Musica strumentale e musica vocale tra Seicento e Settecento

In sintesi

Lo stile concertanteA partire da metà Seicento, si impose lo stile concertante, che iniziò a designare l'unione di voci e strumenti o la modalità del suonare assieme di gruppi strumentali in cui emergessero in forma embrionale uno o più solisti. Si affermò nelle nuove forme della suite, della sonata e del concerto.
Le nuove formeLa suite proveniva da danze di origine popolare, riprese come movimenti unificati dalla comune tonalità e posti in successione secondo criteri di contrasto ritmico ed espressivo: la sua struttura venne poi fissata in una successione di quattro danze (allemanda, corrente, sarabanda, giga). La sonata si sviluppò inizialmente come sonata a tre e sonata per violino e basso continuo; si distinsero due tipi di sonate: la sonata da camera (riservata al concerto) e la sonata da chiesa. Grandi maestri della sonata furono A. Corelli e D. Scarlatti. La terza forma fu il concerto, che ebbe insigni interpreti in Stradella, Torelli, ancora Corelli, Vivaldi. Si distinse in concerto solistico e concerto grosso.
VivaldiRifiutò ogni concezione astrattamente architettonica in favore di uno stile aperto, accompagnato da un acutissimo senso dei valori timbrici. Tra le opere di maggior fortuna si ricordano 9 raccolte di concerti (fra cui L'estro armonico; La stravaganza; Il cimento dell'armonia e dell'invenzione); compose inoltre più di 300 concerti, alcuni melodrammi ed ebbe anche una vasta produzione religiosa.
In FranciaSul modello di Corelli, fu F. Couperin a diffondere in Francia la sonata, fornendone saggi ricchi di ornamentazione e di armonie innovative; importante la sua produzione per clavicembalo.
Il melodrammaIl melodramma conobbe un ulteriore impulso soprattutto per merito dei libretti di Metastasio, che finì per sancire definitivamente la separazione di musica e dramma, e di A. Scarlatti, capace di fornire un solido schema razionale, basato su moduli formali stilizzati, al fantasioso melodramma barocco.