La "culla" del jazz: New Orleans

Fin dal 1800 New Orleans, città statunitense della Louisiana, traboccava di suoni: l'opera italiana e francese regnava nei teatri; il pianismo da salotto aveva schiere di cultori e di editori; bande e fanfare animavano le vie, i parchi, le feste sul lago. Si cantavano canzoni francesi, inglesi, tedesche, irlandesi. Gli schiavi portavano canti, danze e riti vudù dall'Africa; né mancavano le danze messicane e pellerossa. In città vigeva un rigido sistema di caste razziali: bianchi, "creoli di colore" (mulatti), neri liberi, schiavi. Ma la segregazione non era rigida: gli schiavi cantavano arie d'opera e i loro padroni portavano amuleti africani. Delle prime fasi di ibridazione si sa poco: il tamburino nero Jordan Noble (1796?-1890) dava la carica all'esercito; il venditore ambulante detto Mr. Cornmeal (morto nel 1842) finì a cantare nei teatri lirici; il banjoista nero John "Picayune" Butler (morto nel 1864) raggiunse fama nazionale fornendo canzoni ai minstrel bianchi; schiavi suonavano nelle feste da ballo dei padroni. Vi erano band di soli neri o creoli, istruiti e ben pagati, e perfino una Negro Philharmonic Society.

Il compositore L.M. Gottschalk fu il geniale cantore della New Orleans schiavista: la sua musica incorpora in un linguaggio romantico tutte queste suggestioni. Via via la musica da ballo divenne più "nera", subendo influssi sia interni (minstrel show; cake-walk; ragtime), sia dai Caraibi (habanera).

Dopo il 1890 il sistema di caste crollò: i creoli di colore, borghesi e colti, furono ricacciati nel ghetto insieme a neri poveri e neri borghesi. Ne scaturì una fusione finale tra musica urbana scritta (bande, pianisti) e musica contadina orale (blues): era nato il jazz, in origine una sorta di ragtime per banda con abbellimenti improvvisati.

Lo stile New Orleans

Non era chiamato così, né ha un'esatta data di nascita: ma è certo che quello stile di far musica chiamato "jazz" fu una particolarità di New Orleans, soprattutto di Storyville, la zona della città a luci rosse.

Lo stile New Orleans ha caratteri rigorosi, con un repertorio fatto di marce, rag, canzoni e spiritual e si concretizza in una strumentalizzazione del blues, e in misura minore del ragtime, compiuta da orchestre nere formate generalmente da una cornetta (o da una tromba), un trombone, un clarinetto, un pianoforte, talvolta un banjo, un basso tuba e un rozzo strumento a percussione, che acquista però rapidamente la fisionomia dell'attuale batteria. Le singole opere si articolano su un rigoroso contrappunto mandato a memoria dagli escutori, nel quale la tromba svolge un ruolo conduttore, il clarinetto ha funzione di controcanto e il trombone si limita a fungere da staffa. Gli altri strumenti compongono la sezione ritmica, adottando un tempo binario chiaramente scandito e battuto. Le sortite solistiche sono rare e prudenti, ma tendono col tempo a diventare più frequenti. Il jazz di New Orleans si può considerare esaurito attorno al 1920, subito dopo l'esodo dei neri verso le grandi città industriali del nord degli Stati Uniti.