La satira: Persio

Le Satire di Persio

Satira I: è un dialogo tra il poeta e un amico, in cui si biasima il malcostume dei poetastri del tempo che ricorrono a qualsiasi mezzo pur di ottenere nelle pubbliche declamazioni applausi e ricchezze.

Satira II: in forma di epistola indirizzata all'amico Plozio Macrino per il suo compleanno, critica l'ipocrisia di chi in segreto chiede favori materiali con sacrifici agli dei, che invece dovrebbero essere invocati con cuore puro e sincero per migliorare se stessi.

Satira III: sviluppa il tema dell'educazione; il poeta esorta un giovane ricco e ozioso a seguire lo studio della filosofia morale per vivere saggiamente.

Satira IV: è un breve dialogo sull'adagio socratico "conosci te stesso", in cui Socrate incita Alcibiade a prepararsi per la vita pubblica, deplorando il malcostume di giudicare i difetti degli altri senza conoscere profondamente se stessi.

Satira V: è la più lunga (190 versi) ed è dedicata a Cornuto di cui si rievoca affettuosamente la bontà e l'amicizia. Tratta, secondo i dettami stoici, il bene della vera libertà, cioè quella dello spirito che si ottiene vivendo onestamente, con desideri moderati, in modo sobrio e sottraendosi in tempo alle passioni.

Satira VI: epistola contro l'avarizia, diretta all'amico Cesio Basso, in cui il poeta afferma la necessità di seguire il giusto mezzo tra prodigalità e avarizia.