Simbolismo e oltre: Debussy

Achille-Claude Debussy (Saint-Germain-en-Laye 1862 - Parigi 1918) fu allievo di A.-F. Marmontel, A.-J.-A. Lavignac ed E. Guiraud; nel 1884 vinse il Prix de Rome con la cantata L'enfant prodigue, ancora fortemente influenzata da E. Lalo e J. Massenet. Durante il soggiorno romano compose Printemps e La demoiselle élue; quest'ultima, su testo di D.G. Rossetti, è interessante per l'incontro con il simbolismo e i preraffaelliti inglesi. Tornato a Parigi nel 1887, conobbe S. Mallarmé e divenne un fervente ammiratore di R. Wagner. Recatosi a Bayreuth nel 1888 e nel 1889, Debussy compose nel 1890 i Cinq poèmes de Baudelaire, in cui è evidente l'influsso di Wagner, nei cui confronti rappresentano contemporaneamente un tributo e una liberazione. Erano stati preceduti nel 1888 da un'altra raccolta per voce e pianoforte, le 6 Ariettes oubliées, di carattere più personale. Nel 1889 Debussy conobbe la partitura del Boris Godunov di M. Musorgskij e la musica giavanese.

Le opere della maturità

Dopo il Quartetto (1893), il Prélude à l'après-midi d'un faune (1892-94; "illustrazione molto libera" ­ secondo le parole del compositore ­ dell'egloga di S. Mallarmé Après-midi d'un faune) segna la prima manifestazione originale del genio di Debussy. Questa composizione risulta assolutamente nuova, sia per la concezione formale, sia per la varietà ritmica e sia, soprattutto, per l'originale uso del timbro; essa esprime la tendenza a superare le funzioni costruttive e dialettiche dell'armonia tradizionale.

La novità dello stile di Debussy non trova rispondenze nella situazione musicale della Francia del suo tempo, bensì nelle poetiche dell'impressionismo e del simbolismo in campo pittorico e letterario. L'unica sua esperienza di teatro musicale si lega, infatti, a uno dei testi che parvero allora quasi un manifesto della poetica teatrale simbolista: Pelléas et Mélisande di M. Maeterlinck (1893). L'opera fu rappresentata nel 1902 e scandalizzò l'opinione pubblica per il suo rifiuto delle convenzioni del melodramma tradizionale e di quelle del dramma wagneriano.

Prima del 1902 Debussy aveva ultimato i Trois Nocturnes per orchestra (1897-99), in cui novità timbrica e libero fluire della costruzione formale appaiono ancor più maturi che nel Prélude à l'après-midi d'un faune. Le Trois chansons de Bilitis (1897) su testi di P. Louÿs sono per voce e pianoforte; diversi brani pianistici sarebbero stati pubblicati più tardi nelle raccolte Suite bergamasque (1890-1905) e Pour le piano (1896-1901); a essi seguirono Estampes (1903), le due serie di Images (1905; 1907) e Children's Corner (1906-08), che rivelano la maturazione di una nuova scrittura pianistica.

In campo orchestrale, La mer (1903-05) e Images (Ibéria; Rondes de printemps, 1906-12; Gigues, 1909-12) tendono a un disegno più nitido e plastico e a una struttura più ampia e solida. Brani come il secondo di La mer o di Ibéria prefigurano gli esiti degli ultimi lavori.

Gli ultimi anni

A essi appare ancora più vicina la musica di scena per il Martyre de Saint-Sébastien (1911), che, nonostante la presenza del testo dannunziano, tanto lontano dalla poetica di Debussy, tocca vertici assai elevati. Anche Jeux, breve balletto scritto nel 1912 per S. Djagjlev, nacque con una destinazione teatrale. È una pagina decisiva per la musica del Novecento: "segna l'avvento di una forma musicale che, istantaneamente rinnovantesi, implica un non meno istantaneo modo di ascoltare" (P. Boulez). Ad analoghi esiti pervengono altri lavori dell'ultimo Debussy: i due libri dei Préludes per pianoforte (1910-13) possono essere considerati opera di transizione fra Images e gli Études (1915) o En blanc et noir (1915). Le tre sonate (per violoncello e pianoforte, 1915; per flauto, viola e arpa, 1915; per violino e pianoforte, 1917), nonostante il loro richiamarsi ad antiche tradizioni francesi, si tengono lontane da ogni accademismo.

Altri lavori significativi sono le raccolte per canto e pianoforte, fra cui Fêtes galantes I e II (1892; 1904) su testi di P. Verlaine; Proses lyriques (1892-93) su testo proprio, Trois ballades de F. Villon (1910) e Trois poèmes de Mallarmé (1913).

Debussy fu autore di numerosi articoli, molti dei quali raccolti in Monsieur Croche antidilettante (postumo, 1921) e curò, fra l'altro, l'opera omnia per pianoforte di F. Chopin (1914).