La filosofia del metodo: Bacone e Cartesio

Francesco Bacone

Importante uomo politico, Francesco Bacone, nome italianizzato di Francis Bacon (Londra 1561-1626), parallelamente lavora a un vasto progetto di riorganizzazione del sapere filosofico. Nel 1620 pubblica la sua opera più importante, il Novum Organum. Caduto in disgrazia in seguito a un'accusa di corruzione, Bacone delinea infine nella Nuova Atlantide (1627, postumo) il progetto utopico di una società (la mitica Bensalem) modellata sull'ideale di una fraterna collaborazione scientifica.

La riforma del sapere

Animato da una profonda insoddisfazione per la sterilità della filosofia aristotelica (che non produce una conoscenza delle cose, ma solo dei modi del discorso sulle cose) e anche del pensiero rinascimentale, Bacone imputa ai classici e ai pensatori moderni di aver sostituito la pratica e l'invenzione libresche alla diretta consultazione del gran libro della natura. Questi atteggiamenti hanno il grave limite di dimenticare la finalità pratica e operativa a cui va indirizzato il sapere.

Pertanto Bacone propone nel Novum organum un nuovo metodo di indagine, articolato in quattro fasi:

1. La liberazione dai fantasmi illusori degli "idoli", cioè dai falsi concetti che ottenebrano la mente umana. Essi sono: gli idoli della tribù, che hanno origine dalla stessa natura umana e dalle sue facoltà; gli idoli della caverna, che variano da individuo a individuo e sono prodotti dal temperamento, dall'educazione, dalle amicizie, dalle letture, dalle abitudini, dalle diversità delle circostanze; gli idoli della piazza, che nascono dalla necessità di comunicare con le parole e riflettono l'uso improprio del linguaggio; gli idoli del teatro, che si diffondono con i falsi sistemi filosofici.

2. La stesura e l'elaborazione delle tavole, che sono lo strumento di classificazione dei dati osservativi in vista dell'interpretazione dell'intelletto. Si distinguono in "tavola di presenza", che registra tutti i casi in cui la natura, o cosa, di cui si ricerca la forma è presente; "tavola dell'assenza", che registra i casi in cui si osserva l'assenza della cosa di cui si ricerca la forma; "tavola dei gradi", che registra i casi in cui la natura studiata è presente in gradi differenziati.

3. La formulazione di un'ipotesi provvisoria: una volta conclusa l'elaborazione delle tavole, è possibile formulare un'ipotesi provvisoria sulla "forma" di un fenomeno, ossia sulla sua struttura immanente e sulla legge del suo prodursi.

4. La deduzione e le "istanze prerogative": si deve dapprima dedurre dall'ipotesi provvisoria quel che dovrebbe accadere nella realtà se l'ipotesi fosse vera e poi "interrogare", cioè sperimentare, con adeguate procedure la natura stessa. Le "istanze prerogative" sono gli strumenti che servono per convalidare o falsificare le ipotesi e si distinguono in: istanze informative, distinte a seconda che supportino i sensi o l'intelletto, e istanze pratiche, distinte in istanze del potere che indicano cosa si possa intraprendere, istanze della misura che valutano quantitativamente l'opera intrapresa, istanze di facilitazione dell'opera che comprendono le tecniche e le operazioni magiche.

Il metodo baconiano ha il merito di riabilitare la dimensione empirica e fattuale della scienza, ma non avrà un grande seguito, perché è sostanzialmente ancora un approccio di tipo qualitativo, senza un'adeguata valorizzazione degli aspetti quantitativi del reale e una loro matematizzazione, che sarà invece la chiave di volta della scienza moderna.