L'arte cicladica e cretese-micenea

Le numerose isole del mar Egeo ed i territori ad esse limitrofi, sono state abitate fin dal neolitico, almeno dal 6000 a.C. Alla civiltà che si insedia in questa zona fino a circa il 2000 a.C. si dà usualmente il nome di civiltà cicladica, per il fatto che essa ha il suo maggior sviluppo nelle isole Cicladi. L’arte che si produce in questo particolare contesto tende alla stilizzazione di soggetti reali, forse per veicolare tramite questo artificio il concetto astratto del divino, come accade nelle rappresentazioni della Dea Madre, simbolo della fertilità, che viene raffigurata con un corpo nudo, ottenuto accostando forme geometrizzanti, talvolta talmente esasperate da farlo assomigliare ad un violoncello. La civiltà cretese (2000-1450 a.C.), detta anche civiltà minoica dal nome del mitico re di Creta Minosse, è caratterizzata da un altissimo livello sociale, artistico e architettonico. In mancanza di fonti storiche precise e dettagliate, essa è nota soprattutto per i grandi palazzi (famoso quello di Cnosso) ricchissimi di opere d’arte (molte oggi al Museo di Iraklion). Rispetto all’arte egiziana e mesopotamica è meno monumentale e solenne, ritrae soggetti più profani che religiosi ed è legata più alla decorazione e a scopi pratici, fornendo spesso materiale di scambio e commercio con altri popoli. Grazie, infatti, alla sua fortunata posizione geografica, Creta era nodo essenziale nei traffici marittimi del Mediterraneo orientale. Nel 1400 a.C. circa, indebolita da una serie di cataclismi, l’isola di Creta venne devastata e conquistata dagli Achei ed entrò così nell’orbita della continentale civiltà micenea. Questa, che prendeva il nome dalla città di Micene nel Peloponneso, sorta intorno al 1600 a.C., si estese a Creta, nell’Egeo e in altre zone del Mediterraneo sino all’invasione
dorica (ca 1100 a.C.). Fiorì dal 1550 ca a.C., raggiunse il massimo splendore nel periodo tra il 1450 e il 1250 a.C. e fu caratterizzata da un forte carattere guerriero. Le testimonianze artistiche delle civiltà, che precedettero quella greca nel Mediterraneo orientale e che sarebbe più opportuno, forse, raggruppare e chiamare genericamente civiltà egea, poiché la delimitazione tra un periodo e l’altro, come quella dei luoghi, non fu nella realtà così netta, furono scoperte tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900 da alcuni archeologi, tra i quali il tedesco H. Schliemann (Micene), l’inglese A. Evans (Cnosso) e Halbherr e Pernier (Festo, Haghía Triáda).

 

 

L'età d'oro minoica

L'età prepalaziale (2000-1900 a.C.) è caratterizzata da case a più ambienti, tombe in grotte o a thólos e ceramica plastica a figure di animali o decorata, il periodo d'oro (medio minoico III - tardo minoico II: ca 1600-1400 a.C.) della civiltà cretese è rappresentato dall'età dei secondi palazzi. Il palazzo di Cnosso, ampiamente ricostruito da A. Evans, e quelli di Festo e Mallia sono complessi edifici a più piani con numerosi ambienti, alcuni adibiti al culto. Si aggiungono case e ville (Haghía Triáda, Tylíssos, Gurnià, il piccolo palazzo e la Casa degli affreschi di Cnosso), tombe monumentali (Tomba del tempio di Cnosso), strade lastricate (Palecastro, Haghía Triáda), impianti portuali.

La decorazione degli ambienti è costituita da lastre di gesso alabastrino e, spesso, da pitture naturalistiche a vivaci colori (il Raccoglitore di zafferano, il Principe dei gigli, gli Acrobati su tori di Crosso). Numerose sono le statuette di bronzo, di terracotta dipinte, di ceramica, di avorio (l'Acrobata di Cnosso); ricche le oreficerie d'oro e argento, le armi incrostate d'oro, argento e pietre preziose, le gemme incise.

Intorno al 1400 ca a.C. i palazzi vennero distrutti probabilmente da invasori greci, ma comunque l'età postpalaziale, a Creta (tardo minoico III - miceneo III: ca 1400-1100 a.C.), fu caratterizzata da nuove forme di architettura come il mégaron "miceneo" (sala rettangolare coperta, preceduta da un vestibolo e un'antisala) e dai sarcofagi (lárnakes) dipinti (Haghia Triáda).

 

 

Arte micenea nella Grecia continentale

Dopo il 1400 a.C. circa crebbe l'importanza e la ricchezza dei numerosi centri micenei della Grecia continentale. I monumenti più noti dell'architettura micenea furono le mura e la porta dei Leoni di Micene, la cittadella e il palazzo fortificato di Tirinto. Altri palazzi micenei sono nel Peloponneso (Pilo, Argo), a Gla sul lago di Copaide, a Orcomeno, a Tebe. Sull'Acropoli di Atene sono resti di mura micenee (il Pelárgikon) e di un palazzo. Famose, a Micene, le grandi tombe reali a thólos (Tesoro di Atreo) e quelle dei "circoli" dell'acropoli, particolarmente ricche e con le celebri maschere d'oro collocate sul volto dei morti, attribuite alla famiglia di Agamennone ma invece dei secc. XVI e XV a.C.