Approfondimenti

Le similitudini in Omero

Un aspetto tipico della poesia omerica sono le similitudini, frequenti soprattutto nell'Iliade (sono ca 180), come a variare la sequela dei combattimenti fra i due eserciti contendenti. Esse possono essere brevissime, ma anche estendersi per una decina di versi, costituendo dunque una pausa nell'atmosfera eroica del racconto e ponendosi come squarci autonomi di poesia. Le similitudini illustrano aspetti della natura (incendi di foreste e torrenti in piena, tempeste e bufere, ma anche nevicate), o del comportamento di animali (leoni, lupi, sciacalli, aquile, e persino asini e muli). Molte sono tratte dalla osservazione della vita quotidiana, colta con grande semplicità e freschezza: vi appaiono bambini che giocano, donne che pesano e filano la lana, pescatori che gettano la lenza, giardinieri che irrigano gli orti, pastori. Alcune di esse fanno cogliere la distanza temporale che separa lo sfondo delle vicende narrate (risalenti all'età micenea) dall'epoca di composizione delle opere, che appartengono a una cultura più tarda. Oltre che nelle similitudini tale discrepanza si nota in altri passi: Omero parla costantemente di armi di bronzo, ma evidentemente conosce già il ferro; certe tecniche di combattimento (ad esempio quelle sul carro) gli sono ormai così estranee da risultare incongrue nella narrazione; certe altre (la falange), come pure una serie di manufatti o di riti, non possono essere appartenute all'epoca storica in cui si svolge l'Iliade.