Fénelon

La polemica sul quietismo

Nel 1693 venne accolto all'Académie française; nel 1695 il re lo nominò arcivescovo di Cambrai. Fénelon non aveva ancora pubblicato il Telemaco, ma è probabile che le sue idee, per quanto moderate, cominciassero ad apparire sospette. La controversia sul quietismo, che lo oppose a Bossuet e lo vide sconfitto, pose fine alla sua carriera. Nel 1688 aveva conosciuto Madame Guyon, la quale, ispirandosi alla tradizione mistica, respingeva l'approccio razionale e dottrinale alla fede e professava il totale abbandono alla presenza divina. A partire dal 1693, Bossuet attaccò il quietismo come eresia; il "puro amore" di Mme Guyon, in effetti, rendeva inutili la dottrina, il culto, persino la Chiesa. Fénelon decise allora di pubblicare uno scritto, Explication sur les maximes des saints sur la vie intérieure (Spiegazione delle massime dei santi sulla vita interiore, 1697), per difendere la spiritualità dei quietisti. Seguì una violenta polemica, che si concluse con la condanna di Fénelon da parte del papa nel 1699. La pubblicazione del Telemaco, avvenuta senza il consenso dell'autore, suscitò scandalo. Caduto in disgrazia presso il re, trascorse gli ultimi anni confinato nella diocesi di Cambrai.