Introduzione

Allo strutturalismo – nato in Francia negli anni ’50 come metodologia delle scienze umane indirizzata a fissare relazioni costanti e sistematiche (strutturali, appunto) tra gli elementi fondamentali dei fenomeni presi in oggetto – si richiama in filosofia un’impostazione antiumanista (critica dell’immagine di uomo quale soggetto cosciente e libero) e antistoricista (rifiuto della storia come percorso lineare e continuo). Lévi-Strauss elabora l’idea di struttura nello studio delle popolazioni primitive. Althusser pone lo strutturalismo al servizio di una interpretazione scientifica del marxismo. Lacan rilegge in termini di linguistica strutturale la psicoanalisi freudiana. Altri autori, rileggendo alcune tematiche strutturaliste alla luce del pensiero di Nietzsche e Heidegger, si sono in definitiva distaccati dallo strutturalismo elaborando la prospettiva del poststrutturalismo, che mette in questione alcune acquisizioni fondamentali dello strutturalismo, in particolare il ruolo di fondamento esercitato dall’idea di struttura. Foucault, studioso delle forme dell’antropologia moderna (ragione-follia, etica-sessualità) giunge a porre in crisi ogni ricerca di fondamento, anche quello costituito dall’idea stessa di struttura.