Il neostoicismo

Il neostoicismo è l'indirizzo filosofico più diffuso in Roma, perché offre una risposta all'esigenza di senso e di felicità, molto avvertita dalla società romana. Gli autori neostoici più importanti, che riducono ai minimi termini i temi logici e fisici a vantaggio di un diffuso senso religioso, sono Seneca, Epitteto e l'imperatore Marco Aurelio.

Lucio Anneo Seneca (circa 4 a.C.-65 d.C.) elabora e distingue il concetto di coscienza (la strutturale consapevolezza del bene e del male implicita in ogni uomo) da quello di volontà, intesa per la prima volta, esplicitamente, come una facoltà autonoma, distinta dalla ragione. Ha inoltre un vivo senso del peccato, non comune nella filosofia greca, uno spiccato senso dell'uguaglianza fra tutti gli uomini, compresi gli schiavi, e addirittura un senso dell'amore scambievole.

Il greco Epitteto (circa 60-circa 138 d.C.) critica la divisione stoica della sfera morale in beni, mali e cose indifferenti e la riduce alla distinzione fra le cose che sono in nostro potere e le cose che non lo sono. Ogni vizio, ogni errore e turbamento nasce dalla confusione dei due piani. In tal senso l'azione del saggio che ha di mira solo le cose che sono in suo potere è in sommo grado libera, perché dipende da un criterio interiore e solo da quello. Nella sua filosofia è presente anche una forte componente religiosa e solidaristica nei confronti di tutti gli altri uomini come membri di un'unica società umana, senza distinzioni.

L'imperatore Marco Aurelio (121-180) parte da posizioni pessimiste che sottolineano la precarietà e la monotonia del tutto, ma giunge ad ammettere un riscatto del cosmo, considerandolo come una manifestazione dell'eterno trasformarsi del principio materiale, secondo la legge inderogabile e perfetta del lógos divino: il divenire non porta al nulla, ma a un'altra forma di essere. Nel mondo l'uomo ha una posizione di rilievo, che lo innalza fino all'altezza degli dei, quando si ritira in sé, nella parte razionale dell'anima, per vivere un'intensa vita religiosa e praticare l'amore per il prossimo.