André Gide

Il meccanismo dell'alternanza

L'opera seguente, la tragedia Saül (1897-99, pubblicata nel 1903), sviluppava motivi opposti a quelli dell'opera precedente, rappresentando il fallimento del re Saul, espropriato della propria identità dall'eccesso di desiderio. Si delineava così uno dei caratteri fondamentali della produzione gidiana, una sorta di meccanismo dell'alternanza, per cui ogni opera sembra confutare il contenuto e lo spirito di quella precedente, meccanismo in parte perseguito con provocazione e ironia, in parte necessario sbocco espressivo delle sue contraddizioni. Gide approdò alla narrazione con L'immoraliste (L'immoralista, 1902), il cui protagonista, individualista dal fascino ambiguo, egoista sfrenato e arrogante, è incapace di dominare la libertà conquistata. Seguì La porte étroite (La porta stretta, 1903), in cui viene rappresentato l'eccesso opposto: la tentazione dell'assoluto, della santità, un ideale di purezza ascetico e disumano. Nel 1914 pubblicò il romanzo Les caves du Vatican (I sotterranei del Vaticano), che utilizzava toni buffoneschi e ironici per sottoporre tutti i personaggi, artisti o imbroglioni, devoti o atei, all'azione corrosiva del grottesco e del riso. La symphonie pastorale (La sinfonia pastorale, 1919), proponeva, in un'atmosfera quasi religiosa, la storia di un pastore protestante che alleva una ragazza cieca, celando a se stesso la vera natura del suo amore per lei.

Il romanzo dei romanzi

Nel 1925 Gide pubblicò il suo capolavoro, Les faux-monnayeurs (I falsari), un testo complesso, in cui il racconto in terza persona si alterna alle pagine del diario di uno scrittore che sta scrivendo un romanzo intitolato appunto Les faux-monnayeurs. Lo scrittore vuole rappresentare contemporaneamente la realtà e lo sforzo dell'artista per rappresentarla. Nel romanzo si ritrovano i nuclei tematici della sua opera: la rivolta contro la famiglia e la morale puritana, l'evasione e il ritorno, il fascino dell'altrove, il viaggio, il conflitto tra egoismo e altruismo, l'amore spirituale e quello dei sensi, l'omosessualità, la tentazione del superuomo; l'aspetto demoniaco e immoralista convive con quello mistico e spiritualista intorno al nucleo centrale, la costruzione della personalità. Ognuno a suo modo cerca di risolvere il contrasto fra essere e apparire e di rispondere alla domanda inquietante di come si può imparare a vivere: non si può vivere senza una norma morale, ma non si può neppure accettarla dagli altri. Il romanzo, che traduce in procedimento tecnico il soggettivismo e il relativismo tipici della cultura del tempo, si pone come una delle opere narrative più moderne e significative degli anni tra le due guerre.

Le ultime opere

Le ultime opere furono prevalentemente autobiografiche: Si le grain ne meurt (Se il grano non muore, 1926) era una sincera rievocazione dell'infanzia e della giovinezza; Et nunc manent in te (1938) la confessione drammatica della sua vita coniugale; nel 1939 uscì il Journal (Diario 1899-1939). In Retour de l'URSS (Ritorno dall'URSS, 1936) descrive l'abbandono dell'ideologia comunista alla quale aveva aderito nel 1932. Nell'ultimo racconto, Thésée (Teseo, 1946), Gide fece un bilancio della propria esistenza, raccontata con sincerità forse urtante, ma autentica nella severità critica verso le proprie scelte, paga dell'armonia raggiunta fra gli estremi, la ragione e l'istinto. Nel 1947 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Morì a Parigi.