Il periodo classico

Il periodo classico dell'arte greca va dal sec. V a.C. fino alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.), raggiungendo il maggior splendore nell'età di Pericle (495 ca-429 a.C.). Quest'arte rappresentò la conquista di valori nuovi e sconosciuti rimasti poi essenziali nella storia dell'umanità: esaltò "l'uomo come misura di tutte le cose" ed espresse equilibrio, armonia, ordine e proporzione fissandoli in canoni che delinearono un ideale di bellezza e di "perfezione formale".

La sua destinazione religiosa è evidente nelle numerose statue di divinità le cui figure, costumi e atteggiamenti ritraggono con naturalezza la forma umana a immagine della divinità; capolavoro del periodo è il Tempio di Zeus a Olimpia (sec. V), soprattutto per le metope figurate e le sculture del frontone. La sua destinazione pubblica si manifestò nei più significativi monumenti e nelle costruzioni civili erette nell'Acropoli di Atene, dal Partenone dorico di Ictino, ai Propilei di Mnesicle (in cui l'ordine dorico si unisce a quello ionico), all'Eretteo di Filocle e al tempietto di Atena Nike di Callicrate, di pieno stile ionico. Tutti i più importanti santuari del mondo greco si arricchirono di templi, di tesori, di monumenti votivi.

Si regolarizzarono poi le città, che vennero impostate su criteri urbanistici basati su assi ortogonali, secondo il sistema detto ippodameo dal nome di Ippodamo da Mileto, autore della nuova sistemazione della città del Pireo. L'agorá, centro politico e commerciale, assunse aspetto monumentale con la costruzione di templi, di portici (stoái), di fontane imponenti, di altri monumenti pubblici.

 

La scultura classica

In tutto il mondo greco la scultura del periodo classico presenta differenze più di qualità che di stile.

Nel sec. V a.C. Policleto (di Argo, attivo dal 460 al 420 a.C.) diede nobiltà ideale ai corpi dei suoi atleti e, nel Doriforo, un nuovo canone di proporzioni della figura umana, concepita come una costruzione architettonica. L'ateniese Fidia (attivo nella prima metà del sec. V) impostò nuove concezioni artistiche nella grandiosità di composizione delle scene, nella serena idealizzazione delle sue maestose figure, nell'abilità di trattazione del panneggio, come si riscontra nelle sculture del Partenone (in parte oggi al British Museum di Londra) e nelle opere, note solo da copie, come lo Zeus di Olimpia e l'Athena Parthénos.

La conoscenza della scultura è completata da numerose altre opere, tra cui si ricordano i gruppi bronzei dell'Auriga di Delfi e della Cacciata di Alessandro di Delfi.

Alla corrente postfidiaca appartennero Callimaco, al quale si devono forse i rilievi "dal panneggio bagnato" della balaustra del tempietto di Atena Nike, e Peonio di Mende.

Nel sec. IV, i tre scultori che, reagendo all'idealizzazione fidiaca, diedero maggiore importanza all'uomo e ai suoi sentimenti furono Prassitele (forse originale è il famoso Hérmes del Museo di Olimpia), Scopa, autore delle sculture del tempio di Atena Alea a Tegea, e Lisippo, che fa muovere le sue figure nello spazio in piena tridimensionalità, introducendo l'arte ellenistica. La loro celebrità è attestata dalle fonti classiche e dalle numerose copie delle loro opere, che consentono di ricostruirne la personalità.

 

La pittura e la ceramica

Conquistato lo scorcio già alla fine del sec. VI a.C., si affrontarono nel V i problemi di ombreggiatura (Apollodoro skiagráphos, cioè pittore delle ombre) e di prospettiva (Agatarco scenografo). Nomi famosissimi sono quelli di Polignoto (che introdusse per primo un tentativo di ricerca prospettica), Zeusi e Parrasio, che operarono ad Atene alla fine del sec. V. Nel secolo seguente, in cui sembrarono affermarsi la scuola realistica e la pittura su tavola, il pittore più famoso fu Apelle, che lavorò per Alessandro Magno; altri nomi noti sono quelli di Pausia, Aristide e Nicia.

Dalla metà del sec. VI la ceramica attica dominò tutti i mercati del mondo greco, decadendo poi fino a estinguersi alla fine del IV secolo. Dopo il 450 a.C. sorsero nell'Italia meridionale fabbriche locali di vasi figurati molto simili a quelli attici a figure rosse (vasi protoitalioti), che nel sec. IV (vasi italioti) assunsero caratteristiche proprie. Anche la ceramica italiota cessò, come quella attica, alla fine del sec. IV a.C.

 

L’architettura


Sotto il dominio di Pericle, nel momento più alto della storia di Atene si procede alla ricostruzione degli edifici sacri dell’Acròpoli, distrutta dai persiani durante il saccheggio della città (480 e 479 a.C.). A Fidia venne consegnato il ruolo di epìscopos (sovraintendente) e probabilmente si occupò, oltre a scolpire numerose statue e fregi ad ornamento dei templi, di stendere una sorta di piano generale per la costruzione delle varie opere. Il Partenone (dedicato ad Atena, la protettrice della città) concretizza l’ideale di equilibrio e misura, è dorico, ma risente dell’influenza attica, che lo rende più agile ed elegante. I Propilèi, di Mnèsicle (V sec. a.C.), sono composti da tre corpi, uno centrale e due ali ed hanno il compito di separare in maniera maestosa il territorio dell’Acròpoli dal resto della città. Il Tempietto di Atena Nike, ad opera di Kallìcrate, posto accanto ai Propilèi è un edificio semplice, molto piccolo e grazioso. L’Eretteo di Fìlocle (fine V sec. a.C.), invece, pur essendo molto piccolo ha una struttura molto complessa perché in esso venivano riuniti più ambienti dedicati a culti diversi (famosa è la loggetta delle Cariatidi, posta all’esterno). L’architettura teatrale dà esempi nel sec. IV nel teatro di Dioniso ad Atene, in quelli di Delfi e Megalopoli e nel teatro di Epidauro, dall’acustica ancor oggi perfetta, creato da Policleto il Giovane (attivo dal 390 al 340 a.C.) insieme alla thólos, edificio circolare di ordine corinzio riccamente or nato che completa la sistemazione di quel santuario, il cui tempio di Asclepio, anch’esso del sec. IV a.C., fu opera di
Teodoto.
Notevole anche l’architettura funeraria, illustrata soprattutto dalle tombe reali di Macedonia, con sale a volta e ricca decorazione, da quelle principesche dell’Asia Minore (mausoleo di Alicarnasso, monumento delle Nereidi di Xanto), e dai vari tipi di monumenti della necropoli di Cirene.