Rinascimento, riforma e modernità

Legami con il Medioevo

Il Rinascimento francese, lontano da qualsiasi rottura con il Medioevo, ne ripubblicò spesso le opere, soprattutto il Cycle d'Arthur (Ciclo di Artù) e i Romans de la Table Ronde (Romanzi della Tavola Rotonda), utilizzandole per rafforzare il nuovo spirito nazionale. Non solo, ma si continuarono a rappresentare le recite in piazza dei "misteri", diminuendo sempre più la presenza degli elementi sacri e accentuando a tal punto le scene comiche di vita quotidiana che, nel 1548, il Parlamento di Parigi proibì tali rappresentazioni. Continuò anche la concezione medievale della poesia come forma d'intrattenimento e insieme educativa. Per l'aristocrazia rimase intatta la suggestione della poesia cortese, con l'esaltazione sublimata della donna e dei rigidi rituali di corte. Un'opera come il Roman de la Rose venne interpretata in senso fortemente cristiano e tradotta nel 1503 in francese moderno (nel corso del secolo ne sarebbero uscite 22 edizioni). Legati alla fortuna di un principe, all'inizio del secolo, poeti come l'ultimo dei rhétoriqueurs, Jean Lemaire de Belges (1473-1516), al servizio dei monarchi celebrava ancora in poemi storici la gloria carolingia, facendola discendere dagli eroi troiani.