La Fontaine, Perrault, Boileau

Nicolas Boileau

Nicolas Boileau, detto Boileau-Despréaux (1636-1711), nato a Parigi da una famiglia borghese, dopo gli studi di diritto si dedicò alla letteratura. Introdotto dal fratello Gilles negli ambienti letterari, diventò amico di Molière, La Fontaine e Racine. In quegli anni cominciò a comporre le Satires (Satire): tra il 1666 e il 1705 ne pubblicò dodici, tra cui le celebri Le repas ridicule (Il banchetto ridicolo) e Les embarras de Paris (Le mille noie del vivere a Parigi). Boileau possiede un vigoroso e originale talento satirico e tratteggia pungenti quadri realistici: le Satire sono un prezioso documento dei costumi e della vita dell'epoca. Nelle successive dodici Épîtres (Epistole, 1674-95) il tono satirico è molto attenuato, sostituito dalla riflessione morale. La verve burlesca dell'autore si esprime meglio nel poema Le lutrin (Il leggio, 1674). Nel 1674 apparve l'opera più celebre, L'art poétique (L'arte poetica, 1674), in cui tracciava un bilancio dell'attività letteraria dell'epoca e dava forma organica a idee già note: difendeva l'arte classica e sosteneva l'imitazione degli antichi, il predominio della ragione e delle regole. L'opera, a lungo ritenuta pilastro dell'estetica classica, fu poi criticata dai romantici per la mancanza di fantasia e la freddezza di ispirazione. Nel 1677 Boileau divenne storiografo del re e nel 1684 fu ammesso all'Académie, dove polemizzò con Perrault nella celebre "Querelle des anciens et des modernes". La figura di Boileau è stata molto discussa dalla critica, che lo ha ritenuto responsabile di non aver riconosciuto il valore di tanti scrittori e di aver tenuto sotto silenzio la letteratura francese medievale e del Cinquecento.