La polifonia

I primi, rudimentali esempi di polifonia sono testimoniati nel Musica enchiriadis (fine IX secolo o inizio X), ma è da ritenere che la pratica polifonica sia anteriore alle testimonianze scritte. La storia della polifonia coincide con la storia stessa della civiltà musicale occidentale e ne costituisce l'aspetto specificamente caratteristico rispetto alle civiltà extraeuropee; in alcuni casi queste risultano estranee alla nozione stessa di polifonia, quale presenza simultanea di due o più parti sviluppate contemporaneamente, o comunque rimangono aliene da una grande complessità di sviluppo in tal senso. Spesso il termine è usato come sinonimo di contrappunto (sovrapposizione di diverse parti aventi una propria autonomia), ma in senso rigoroso va inteso in un'accezione più vasta, comprendente qualsiasi tipo di simultaneità di suoni diversi, quindi anche le sovrapposizioni che formano le concatenazioni di accordi dell'armonia. Le successive acquisizioni di tale sviluppo tendono a formare una sintesi che ingloba elementi sempre nuovi, tanto che le storie del contrappunto e dell'armonia non possono essere intese semplicemente come momenti successivi e indipendenti.

La prima forma polifonica: l'"organum"

Volendo fissare una data di inizio della polifonia, per quanto convenzionale, si può partire comunque dalla fine del IX secolo, allorché diviene attestabile quella sorta di doppio canto orizzontale denominato organum, o diafonia.

Il nome organum (che deriva secondo alcuni da organare, nel senso di organizzare le parti polifoniche, secondo altri dall'imitazione di procedimenti usati sull'organo) viene applicato alle primissime forme tramandate di contrappunto: nota contro nota, per quarte, per quinte od ottave parallele, o per moto obliquo. Nel corso dell'evoluzione dell'organum, che coincise appunto con quella dei primi secoli della polifonia, si passò all'uso del moto contrario, quindi al superamento della scrittura nota contro nota con l'organum melismatico: qui, al lento procedere di rare note lunghe della vox principalis (punto di partenza sempre desunto dal repertorio gregoriano) si contrappongono numerose note nell'altra o nelle altre voci, che si organizzano in modo sempre più complesso fino a rendere necessario il ricorso a una scrittura ritmicamente definita secondo i principi della notazione modale. Il punto culminante di tale processo è segnato dalla scuola di Notre-Dame, con Leoninus (Léonin) e Perotinus (Pérotin); dopo questo momento di massima fioritura l'organum cominciò a declinare.