Le composizioni strumentali

Le musiche strumentali testimoniano la costante attenzione che Bach rivolse alle parallele esperienze italiane e francesi. Nei Concerti brandeburghesi, nei concerti per violino, nelle sonate e partite per violino solo, nelle sonate per violino e cembalo, nelle suite per violoncello e in tutte le composizioni del periodo di Köthen si ritrovano, amalgamati in un superiore equilibrio, i modelli italiani del concerto grosso, il gusto francese per un vivo colorismo timbrico, la sapienza germanica della costruzione contrappuntistica.

Ulteriore smaterializzazione del linguaggio e compiuta perfezione dei rapporti architettonici caratterizzano la musica strumentale che Bach compose nel periodo di Lipsia e nell'epoca in cui diresse il Collegium Musicum: fra l'altro, le ouverture per orchestra e i magistrali concerti per uno o più clavicembali e per strumenti solisti, in parte trascrizioni di musiche precedenti, proprie o altrui. Monumentale è anche la produzione propriamente cembalistica, molto affine nella concezione formale ai pezzi per organo. Sono da ricordare lo slancio delle toccate, la purezza delle invenzioni, sinfonie, suite e fantasie del periodo di Köthen, la costruzione evolutiva dei due volumi del Clavicembalo ben temperato, l'eccellente esempio di magistrale tecnica della variazione, di inesauribile facoltà inventiva rappresentato dalle Variazioni Goldberg (quarta parte delle Klavierübungen).

Non vanno infine dimenticate le composizioni "didattiche" (i Büchlein per Anna Magdalena Bach e per il figlio Wilhelm Friedemann Bach, le altre tre parti delle Klavierübungen), i pezzi per liuto, la musica da camera e tanti altri lavori di vario genere, tutti dotati di profondo e autonomo significato nel quadro della produzione musicale bachiana, che fu vastissima ma non lasciò mai spazio a composizioni "minori".