su tutte le forme d'arte applicata. Scopo del suo programma era quello di eliminare il diaframma tra artista e artigiano per giungere alla "costruzione completa, traguardo finale delle arti visive".

Gropius chiamò attorno a sé, a Weimar, il pittore svizzaro Johannes Itten (1888-1967), il pittore statunitense Lyonel Feininger (1871-1956; incisione su legno), lo scultore Gerhard Marcks (ceramica), l'architetto Adolf Meyer (1881-1929), i pittori P. Klee (arte vetraria) e V. Kandinskij (pittura murale), l'ungherese Làszlò Moholy-Nagy (metalli) e L. Schreyer (teatro).

Nel 1925 venne trasferito a Dessau e Gropius progettò e costruì quell'edificio che ne divenne la sede fino al 1931. Il Bauhaus divenne così centro di orientamento internazionale. Si aggiunsero nuovi maestri: l'architetto ungherese Marcel Breuer (1902-1981; mobili), il pittore e grafico Josef Albers (1888-1976), il disegnatore austriaco Herbert Bayer (tipografia e pubblicità). Da Dessau si diffusero testi come Taccuino di schizzi pedagogici di Klee, Nuove forme di Mondrian, Pittura, fotografia, cinema di Moholy-Nagy e centinaia di disegni per edifici e oggetti di uso prodotti su scala industriale, sulla base dell'industrial design.

Nuove pressioni politiche nel 1928 costrinsero Gropius a lasciare la scuola, la cui direzione venne assunta da A. Meyer e due anni dopo da L. Mies Van der Rohe, che la lasciò nel 1931, anno in cui la scuola tentò un'effimera continuazione a Berlino. Mies Van der Rohe, Gropius, Moholy-Nagy, Albers e Feininger emigrarono negli Stati Uniti e ritentarono l'esperimento a Chicago, con un nuovo Bahuaus, oggi Institute of Design.

Walter Gropius

Walter Gropius (Berlino 1883 - Boston 1969), dopo gli studi di architettura a Berlino e a Monaco, aprì uno studio a Berlino (1910), avendo come punto focale il rapporto arte-produzione industriale in direzione di un esplicito funzionalismo. La fabbrica di calzature Fagus ad Alfeld an der Leine (1911-14, in collaborazione con Hannes. Meyer) rappresenta il punto di partenza del razionalismo europeo. Nella stessa direzione si collocano gli edifici per il Werkbund di Colonia (1914, sala delle macchine e palazzo degli uffici amministrativi, sempre con H. Meyer). Dopo la prima guerra mondiale Gropius elaborò un significativo programma di unione e convergenza di tutte le arti nell'architettura, alla base della scuola Bauhaus venne svolto da Gropius in una direzione nettamente razionalista.

Gli edifici della sede del Bauhaus di Dessau sono uno dei capolavori di Gropius, che negli stessi anni elaborò progetti di grande importanza, come il teatro totale per E. Piscator (1927) e la tipologia dell'edificio lamelliforme a 8-10 piani (1928-29), per lo studio di cellule abitative impiegate in quartieri di tipo differenziato. Dal 1928 Gropius lasciò la direzione del Bauhaus e aderì ai CIAM (Congrès Internationaux d'Architecture Moderne; vedi oltre). Riprese la sua attività professionale a Berlino, continuando e sviluppando i temi già elaborati nel periodo di Dessau: i Quartieri Dammerstock a Karlsruhe (1929) e Siemensstadt a Berlino (1930); progetti per il teatro di Charkov (1930) e per il Palazzo dei Soviet a Mosca (1931).

Costretto a lasciare la Germania dal nazismo, nel 1934 Gropius si trasferì a Londra, dove collaborò con l'urbanista inglese Edwin Maxwell Fry (1899-1987; casa Levy a Londra, scuola a Impington), prima di essere chiamato nel 1937 a insegnare architettura all'università americana di Harvard. Dopo aver lavorato per alcuni anni con M. Breuer, fondò nel 1946 lo studio The Architects Collaborative (TAC). E realizzò il Graduate Center (1950, Harvard); l'ambasciata USA (1956, Atene); il grattacielo della Pan American (1958, New York).

Le Corbusier

Le Corbusier è lo pseudonimo dell'architetto, urbanista, pittore e scultore francese Charles-Édouard Jeanneret (La Chaux-de-Fonds 1887 - Cap-Martin 1965), che orientò i suoi interessi architettonici sul problema della prefabbricazione e dell'uso del calcestruzzo armato. Trasferitosi a Parigi, vi iniziò l'attività di pittore, fondando la corrente pittorica del purismo, in ambito postcubista. Nel 1922 diede inizio a un'attività multiforme caratterizzata subito da prevalenti interessi urbanistici e da una forte spinta utopica da un lato (primo progetto per il Plan Voisin di Parigi, 1925, concepito come insieme di grattacieli cruciformi in mezzo al verde), e dall'altro dalla ricerca di un rigoroso metodo di progettazione, basato sui principi teorici formulati in Vers une architecture (1923; Verso un'architettura). Gli anni tra il 1920 e il 1940 furono densissimi di progetti e, in grado minore, di realizzazioni (1927, concorso per il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra; 1928, progetto per la Cité Mondiale e Centro Soyuz di Mosca; 1929, Villa Savoye a Poissy. Nel 1928 partecipò alla fondazione dei CIAM (Congrès Internationaux d'Architecture Moderne), attraverso i quali egli continuò a condurre la battaglia del razionalismo. Nel 1935 si recò negli Stati Uniti e l'anno successivo in Brasile, dove collaborò con gli architetti Lucio Costa (1902-1963) e Oscar Niemeyer (1907) al palazzo del ministero dell'Educazione a Rio de Janeiro. Dopo la parentesi bellica, riprese nel 1944 la sua attività, partendo significativamente da un nuovo testo teorico, il Modulor (1949-50, 1955), studio di rapporti modulari basato sulla "misura" dell'uomo. Le esperienze e le innovazioni di Le Corbusier appaiono sintetizzate nell'Unité d'Habitation (Unità di Abitazione) di Marsiglia (1947-52), progettata per 1600 abitanti e con la funzione di "macchina per abitare". L'ultima fase della sua attività fu segnata da molti riconoscimenti internazionali e grandi commissioni: progetti per il Palazzo dell'ONU a New York (1946-47), per Chandigarh, nuova capitale del Punjab, in India (1950-57); per il centro culturale con museo d'arte a Tokyo (1956). Dai moduli geometrici del razionalismo purista passò all'impennata romantico-spiritualista della chiesa di Notre-Dame-du-Haut a Ronchamp (1950-53) e del convento di La Tourette a Éveux (1956-57), in cui esalta il valore primario della materia (cemento a vista).