La presenza femminile

Le altre narratrici

Altre scrittrici hanno approfondito in varie direzioni le ricerche sull'identità femminile o sulla società contemporanea.

Violette Leduc (1913-1972), affermatasi con il romanzo La bâtarde (La bastarda, 1964), basandosi sulle associazioni e sulla memoria, analizzò l'infanzia, l'adolescenza, il rapporto con la madre, i nodi complessi della propria identità femminile.

Christiane Rochefort (1917-1998), di Parigi, si impose con il romanzo Le repos du guerrier (Il riposo del guerriero, 1958), rompendo con la tradizione del romanzo "femminile" e affrontando con spregiudicata franchezza il tema del desiderio sessuale della donna. Altre opere: Les petits-enfants du siècle (I nipoti del secolo, 1961); Les stances à Sophie (Le stanze di Sofia, 1963); La porte du fond (La porta in fondo, 1988).

La parigina Claire Etcherelli (1934) ha rappresentato nei suoi romanzi il mondo del lavoro, della miseria e dell'emarginazione (Élise ou la vraie vie, Elisa o la vera vita, 1967).

Nei suoi numerosi romanzi l'algerina Hélène Cixous (1937) attinge alla mitologia e alla psicoanalisi per descrivere la rinascita psicologica e fisica della donna, creando una lingua audace e onirica (Dedans, Dentro, 1969; Le troisème corps, Il terzo corpo, 1970; La, 1976; Illa, 1980; Déluge, Diluvio, 1992).

Un'altra algerina, Marie Cardinal (1929-2001), femminista impegnata, in numerosi romanzi ha analizzato la condizione della donna nella coppia e nella famiglia con un linguaggio semplice e limpido (La clé sur la porte, La chiave sulla porta, 1975; Mots pour le dire, Le parole per dirlo, 1976, intensa descrizione della propria psicoanalisi per uscire dalla nevrosi; Une vie pour deux, Una vita per due, 1979; Les pieds-noirs, I piedi neri, 1988).

Françoise Sagan, pseudonimo di Françoise Quoirez (1935), in vari romanzi di successo (Bonjour tristesse, Buongiorno tristezza, 1954;Un certain sourire , Un certo sorriso, 1956; Aimez-vous Brahms?, Le piace Brahms?, 1959) ha riflettuto sulla disinvolta e annoiata gioventù degli anni '50 indagando il tema della solitudine.

L'originalità irriducibile di Annie Ernaux (1940) sta sia nella sua scrittura, definita da lei stessa "scrittura piatta", sia nei temi: figlia di operai, diventata insegnate, ha evocato l'ascensione sociale del padre (La place, 1984), la malattia della madre (Je ne suis pas sortie de ma nuit, Non sono uscita dalla mia notte, 1997), poi le proprie esperienze - una relazione sentimentale in Passion simple (Passione semplice, 1991), un aborto nel L'événement (L'evento, 2000) -, con una verità assoluta, spesso brutale, che colpisce per il rifiuto di ogni effetto di stile.

Autrice di romanzi (Minuit sur les jeux, Mezzanotte sui giochi, 1973, Riche et légère, Ricca e leggera, 1983), teatro e saggi (Dit Nerval, Dice Nerval, 1999), insegnante universitaria e traduttrice, Florence Delay (1941) ha recitato a 20 anni nel Procès de Jeanne d'Arc di Robert Bresson, poi ha mantenuto legami con il mondo del tatro, scrivendo pièces (Graal Théâtre, Graal Teatro, con Jacques Roubaud) e traducendo autori spagnoli. La scrittrice incarna il passaggio della letteratura "femminile" alla letteratura tout-court.