La poesia romantica: Lamartine, Vigny e Musset

Alfred de Musset

Alfred de Musset (1810-1857) è figura difficilmente collocabile nel panorama del tempo: romantico "disimpegnato", autore delle opere teatrali più vitali, fu poeta lirico intenso che fece poesia della sua stessa vita.

Gli anni giovanili

Nato a Parigi da una famiglia della piccola nobiltà, che vantava una lunga tradizione di letterati, dopo gli studi secondari tentò le facoltà di legge e di medicina, abbandonandole presto per la pittura, la musica e la poesia. Colto e brillante ma incostante e debole, a soli diciassette anni fu introdotto nel salotto di Victor Hugo, cenacolo della nuova scuola romantica, dove conobbe fra gli altri Lamartine, Nodier, Vigny e Sainte-Beuve. Il suo approccio alla poesia fu segnato dal gusto dell'esibizione, dal successo salottiero, dalla grazia elegante e un po' superficiale della vita mondana. La prima raccolta di versi, Contes d'Espagne et d'Italie (Racconti di Spagna e d'Italia, 1830), si collocava nel solco del romanticismo di Hugo e di Byron, ma già rivelava un'adesione esteriore e ambigua ai moduli della scuola; infatti, pochi mesi dopo nei Secrètes pensées de Rafaël (Pensieri segreti di Rafaël, 1830) proclamava la sua indipendenza da ogni scuola letteraria ed esprimeva un atteggiamento scettico e pessimista anche sul piano politico e morale. Musset insomma affermò il suo disimpegno e il rifiuto del suo tempo proprio nel momento in cui la letteratura partecipava vivamente alla realtà sociale e politica dell'epoca.

Poeta, commediografo e romanziere

Il solenne fiasco della sua prima opera teatrale, la commedia La nuit vénitienne (La notte veneziana, 1830), contribuì a far di lui un isolato. Nel 1832 la morte del padre segnò una svolta nella sua esistenza. Deciso a vivere del lavoro di scrittore, disgustato dalla reazione del pubblico, scelse di scrivere opere teatrali destinate alla lettura. Un primo gruppo uscì nella raccolta Un spectacle dans un fauteuil (Uno spettacolo in poltrona, 1832), cui seguirono Andrea del Sarto (1833) e Les caprices de Marianne (I capricci di Marianna, 1833). Nel luglio 1833 iniziò la tempestosa relazione con George Sand, che si concluse, dopo tre anni di passione e litigi, con la dolorosa esperienza del tradimento e dell'abbandono. La delusione e successive relazioni amorose ispirarono la produzione di quegli anni: il lungo poema Rolla (1833); i capolavori drammatici On ne badine pas avec l'amour (Non si scherza con l'amore, 1834), modello di dramma sentimentale; Fantasio (1834); Lorenzaccio (1834), dramma storico-politico che diventa dramma morale; Le chandelier (Il candeliere, 1835); il romanzo di ispirazione autobiografica Les confessions d'un enfant du siècle (Le confessioni di un figlio del secolo, 1836); i quattro poemi Les nuits (Le notti, 1835-37), che costituiscono l'esito più compiuto del suo lirismo. Non ancora trentenne, Musset aveva scritto le sue opere migliori. Pubblicò ancora alcuni versi (Poésies nouvelles, Nuove poesie, 1841), qualche bel racconto (Mimi Pinson, 1845; Histoire d'un merle blanc, Storia di un merlo bianco, 1852), alcune commedie (Il ne faut jurer de rien, Non bisogna mai giurare, 1836; Un caprice, Un capriccio, 1837; Il faut qu'une porte soit ouverte ou fermée, Bisogna che una porta sia aperta o chiusa, 1845; On ne saurait penser à tout, Impossibile pensare a tutto, 1851).

La lirica come confessione

Nonostante le sue prese di posizione, Musset appartiene pienamente all'epoca romantica per la qualità della sua poesia, che è prevalentemente lirica, è effusione personale, sfogo sentimentale. Tutte le sue opere tendono alla confessione, costituendone insieme l'aspetto più originale e il limite più vistoso. Dietro la maschera della derisione e dell'ironia ritornano insistenti l'aspirazione all'amore, l'ossessione del tradimento, il richiamo del piacere, l'angoscia di annientamento e autodistruzione. Incontrollata, eccessiva, ingenua nella sua pretesa sincerità, l'effusione trabocca nel sentimentalismo, la sincerità diventa trascuratezza.