Dal Romanticismo al Simbolismo

Con caratteri originali rispetto agli altri Paesi europei, il romanticismo si sviluppò in Germania a partire dagli ultimi anni del Settecento intorno al circolo di Jena, del quale fecero parte i fratelli Schlegel, Novalis e il filosofo Schelling, e poco più tardi intorno al gruppo di Heidelberg, facente capo a C. Brentano, A. von Arnim e J. von Eichendorff.

Gli echi del romanticismo e il preannunciarsi del realismo accompagnarono in letteratura quel periodo di transizione che coincise con l'età della Restaurazione. Se il cosiddetto Biedermeier riprese il sentimentalismo deteriore del romanticismo, gli scrittori della “Giovane Germania”, e in primo luogo H. Heine, ne rinnovarono l'ironia, ora torcendola a parodia della maniera romantica, ora facendone uno strumento di polemica politico-culturale. Più inquiete anticipazioni del realismo si trovano in autori come E. Mörike, N. Lenau, A. Stifter, così come nel maggior drammaturgo austriaco, F. Grillparzer, in parte legato ancora al classicismo. Una rappresentazione diretta della realtà, con toni aspri e talora disperati, si ebbe già nel teatro (G. Büchner e F. Hebbel) e divenne poi dominante, anche sotto l'influsso della grande narrativa contemporanea inglese e francese, nella prosa (G. Keller, T. Storm, J. Gotthelf e T. Fontane). I profondi mutamenti economici e sociali, uniti alle suggestioni provenienti dalle letterature scandinava, russa e francese, portarono intorno al 1885 al naturalismo, rappresentato soprattutto da una serie di drammaturghi il più significativo dei quali fu G. Hauptmann. Una figura a sé nel sec. XIX fu il filosofo F. Nietzsche, la cui opera, inizialmente ignorata, esercitò influsso immenso sulla generazione successiva, preparando e accompagnando la temperie estetizzante che si impose, a partire dal cenacolo simbolistico di S. George e passando per la poesia di H. von Hofmannsthal e R.M. Rilke, fino al decadentismo. Un posto a sé occupa T. Mann, solitamente ascritto al decadentismo, autore che si espresse in una prosa di grande e classica ariosità.