Approfondimenti

La Bibbia come letteratura

L'influenza della Bibbia sulla storia della letteratura è incalcolabile, sia come inesausto repertorio d'immagini e riflessioni, sia nell'ambito delle forme espressive.

E. Auerbach ha idealmente contrapposto lo stile biblico a quello omerico: là dove Omero crea personaggi e situazioni di cui intende dirci tutto (con grande rilievo dato dunque alle descrizioni anche di cose minime e alle digressioni), perché tutto è assoluto, emblematico e fuori del tempo, la Bibbia procede per scorci improvvisi, per rapide allusioni, riconoscendo ai suoi protagonisti passioni e comportamenti diversi e contraddittori nella corsa drammatica della Storia verso il suo epilogo, sperato e temuto. Il racconto biblico non ammette l'indifferenza del lettore, lo vuole cambiato o ribelle. Così i canoni classici di una letteratura come supremo artificio vengono travolti da una vocazione alla verità che rimanda il senso della pagina a qualcosa che comunque la trascende. Ciò non impedisce certo allo scrittore biblico di conseguire risultati estetici di straordinaria intensità: basti pensare alla grandiosa descrizione della creazione, al drammatico monologo del libro di Giobbe, al canto d'amore del Cantico dei cantici, o alla lucida e disperata analisi del Qohelet